• In diretta dal RemTech: “L’utilizzo del Wireless Sensor Network nella gestione delle emergenze e nella riduzione del rischio in scenari di dissesto: esempi applicativi, punti di forza e prospettive future” parla il Dott. Geologo Simone Colonnelli
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    In diretta dal RemTech: “L’utilizzo del Wireless Sensor Network nella gestione delle emergenze e nella riduzione del rischio in scenari di dissesto: esempi applicativi, punti di forza e prospettive future” parla il Dott. Geologo Simone Colonnelli

In diretta dal RemTech: “L’utilizzo del Wireless Sensor Network nella gestione delle emergenze e nella riduzione del rischio in scenari di dissesto: esempi applicativi, punti di forza e prospettive future” parla il Dott. Geologo Simone Colonnelli

ottobre 2017

Giovedì 21 settembre il Dott. Geol. Simone Colonnelli, project manager di CAE, è intervenuto all’interno della conferenza di Esonda “Frane indotte da eventi naturali estremi” nell’ambito del RemTech, con un intervento intitolato “L’utilizzo del Wireless Sensor Network nella gestione delle emergenze e nella riduzione del rischio in scenari di dissesto: esempi applicativi, punti di forza e prospettive future”.

Il primo WSN per il monitoraggio frane è stato realizzato da CAE nel 2010 nell’ambito di una sperimentazione congiunta con l’Università di Bologna. Ad oggi quella tecnologia, con l’implementazione di qualche ulteriore sviluppo, è ben consolidata e ha permesso a CAE di installare quasi 200 nodi in tutta Italia.

Ogni rete di monitoraggio WSN si inserisce all’interno di un concetto più ampio di sistema che, oltre alla rete di sensori a campo, prevede:

  • una stazione base, posta all’esterno dell’area in movimento, con funzioni di coordinamento e acquisizione della rete a campo, che può eventualmente integrare sensori meteo;
  • uno o più sistemi di comunicazione;
  • una centrale da dove controllare la rete e visualizzare i dati;
  • un eventuale sistema di allarme.

I nodi wireless CAE, detti W-Point, possono essere collegati a vari sensori sull’area da monitorare. Ogni nodo sovraintende ai processi di campionamento, registrazione e prima elaborazione dei dati ed è dotato di 3 ingressi analogici, estendibili fino a 12, e 2 input/output digitali. Ogni W-Point è energicamente autosufficiente ed ha un’autonomia media superiore a 10 mesi, con pacco batterie, o virtualmente illimitata con Solar Pack.

Ai W-Point possono essere interfacciati tutti i sensori geotecnici comunemente utilizzati nell’ambito del monitoraggio dei fenomeni franosi (es. piezometri, inclinometri, estensimetri, etc…). Questi sensori, inoltre, possono essere affiancati da un sistema di monitoraggio GPS in RTK per il controllo delle deformazioni superficiali.

Aldilà delle caratteristiche hardware, la forza principale di questa soluzione è data dalle logiche di funzionamento. In particolare, si tratta di sistemi “multi-hop”, in cui non è necessario configurare a monte le tratte di comunicazione tra i vari nodi, perché queste si autoconfigurano dinamicamente non essendo il sistema vincolato da una gerarchia tra i nodi. Ciò consente di modificare agevolmente la geometria della rete a campo e di adattarla in base all’evoluzione del dissesto, senza dover intervenire sulla configurazione «software», ma semplicemente spostando il W-Point dove è più necessario seguendo così l’evolversi dell’emergenza. Inoltre, questa possibilità della rete di riconfigurarsi, permette al sistema di sopravvivere ad eventuali malfunzionamenti se progettato con le opportune ridondanze.

L’intervento è stato occasione per presentare alla platea del RemTech alcuni casi applicativi, tra i quali quelli relativi alle installazioni in Comuni all’interno del “cratere” dell’ultimo sisma, il sistema di monitoraggio per la Cassa di Laminazione del Panaro e la realizzazione ancora in corso della rete di monitoraggio frane della Regione Lombardia, primo caso in Italia di un unico grande sistema integrato per il monitoraggio dei dissesti franosi (per approfondire i quali vi invitiamo a visitare il nostro sito). Ne è emerso come la flessibilità di questi strumenti consenta di adattarsi, con semplicità e rapidità, ai diversi contesti operativi e di rispondere con efficienza alle diverse necessità dei clienti, che vanno dal monitoraggio di contesti logisticamente sfavorevoli, dove la posa dei tradizionali cavi risulterebbe complessa o onerosa, all’attivazione in condizioni di emergenza di sistemi di monitoraggio e allarme finalizzati alla pubblica incolumità. I WSN possono infatti essere utili non solo per il monitoraggio dei dissesti franosi, ma anche nelle gestione di altri scenari legati al rischio idrogelogico, consentendo di mitigare il predetto rischio e di gestire le emergenze. 

L’intervento è stato trasmesso in diretta sulla nostra pagina Facebook (clicca qui) ed è oggi disponibile anche su YouTube al seguente link: clicca qui

 

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