Alla vigilia delle feste l’Italia affronta alcuni passi fondamentali sulla strada della prevenzione: sarà davvero un “felice anno nuovo”?
E’ dicembre e l’Emilia Romagna è appena stata attraversata da un’ondata di maltempo e dalle conseguenti piene ed esondazioni. Nel frattempo l’anno volge al termine ed è tempo di bilanci. Il 2017 è certamente stato straordinario dal punto di vista climatico, tanto che sarà purtroppo ricordato a lungo per i danni e le vittime correlati agli eventi meteorologici estremi. Se sarà ricordato come un anno straordinario anche dal punto di vista della prevenzione e della preparazione dipende invece dai prossimi decisivi giorni. A brevissimo infatti capiremo se il nuovo anno inizierà davvero con tre importanti novità: riordino del sistema nazionale di Protezione Civile, nascita di ItaliaMeteo e cofinanziamento nazionale per le tecnologie di monitoraggio ai fini di allertamento.
L’anno si è aperto con una nevicata eccezionale in centro Italia e la valanga di Rigopiano del 18 gennaio. Quel giorno hanno perso la vita 29 persone presso l'omonima località situata nel comune di Farindola, in Abruzzo. E’ vero che, fino a questi giorni, nel 2017 non si sono verificate piene importanti nei principali fiumi della penisola, anzi, il CNR ha appena diffuso un report in cui sottolinea che quello appena trascorso è stato l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi. Purtroppo però si è confermato il trend in crescita per gli eventi estremi, brevi ed intensi, sempre difficili da prevedere in modo puntuale e, anche per questo, particolarmente pericolosi. L’elenco sarebbe lungo ma qui citiamo solo tre episodi, che certamente rimarranno nella memoria e che hanno colpito località del sud, del nord e del centro Italia: il nubifragio a Scilla, in Calabria, il 16 luglio scorso; la frana, generata dalle piogge intense, che ha fatto una vittima a Cortina d’Ampezzo, in Veneto, nella notte fra il 4 ed il 5 agosto; il rovescio che fra il 9 ed il 10 settembre ha allagato alcune strade di Livorno, facendo 8 vittime.
Di fronte ad anomalie climatiche e meteorologiche così significative, sono stati fatti diversi passi in avanti, dal Governo e dalle Istituzioni, sulla via della prevenzione. Senza la pretesa di essere esaustivi, ne citiamo alcuni. In primis ricordiamo che il percorso di implementazione della Direttiva 2000/60, la cosiddetta “Direttiva Acque”, ha finalmente portato alla nomina dei Direttori degli 8 Distretti Idrografici che sono stati individuati sul territorio nazionale. Si tratta di un passaggio necessario, seppur non sufficiente, per arrivare alla operatività dei Distretti stessi e per garantire la realizzazione di quei Piani di Gestione Rischio Alluvione (PGRA), pubblicati dalle Autorità di Bacino e dalle Regioni nel corso del 2016.
Nel 2017 è da segnalare anche il prosieguo delle attività della struttura di missione ItaliaSicura, di pari passo con lo stanziamento di 100 milioni di Euro, in dotazione al Ministero dell’Ambiente, per finanziare la progettazione degli interventi di riduzione del rischio idrogeologico. Su questo tema ricordiamo che ieri, 13 dicembre, si è tenuto a Roma il convegno "Progettare l'Italia Sicura - 12 tavoli, 1 Guida condivisa contro il dissesto idrogeologico” a cui anche CAE ha partecipato per portare la sua esperienza e il suo punto di vista su come gli interventi non strutturali, insieme alle tradizionali opere idrauliche, possano aiutare a raggiungere l’obiettivo della riduzione del rischio.
Sono quindi stati fatti passi importanti per orientare il Paese verso un futuro “più sicuro”. Siamo però convinti che, oltre ad una buona pianificazione dell’assetto idrogeologico, oltre ad un buon quadro istituzionale, oltre alla progettazione e realizzazione di buone opere idrauliche, la mitigazione dei rischi connessi con gli eventi meteorologici estremi debba essere affrontata con una sempre maggior preparazione delle comunità di cittadini, una rafforzata capacità di previsione, la buona gestione delle situazioni in corso di evento e risposte ben coordinate nell’immediato post-evento: in poche parole un buon lavoro di squadra tra istituzioni, popolazione e volontariato, quindi un buon “sistema di Protezione Civile”.
Da un lato occorre ricordare che il sistema italiano di Protezione Civile, nel suo complesso, è riconosciuto già oggi a livello internazionale come uno dei più efficaci del mondo, dall’altro segnaliamo in questo nostro editoriale di fine anno che nei prossimi giorni c’è un’opportunità che il nostro Paese non dovrebbe perdere per perfezionarlo ed adeguarlo alle mutate condizioni a contorno: il 4 gennaio 2018 scade il termine per l’attuazione della legge delega del 16 marzo 2017, n. 30, per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile.
Oltre alla speranza che il Governo pubblichi questo decreto legislativo di riordino del sistema di Protezione Civile, la chiusura del 2017 porta con sé altre due speranze, entrambe legate alla “legge di bilancio 2018” attualmente in discussione alla Camera dei Deputati. La prima è che sia definitivamente sancita la nascita, con i relativi stanziamenti, dell’Agenzia Nazionale per la Meteorologia e la Climatologia, denominata ItaliaMeteo, che dovrebbe essere istituita a Bologna. La seconda è che il cofinanziamento nazionale alle tecnologie utilizzate per il sistema di allerta nazionale – gestite a livello regionale – sia adeguato ai tempi nelle cifre, diventi strutturale e continuativo nel tempo. Quest’ultimo tema è al centro di una azione che si sta svolgendo in modo sinergico tra il Senatore Maran, l’Onorevole Fusilli ed altri senatori e deputati firmatari nelle due camere del Parlamento: l’emendamento presentato al Senato e lì decaduto per via della fiducia richiesta dal Governo, è di fatto ripresentato alla Camera e, auspicabilmente, discusso in questi giorni.
Le tre sfide appena descritte sono tutte difficili e importanti per aumentare la sicurezza dei cittadini di fronte ad un territorio vulnerabile come quello italiano ed al cambiamento climatico, che rende i fenomeni estremi sempre più frequenti. Incrociamo le dita e speriamo di poter festeggiare, nelle prossime settimane, un Santo Natale e un felice anno nuovo all’insegna della prevenzione.
Oltre a pubblicare questi buoni auspici, vogliamo chiudere l’anno anche con una promessa. Da parte nostra, come CAE, continueremo ad investire in innovazione e competenze di alto livello, perché la nostra missione è proprio quella di fornire soluzioni, tecnologie e servizi, che contribuiscano ad un mondo più sicuro.
Buon Natale e felice anno nuovo a tutti voi
La Redazione e CAE S.p.A.