• I 500 milioni del PNRR per il sistema integrato di monitoraggio nazionale
    CAE MAGAZINE n.59 - Dicembre 2021
    I 500 milioni del PNRR per il sistema integrato di monitoraggio nazionale

I 500 milioni del PNRR per il sistema integrato di monitoraggio nazionale

I 500 milioni del PNRR per il sistema integrato di monitoraggio nazionale

Come previsto dal testo originale del PNRR, l’investimento di circa 500 milioni deve essere orientato a sviluppare un sistema di monitoraggio che consenta di individuare e prevedere i rischi sul territorio, come conseguenza dei cambiamenti climatici e di inadeguata pianificazione territoriale. L’utilizzo di tecnologie avanzate consentirà il controllo da remoto di ampie fasce territoriali, con conseguente ottimizzazione dell’allocazione di risorse.

I dati di monitoraggio costituiranno la base per lo sviluppo di piani di prevenzione dei rischi, anche per le infrastrutture esistenti, e di adattamento ai cambiamenti climatici. Lo strumento consentirà anche di contrastare fenomeni di smaltimento illecito di rifiuti e di identificare gli accumuli, individuandone le caratteristiche, per i conseguenti interventi di rimozione.

Per dare corpo a quanto previsto, si iniziano a delineare i contenuti di massima e le tempistiche dei vari passaggi, dalla progettazione alla realizzazione, per la messa in opera del sistema di monitoraggio nazionale. A fine settembre 2021 i Ministero della Transizione Ecologica ha approvato il Piano Operativo per l’attuazione del sistema di monitoraggio integrato previsto con l’Investimento 1.1 della Misura 2, Componente 4 del PNRR.

Le applicazioni verticali richieste dall’Allegato UE e recepite nel PNRR saranno supportate da un unico modulo di acquisizione dati satellitari, aerei e di rete, e da sotto moduli tematici di elaborazione/integrazione dati, secondo le specifiche esigenze informative dei temi, ad integrazione di un unico Sistema di Monitoraggio nazionale a carattere multidisciplinare.

Tra i verticali per cui il sistema prevederà specifici moduli, vi è il monitoraggio dell’instabilità dei versanti ed il dissesto idrogeologico e da frana. Il piano prevede la progettazione integrata di reti di sensori a terra, da unire a dati satellitari, rilievi radar e ottici oltre che con Lidar aereo. Le reti di sensori a terra sono costituite principalmente da stazioni GNSS, stazioni meteorologiche, idrometriche, geotecniche superficiali, da apparati radar meteorologici, e da reti di accelerometri, velocimetri e sismometri.

Altro verticale economicamente molto rilevante di questo investimento sarà quello dedicato al monitoraggio degli incendi boschivi. Al primo periodo del comma 1 dell’art. 8 del decreto-legge 8 settembre 2021, n. 120, recante “Disposizioni per il contrasto degli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile”, di cui abbiamo pubblicato una analisi nel Magazine di ottobre, si legge che nell'ambito del PNRR Missione 2, componente 4, ben 150 milioni di Euro sono specificamente destinati alla realizzazione di un sistema avanzato e integrato di monitoraggio del territorio.

Un altro verticale riguarda l’agricoltura di precisione, realizzata attraverso l’utilizzazione di satelliti ottici a media e alta risoluzione, droni e sistemi di navigazione e posizionamento satellitare per l’automazione della meccanizzazione agraria, sensori da campo.

Viene poi citato l’utilizzo del sistema di monitoraggio in questione anche per l’individuazione di illeciti ambientali, il monitoraggio dell’inquinamento marino e litorale, oltre che per supporto alle emergenze, come in generale i disastri naturali.

Come da documento PNRR, entro il mese di settembre 2024, il 90% della superficie delle regioni meridionali dev’essere coperto dal sistema citato, indicando una priorità geografica e temporale nella sua realizzazione. I tempi strettissimi e la natura stessa del PNRR hanno implicato un forte accentramento delle attività di pianificazione, progettazione e, almeno in principio, anche della implementazione.

Tra gli Enti e le Amministrazioni che coordinano la maggior parte delle attività di questo investimento hanno un ruolo di rilievo il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) da questo vigilato, oltre al Dipartimento di Protezione Civile Nazionale.

Sono poi coinvolti in numerose fasi di progettazione ed implementazione anche il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF), Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (MIMS), i Carabinieri Forestali, l’Istituto Geografico Militare e l’Istituto Idrografico della Marina.

Per governare il processo di implementazione delle diverse fasi del progetto sono in corso di costituzione una serie di task force ad hoc, mentre il coordinamento fra le diverse parti dovrebbe essere garantito dalla costituzione di tavoli tecnici interistituzionali per le applicazioni verticali del sistema.

L’auspicio è che questo nuovo “sistema integrato”, che andrà a servire numerosi settori verticali e sarà quindi la base informativa su cui verranno prese decisioni importanti per la vita dei cittadini, sia davvero di supporto per tutte quelle Pubbliche Amministrazioni regionali e locali che, già oggi, realizzano molte di queste attività di monitoraggio di cui la legge affida loro la responsabilità.

La progettazione di questo nuovo sistema, che il Piano stabilisce debba iniziare proprio in questi mesi, dovrà tenere conto di cosa stanno attualmente facendo gli Enti regionali preposti a tali monitoraggi dalla legge. Dovrà tenere conto anche che l’implementazione delle tecnologie previste, dove queste non siano satellitari, deve necessariamente trovare il supporto delle Autorità e degli uffici competenti del territorio, siano essi regionali o comunali. Dovrà anche stabilire che si occuperà della manutenzione e della gestione di tali tecnologie nel tempo, anche dopo la fine delle risorse del PNRR.

La velocità di esecuzione è importante, anzi fondamentale, ma altrettanto cruciali, in considerazione delle materie a cui si applica il nuovo sistema di monitoraggio, saranno le scelte che riguarderanno il ruolo ed il coinvolgimento delle Regioni e degli altri Enti locali.



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