Editoriale
I fatti di cronaca del 2024 portano le nostre Amministrazioni a un’ulteriore presa di coscienza: la mitigazione dei rischi generati dagli eventi estremi, piogge intense o siccità prolungate, passa anche attraverso un tempestivo e affidabile monitoraggio dei fenomeni.
I dati permettono di gestire al meglio le opere idrauliche, diminuendo la pericolosità di uno scenario, e sono preziosi per elaborare e diramare le allerte, determinando l’attivazione dei Piani di Protezione Civile e la messa in sicurezza dei cittadini.
Le stesse misure poi vanno a costituire nel tempo serie storiche che aiutano i pianificatori a valutare il rischio associato alle diverse zone del territorio e progettisti a dimensionare manufatti e opere. Insomma, le misure non strutturali di mitigazione dei rischi, e, fra queste, i sistemi di monitoraggio e allerta, sono considerati in modo sempre più condiviso pratiche efficaci.
Ecco che nel 2024 si moltiplicano gli esempi virtuosi di messa a punto di nuovi sistemi (Distretto Alpi Orientali 1.e 2, Puglia frane etc.) e gli ammodernamenti e potenziamenti di reti di monitoraggio esistenti (Calabria, Lazio, ISPRA 1e 2, Sardegna, etc.). Integrati con le reti di monitoraggio esistenti, oppure in modalità “stand-alone”, non sono mancati neppure nuovi sistemi di allerta locale (es. Bologna).
Non solo, nell’anno appena concluso abbiamo raccontato progetti in cui la realizzazione di nuove opere idrauliche è stata accompagnata dal potenziamento dei sistemi di monitoraggio, utili proprio ad una migliore gestione delle stesse, con una visione a nostro avviso lungimirante (Abruzzo).
Abbiamo deciso, inoltre, di dare spazio alle attività di manutenzione dei sistemi stessi, raccontandovi l’avvio di alcuni contratti pluriennali, per sottolineare l’importanza di queste attività sulle quali, con poco clamore mediatico ma con tanta efficacia, le amministrazioni investono annualmente per la sicurezza dei cittadini (Veneto, Molise, Valle d’Aosta, Lombardia frane, Bonifica Parmense etc.).
Infine, ricordiamo anche il lavoro all’estero per Kirghizistan, Tagikistan, Artico e siamo pronti per le nuove sfide in Grecia, Maldive, Marocco di cui parliamo anche in questo numero.
Insomma, se è vero che il cambiamento climatico e la vulnerabilità del nostro territorio pongono sfide importanti, è altrettanto vero che molto è stato fatto, molto altro si sta facendo e, auspicabilmente, si farà in futuro.
Saremo qui per aggiornarvi su questi temi anche il prossimo anno, ma, per il momento, concludiamo questo 2024 augurando a tutti i nostri lettori buone feste e felice anno nuovo.
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