• Il percorso incerto delineato dalla COP28 e la necessità di adattarsi al clima che certamente cambia
    CAE MAGAZINE n.81 - Dicembre 2023
    Il percorso incerto delineato dalla COP28 e la necessità di adattarsi al clima che certamente cambia

Il percorso incerto delineato dalla COP28 e la necessità di adattarsi al clima che certamente cambia

Si è chiusa formalmente il 13 dicembre negli Emirati Arabi la COP28. "Il mondo aveva bisogno di trovare una nuova strada. Seguendo la nostra stella polare, abbiamo trovato quella strada", ha dichiarato il Presidente della COP28, il Sultano Al Jaber durante il suo discorso di chiusura, "Abbiamo lavorato molto duramente per garantire un futuro migliore per le nostre persone e il nostro pianeta. Dovremmo essere orgogliosi del nostro risultato storico". Il Sultano Ahmed Al Jaber è il Ministro dell'industria e della tecnologia avanzata, capo della Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) e Presidente di Masdar.

La COP è l'organo decisionale supremo della “Convenzione delle Partidell’organizzazione delle Nazioni Unite per il Cambiamento Climatico. Tutti gli Stati che sono parti della Convenzione sono rappresentati alla COP, durante la quale esaminano l'attuazione della Convenzione e di qualsiasi altro strumento giuridico adottato, decidendo come promuovere l'effettiva attuazione della Convenzione stessa, comprese le disposizioni istituzionali e amministrative.

Tra i principali impegni contenuti nel testo finale negoziato figura, al primo posto, un riferimento senza precedenti alla transizione da tutti i combustibili fossili per consentire al mondo di raggiungere il “bilancio zero”, qualsiasi cosa questo significhi in concreto, entro il 2050. È paradossale, ma certamente positivo, che l’inizio della fine dei combustibili fossili sia sancito proprio in una COP ospitata e Presieduta da petrolieri.

Si tratta di accordi che devono, per regolamento dello stesso organo decisionale, essere approvati con il supporto di tutti i 200 Paesi convenuti, con tutte le complicazioni che questo implica. Si pensi agli interessi dei più grandi inquinatori al mondo, fra cui USA, Cina e India, che bilanciano economia e benessere sociale di milioni di persone con gli effetti del cambiamento climatico su alcune parti del loro territorio, rispetto all’emergenza vissuta dai piccoli Stati Insulari sparsi negli Oceani, che al cambio del clima legano la minaccia alla sopravvivenza stessa dei propri Paesi.

Mentre al COP si discute di come mitigare il cambiamento climatico, l’Italia delle tecnologie, delle industrie, delle amministrazioni e della ricerca, ha avuto modo di fare il punto sulle misure di adattamento al cambiamento climatico già in atto presso Earth Technology Expo, il 16 novembre a Firenze. Si è trattato di una edizione importante, che ha seguito l’evento alluvionale di maggio in Romagna e nelle Marche e di inizio novembre in Toscana. Vi riportiamo in questo numero due interviste raccolte proprio durante la giornata, una a Paola Pagliara del Dipartimento di Protezione Civile Nazionale e l’altra a Paolo Masetti, Delegato Anci alla Protezione Civile della Regione Toscana.

Una buona pratica di cui parliamo diffusamente in questo numero è poi l’utilizzo, che il Codice di Protezione Civile definisce in capo ai Centri Funzionali Regionali, delle reti di monitoraggio in tempo reale per la misurazione dei parametri meteorologici, idrologici e idrometrici, ai fini della corretta previsione e gestione delle piene. Raccontiamo il progetto di ammodernamento avviato in questi giorni da Regione Calabria e dalla sua ARPACAL.

Con questo numero chiudiamo le pubblicazioni del 2023 e con il CAE Magazine ci vediamo a gennaio.

Tanti auguri di buon Natale e buon anno da tutta la redazione.

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