• Isabella Conti: buone pratiche e la gestione dell’alluvione a San Lazzaro di Savena
    CAE MAGAZINE n.76 - Giugno 2023
    Isabella Conti: buone pratiche e la gestione dell’alluvione a San Lazzaro di Savena

Isabella Conti: buone pratiche e la gestione dell’alluvione a San Lazzaro di Savena

Isabella Conti: buone pratiche e la gestione dell’alluvione a San Lazzaro di Savena

Per l’intervento completo clicca qui.

Durante il seminario del 31 maggio è intervenuta la sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, per raccontare la gestione dello straordinario evento alluvionale che, a maggio, ha duramente colpito l’Emilia-Romagna. Un esempio virtuoso di attenzione alla prevenzione e di applicazione del piano di protezione civile comunale. Tre i principali temi affrontati: stop al consumo di suolo; esigenza di un’analisi delle criticità a livello nazionale per consentire investimenti mirati e di lungo respiro; piani di prevenzione ed evacuazione.

Nel suo intervento, la sindaca ha messo in evidenza le buone politiche che con la sua amministrazione ha provato a mettere in campo nell'arco del suo mandato, iniziato nel 2014.

Il primo punto è legato al contenimento del consumo di suolo.

Con grandi sforzi il Comune è arrivato ad avere un consumo di suolo “zero”, e non “a saldo zero”. C’è un’importante differenza tra le due: infatti, il bando dell'Unione Europea, SOS for Life, ha permesso di studiare le reazioni del suolo desigillato, dimostrando come quest’ultimo sia completamente improduttivo; quindi, il terreno recuperato dalla rigenerazione urbana non è un terreno che può rappresentare qualche tipo di ricchezza per il futuro, a meno che non ci sia un intervento di rimineralizzazione dell'uomo costosissimo e continuo. Quindi quando parliamo di consumo di suolo “a saldo zero” dobbiamo essere consapevoli del fatto che stiamo barattando il vivo per il morto e questa è una scelta di consapevolezza che la politica deve tenere presente di qui in avanti.

Il secondo punto: serve un grande piano di resilienza e di adattamento ai cambiamenti climatici.

Il territorio del Comune di San Lazzaro è un territorio estremamente franoso e fragile. Consapevole di questo, l’attuale amministrazione ha fatto un accordo con la Bonifica Renana, in questo modo dal 2015 sono stati investiti minimo 300.000 € all'anno per la prevenzione del dissesto idrogeologico, consentendo di intervenire su frane, argini, rii minori. Questa prevenzione mirata con una proiezione di lungo periodo ha permesso di mettere in sicurezza il territorio e di ridurre al massimo i rischi, e i risultati in parte si sono visti durante questo ultimo evento.

La sindaca ha colto l’occasione per lanciare un’importante proposta: serve un grande piano di resilienza e di adattamento ai cambiamenti climatici, un'analisi delle criticità a livello nazionale che consenta di fare investimenti di lungo respiro sui punti più critici, ripensando anche l'assetto del territorio, perché questi fenomeni non sono e non saranno sporadici, di qui in avanti ci dobbiamo abituare al fatto che il cambiamento climatico porta a cambiamenti esponenziali ed esponenzialmente sempre più estremi.

Il terzo punto riguarda l’importanza dei Piani di Protezione Civile Comunali in materia di evacuazioni.

Nel 2019 a San Lazzaro è capitato un evento piovoso molto preoccupante che aveva portato ad individuare, nella piena urgenza, un piano di evacuazione, sulla base di un'analisi fatta quando ormai ci si trovava in piena fase emergenziale. Dopo questo evento, facendo esperienza delle difficoltà vissute in quelle ore concitate, fortunatamente senza ripercussioni gravi per i cittadini, è stato realizzato un piano da parte di tecnici esterni esperti, che entra nel dettaglio del rischio potenziale per ogni numero civico del Comune. Quando quindi è accaduto quello che è accaduto, sia il 2 che il 15 di maggio del 2023, il piano di evacuazione era pronto ad essere utilizzato e ha permesso di agire con tempestività. San Lazzaro di Savena è stata tra le primissime cittadine ad evacuare alcune delle abitazioni sul suo territorio, evitando di doverlo fare di notte, con l’acqua alla porta in aree, come quella del Farneto, dove sono arrivati fino a 1,80 m di acqua rispetto al piano strada.

Un'ultima considerazione riguarda il fatto che il Comune di San Lazzaro ha avuto più problemi legati alla tombatura di rii piuttosto che alla rottura di argini dei fiumi e questo è un dato che va preso in considerazione a proposito della cementificazione incosciente e inconsapevole che è stata fatta negli anni 60 e 70, per cui nella frazione di Ponticella, per esempio, il rio Brolo è esondato perché non ha più la portanza sufficiente per casi estremi come quello appena vissuto. Dunque, ci sarà un grande piano da verificare, non solo per quanto riguarda la valutazione degli argini dei fiumi, ma anche per quanto riguardaun intervento strutturato e strutturale su rii tombati potenzialmente rischiosi e sistemi fognari, oggi insufficienti rispetto a quando vennero realizzati che hanno generato ulteriori problematiche.

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