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Monitoraggio innovativo degli argini: la sperimentazione operativa con AIPO

giugno 2016

La sicurezza, prima di tutto, per la tutela dei cittadini, per il territorio, per l’ambiente. Ma in un’Italia fragile, dove l’emergenza toglie priorità alla necessaria prevenzione, occorre cambiare passo (e cultura), perché prevenire significa anche risparmiare. Una dimensione, questa, in cui le nuove tecnologie assumono sempre più importanza, anche nella fase decisionale, e investire sul monitoraggio - con la raccolta e la trasmissione di dati attendibili e in tempo reale - significa appunto investire sulla sicurezza (e sul futuro). 

Monitorare lo stato di salute degli argini in tempo reale e in modo automatico è quindi possibile? Sì, grazie a CAE. Una soluzione - quella sviluppata dalla società leader nello sviluppo di tecnologie e servizi per il monitoraggio ambientale a scopo di protezione civile - che è stata implementata insieme ad AIPO (Agenzia Interregionale per il Po). La sperimentazione di questo innovativo sistema, il primo in Italia, è avvenuta sull’argine destro del fiume Secchia (località Ponte Motta, Comune di Cavezzo, Modena) ed è stata presentata a Venezia nell'ambito del convegno internazionale “Citizen Observatories for Water Management”.

Di fronte a una nutrita platea sono intervenuti, tra gli altri, il direttore e il presidente di Anbi Veneto (Andrea Crestani e Giuseppe Romano), rappresentanti della Regione Veneto e del Consorzio di bonifica Adige Euganeo. Per conto dell'Agenzia interregionale per il fiume Po sono intervenuti l’Ing. Gianluca Zanichelli, l’Ing. Sara Pavan e il Geologo Alessandro Rosso. Nel corso dell’incontro sono stati passati in rassegna alcuni dei principali interventi di messa in sicurezza nelle fasi post alluvionali: dalle strutture arginali del Brenta-Bacchiglione alla filtrazione sull’argine del fiume Secchia. 

Un contesto nel quale s’inserisce come naturale risposta ai bisogni del territorio l’innovativa tecnologia del sistema di monitoraggio automatico degli argini elaborata da CAE. “Si tratta di un prodotto affidabile, che ben si presta per il monitoraggio arginale” ha sottolineato Luca Finotto, ingegnere CAE. “Per noi – prosegue Finotto - acquisire dati, trasmetterli e renderli disponibili al cliente in tempo reale è un atto fondamentale. Dedichiamo la massima attenzione a ogni fase, dall’acquisizione del dato alla trasmissione. La sua attendibilità, poi, diventa la nostra priorità”. E il successo della sperimentazione in corso a Ponte Motta dal gennaio scorso ne è la dimostrazione più evidente. Ma come funziona? A spiegarlo è Guido Bernardi, direttore delle attività di sviluppo CAE. “La stazione di monitoraggio multirischio raccoglie i dati di sensori disposti a maglia su tutto il tratto arginale, consentendo di trasmettere in tempo reale dati relativi a livelli di falda, umidità, temperature o movimenti a diverse profondità. La centralina di monitoraggio - aggiunge - funziona in ogni condizione. E’ alimentata con fotovoltaico e trasmette anche via radio, evitando così possibili interruzioni in caso di black-out”.

Di fatto l’obiettivo del monitoraggio sperimentale di tipo multiparametrico è lo studio delle dinamiche di imbibizione e filtrazione del tratto d’argine in questione, in risposta agli eventi di piena, anche attraverso il confronto con zone adiacenti caratterizzate da condizioni al contorno differenti. Un sistema che in questo caso consente ad AIPO di ottenere la modellazione del comportamento dell’argine durante (e a seguito) delle piene del fiume. L'innovazione passa poi dall'uso del Wireless Sensor Network. Come ha spiegato Bernardi, i sensori per il rilevamento di diversi parametri, collocati lungo gli argini, vengono collegati attraverso una rete di nodi di acquisizione e trasmissione (chiamati W-Point) che trasmettono via wireless i dati alla stazione Mhaster (che può essere installata lontano dalla zona di monitoraggio). La rete formata dai W-Point è facilmente incrementabile e modificabile. Ma cosa accade se un W-Point viene spostato o eliminato? Be', la rete continua a funzionare. La riconfigurazione del sistema, infatti,  non è necessaria perché avviene in automatico (le informazioni vengono trasmesse ugualmente attraverso una via alternativa). Ai W-Point sono collegati sensori di umidità del suolo, trasduttori di pressione e sensori inclinometrici che permettono di monitorare le pressioni interstiziali (in varie sezioni dell’argine differenti per caratteristiche geomorfologiche e geotecniche), il grado di saturazione del terreno a diverse profondità, il profilo verticale di temperatura interna all’argine, eventuali deformazioni del rilevato in risposta a gradienti idraulici critici. Ogni W-Point, poi, raccoglie i dati dai sensori a esso collegati e li trasmette alla stazione Mhaster che, equipaggiata con sensori idrometrici e meteorologici, monitora le condizioni al contorno utili alla corretta interpretazione dei parametri geotecnici acquisiti sull’argine. Dati che, come nel caso del  Ponte Motta, vengono trasmessi alle centrali di controllo AIPO di Parma via UMTS/GPRS. “Il sistema che proponiamo, che accoglie sensoristica e sistemi diversi - conclude Finotto - è potente e flessibile a ogni tipo di richiesta”. 

 

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