• CNR e CAE insieme contro gli incendi nell'Artico
    CAE MAGAZINE n.88 - Luglio 2024
    CNR e CAE insieme contro gli incendi nell'Artico

CNR e CAE insieme contro gli incendi nell'Artico

Nell'Artico il riscaldamento planetario porta a cambiamenti che sono più rapidi che in qualsiasi altro luogo del nostro pianeta e oramai ben evidenti. I cambiamenti, occorsi e in atto, hanno impatti ambientali, sociali ed economici, a livello sia locale che planetario, a causa del ruolo dell'Artico nel sistema climatico globale. Come si usa dire: “quel che accade in Artico non resta in Artico”. La motivazione principale alla base di Arctic PASSION è la co-creazione e l’implementazione di un sistema di osservazione dell’Artico coerente e integrato, adattato alle diverse esigenze degli utenti, che vanno dagli abitanti locali al mondo accademico fino all’industria e ai decisori

Il "Sistema di sistemi di osservazione pan-artico - pan-AOSS" mira a superare i difetti noti nell'attuale sistema di osservazione perfezionandone l'operatività, migliorando ed estendendo il monitoraggio scientifico e comunitario pan-artico e l'integrazione con la conoscenza indigena e locale, semplificando l'accesso e l'interoperabilità dei sistemi e dei servizi di dati artici e garantendo la fattibilità economica e la sostenibilità del sistema di osservazione per gli anni a venire.

Pan-AOSS e i servizi realizzati da Arctic PASSION intendono rispondere alla domanda di un migliore accesso a flussi di dati e servizi di osservazione più affidabili e più diversificati, derivanti da comunità, economia, governi e altri per consentire loro di sviluppare politiche, investimenti, gestione e decisioni sociali economie basate sull’evidenza scientifica e informazioni accurate. 

Arctic PASSION è un progetto finanziato dal programma di ricerca e innovazione Horizon 2020 dell'Unione Europea e fa leva su un ampio mix di competenze che derivano da ben 43 partner provenienti da 17 Paesi, tra cui le comunità indigene di tutto l'Artico. 

Uno dei temi specifici affrontati dal progetto è quello degli incendi boschivi, che negli ultimi anni hanno visto un drammatico aumento alle alte latitudini. I giornali e le televisioni ci propongono sempre più spesso immagini di enormi incendi e nuvole di fumo che coprono vaste regioni dell'Asia e del Nord America. L'aumento delle temperature nell'Artico ha provocato siccità durante le stagioni primaverili ed estive nella tundra artica e nella foresta boreale circostante. Allo stesso tempo, un Artico e un sub-Artico più caldi inducono un aumento dei temporali e dei fulmini, gli eventi tipici che scatenano gli incendi nell'Artico. Le attività umane come il legname e l'estrazione mineraria contribuiscono ad impoverire e seccare la terra.

Quindi il riscaldamento globale nell'Artico contribuisce ad aumentare sia il combustibile da bruciare sia le occasioni di innesco, i due ingredienti principali (oltre all'ossigeno) necessari per accendere un incendio. L'aumento del numero e della portata degli eventi e l'aumento delle attività umane rendono necessario monitorare il rischio di incendi boschivi con largo anticipo prima che si avvicinino troppo alle infrastrutture o agli insediamenti. 

Si tratta di un tema quanto mai attuale. Basta pensare che il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), impegnato nel monitoraggio delle emissioni degli incendi boschivi e il conseguente trasporto di fumo nel Circolo Polare Artico, ha segnalato incendi di vaste proporzioni proprio nel mese di giugno 2024. La maggior parte degli incendi sta bruciando nella Repubblica di Sacha-Jacuzia, che nell'estate del 2021 ha subito estesi incendi ad alta intensità. Il set di dati CAMS Global Fire Assimilation System (GFAS) mostra che le emissioni di carbonio degli incendi boschivi di giugno sono già le terze più alte degli ultimi due decenni, dopo le significative stagioni degli incendi del 2019 e del 2020.

La regione artica della Repubblica di Sakha ha sperimentato temperature dell'aria superficiale molto più elevate e condizioni superficiali più secche del solito per il periodo dell'anno, fornendo le condizioni ambientali favorevoli agli incendi boschivi dopo l'innesco. Gli scienziati del CAMS hanno monitorato un aumento significativo della potenza radiativa totale giornaliera degli incendi (FRP), indicando l'intensità degli incendi e le emissioni di fumo in tutta la regione.

Le emissioni totali mensili di carbonio di giugno dovute agli incendi, stimate dal CAMS in base alle osservazioni FRP, sono le terze più alte degli ultimi due decenni, con 6,8 milioni di tonnellate di carbonio, dietro a giugno 2020 e 2019, che hanno registrato rispettivamente 16,3 e 13,8 milioni di tonnellate di carbonio. Per avere un termine di riferimento, basta pensare che l'intero "Paese Italia" emette, in media, meno di 30 milioni di tonnellate di CO2 in un mese. 

L’aumento del numero, intensità ed estensione degli incendi non è il solo problema da affrontare. Le criticità dette finiscono per alimentare e aumentare il naturale conflitto che sempre esiste in Artico tra le popolazioni locali e i servizi che arrivano dallo Stato centrale o dalle Regioni. Le popolazioni indigene lamentano una esclusione dalla gestione del territorio, e l’abbandono di pratiche di gestione che da sempre loro hanno applicato. Dall’altra parte, i servizi di prevenzione e gestione delle emergenze incendi sono completamente assorbiti dalla gestione delle emergenze e hanno di certo meno tempo e risorse per dialogare con le popolazioni. Il risultato complessivo è sia una mancanza di informazione preventiva e di educazione delle popolazioni locali a questo mutato scenario per quel che riguarda gli incendi boschivi, sia poi una riluttanza di comunità e abitanti ad accettare le disposizioni e le richieste che arrivano da servizi ritenuti a torto o ragione distanti e poco interessati ai bisogni reali della gente. Con lo scopo di portare un contributo in questa situazione, CNR e CAE stanno realizzando un sistema integrato web-based che permetta di compattare e semplificare l'accesso a informazioni/prodotti rilevanti che provengono da fonti diverse, rendendo possibile la gestione, l'integrazione, la selezione e la trasformazione di tali insiemi di informazioni. Concentrandosi su scala locale, INFRA offre la possibilità di generare e distribuire messaggi su misura per utenti finali non scientifici: individui, comunità e organizzazioni indigene, comuni. 

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è da decenni impegnato, anche attraverso il suo specifico Istituto di Scienze Polari, nella comprensione dei cambiamenti climatici in atto negli ambienti Artici e Antartici e dei possibili sviluppi futuri sia a livello polare che globale. In questo progetto il CNR apporta non solo l'esperienza maturata nelle attività polari, ma anche quella dei suoi Istituti con competenza specifica su aree tempatiche come struttura, funzionamento e produttività degli ecosistemi terrestri e/o meteorologia e previsioni numeriche, osservazioni satellitari e non solo. 

CAE ha 45 anni di storia nella realizzazione di sistemi di osservazione in tempo reale dei fenomeni naturali, con specifica attenzione alle applicazioni di protezione civile e mitigazione del rischio per le comunità. In questo progetto apporta sia la sua competenza in materia di piattaforme informatiche, con ampio ricorso alla georeferenziazione dei dati, di supporto alle decisioni e diffusione delle allerte, sia la sua esperienza specifica per i sistemi di individuazione precoce degli incendi boschivi e loro gestione. 

Lo strumento di gestione integrata del rischio di incendio (INFRA) è un servizio per affrontare le sfide delle comunità, dei comuni, delle piccole organizzazioni e degli individui che vivono nell'Artico e che sono colpiti da incendi boschivi. Il servizio INFRA intende migliorare la catena di informazioni sugli incendi verso soggetti non professionali, fornendo strumenti intelligenti per interpretare/trasformare facilmente i dati a disposizione in prodotti e messaggi personalizzati in base alle esigenze degli utenti, con un'enfasi sulla scala locale. La novità del servizio INFRA risiede nell'attenzione alla scala locale, e nell'aver sviluppato strumenti idonei a generare messaggi adeguati alla categoria di utenti che si intende raggiungere. 

INFRA si basa su diversi moduli e piattaforme informatiche, le più importanti delle quali sono:

- INFRA-AEGIS - Piattaforma web-GIS attraverso la quale è possibile presentare, combinare e integrare tutti i layer informativi prodotti da INFRA, o raccolti da molte altre fonti e servizi

- INFRA-SENTRY - Piattaforma attraverso la quale distribuire informazioni e messaggi agli utenti. I messaggi possono essere facilmente gestiti e adattati a esigenze specifiche e verranno generati seguendo lo standard Common Alerting Protocol (CAP).

Il servizio è implementato e funzionante senza vincoli su tre aree target di circa 1500x1500 km: Alaska-Canada, Fennoscandia, Sacha-Yakutia.

È stato applicato un approccio multilivello per rendere il servizio operativo mentre tutte le funzionalità vengono sviluppate o vengono identificate/coinvolte diverse applicazioni/utenti.

Livello zero: INFRA-AEGIS consente di vedere, combinare e integrare strati informativi selezionati da diverse fonti (in particolare Global Wildfire Service GWIS) per avere un quadro di ciò che sta accadendo e dei possibili sviluppi. Il livello zero è disponibile al pubblico.

Livello uno: protetti da password, esperti dedicati (anche locali) possono utilizzare le informazioni di livello zero per generare, grazie ad INFRA-SENTRY, messaggi personalizzati (testuali – testuali con mappe/grafici ecc.) e distribuirli a utenti finali mirati. È possibile un'ampia flessibilità nelle categorie degli utenti finali e nei messaggi prodotti. Il livello 0 e il livello 1 sono operativi. Altre funzionalità sono in fase di sviluppo e implementate solo in modalità test. Una specifica implementazione in ambiente cloud computing è stata realizzata per le due aree test di Alaska-Canada e Sacha. 

Si tratta di un esempio di come l'eccellenza italiana possa essere utile nel mondo, di come i finanziamenti europei possano effettivamente fare qualcosa per le comunità dell'Artico e facilitare lo scambio di competenze e conoscenze tra i tanti partner, di ben 17 Paesi, di questo progetto. Sicuramente si tratta anche di un'occasione preziosa, fornita dall'Unione Europea, per le nostre eccellenze pubbliche e private che possono aumentare capacità e competenze da rimettere al servizio del nostro Paese e dei cittadini per la riduzione del rischio da incendi boschivi.

Per saperne di più:

Arctic PASSION

Copernicus: Large wildfires return to the Arctic Circle in June 2024 | Copernicus



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