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L’importanza della gestione della risorsa idrica – IL VIDEO

luglio 2023

Per riascoltare l'episodio n.2 visita le pagine di SPREAKER, SPOTIFY e YOUTUBE.

Da oggi è disponibile anche il video riassuntivo dell'episodio n.2 a questo link.


Il secondo episodio del podcast “Può la tecnologia salvare il mondo? La mitigazione dei rischi ambientali in epoca di cambiamento climatico” è intitolato “L’importanza della gestione della risorsa idrica” e approfondisce il tema del monitoraggio e della gestione nella pianura emiliano romagnola, tra piene e siccità. Si parla di tutti i benefici rappresentati dall'utilizzo puntuale diffuso delle nuove tecnologie digitali per il monitoraggio costante dei livelli dei corsi d’acqua, che diventano un mezzo indispensabile per la prevenzione e l’impatto di possibili disastri ambientali, pezzi di quel mosaico complesso di big data irrinunciabili per un’analisi strutturale e di sistema di ciò che sta accadendo e di ciò che si dovrebbe fare.

Alessandro Bratti, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po, sottolinea l’importanza del cosiddetto programma Copernicus che prevede appunto un potenziamento dell'osservazione satellitare che, abbinata alle attività di monitoraggio in situ, consente di avere una quantità di dati importantissimi per poter poi costruire modelli previsionali e di simulazione che aiutano a fare le scelte opportune in questa grande fase di cambiamento climatico.

Il fiume Po è il grande osservato speciale, afferma Alberto Agnetti, Funzionario specialista di AIPO, Ente che ha nel tempo promosso e incentivato l'utilizzo di strumenti adeguati sia per la parte di monitoraggio sia per quella di previsione degli eventi di piena, soprattutto in questa fase di conclamato cambiamento climatico. AIPO mantiene una propria rete di idrometri che vanno a integrare quella che è la rete condivisa tra tutte le Regioni per il monitoraggio dell'intero bacino del Po, inoltre nel tempo ha mantenuto e sviluppa un sistema, anche questo in collaborazione con tutti gli Enti coinvolti nel sistema di protezione civile, che consente di avere, note le previsioni di precipitazioni attese e note le misurazioni fatte da tutta la rete condivisa di monitoraggio idro-termo-pluviometrica, valutazioni sugli eventi attesi.

Giulia Sisca, Ingegnere Ambientale di CAE, spiega come per sfruttare al meglio i dati sia necessario approfondire la conoscenza mediante attività specialistiche come rilievi di sezione, misure di portata che consentono di creare scale di deflusso e di tarare modelli idraulici. Si tratta di attività che richiedono personale qualificato e l'utilizzo di strumenti specifici come sistemi di rilievo GNSS, stazioni totali ADCP con supporto galleggiante e i mulinelli idraulici. I servizi in questione possono anche essere propedeutici all'implementazione di sistemi automatici fissi capaci di restituire la misura della portata in tempo reale in continuo, in corrispondenza del sito di installazione. Si tratta di attività ad alto valore aggiunto pensate per supportare tutti quegli uffici che si occupano di gestione della risorsa idrica quali Agenzie, Autorità distrettuali, centri funzionali, consorzi e multiutility.

Anche le reti secondarie, come abbiamo già approfondito nell' episodio dell'alluvione Toscana di Rosignano marittimo, hanno una valenza fondamentale per le possibili ripercussioni, gli effetti anche sui centri abitati, da qui il caso modello dei canali di Bologna, una rete storica che affonda le radici nei secoli che come sottolinea Andrea Bolognesi, Direttore dei Canali di Bologna, ha una valenza importante nella città e nel territorio circostante. “Il reticolo è pervaso da strumenti di misura, dove occorre un’attenzione diversa rispetto alla misura tradizionale nei corpi idrici fluviali, i canali sono regolati e quindi temono in maniera diversa l'afflusso eccessivo di acqua dovuto a eventi meteorici consistenti, ma, proprio per la presenza di organi di regolazione, al loro interno possono avere delle condizioni idrauliche particolari, nelle quali a livelli uguali sono associati deflussi diversi, è qui che gli strumenti di misura tradizionali possono fare un po’ fatica, è qui che la sapienza di chi segue queste installazioni tecnologiche deve assisterci, ed è quello che stiamo cercando di fare con delle calibrazioni in campo proprio in questi giorni. La conoscenza permette di modulare la gestione, sia attraverso ovviamente azioni empiriche se volete, dettate anche dell'esperienza di chi magari gestisce il reticolo da anni, ma anche attraverso soluzioni ulteriormente tecnologiche come possono essere modelli di simulazione. Il modello di simulazione è uno strumento potentissimo e meraviglioso, ma se non è ancorato a misure della realtà basate, diventa qualcosa di galleggiante e non probante.” spiega Bolognesi.

Cambiamenti climatici e tecnologie adeguate ad aumentare la capacità di adattamento e di resilienza dei territori sono temi che ritroveremo un po’ in tutti i nostri appuntamenti. Nel prossimo episodio protagonista sarà il dissesto idrogeologico soprattutto quello montano, con un focus dettagliato sul caso di Limone Piemonte.

Per riascoltare l'episodio n.2 visita le pagine di SPREAKERSPOTIFY e YOUTUBE.

Da oggi è disponibile anche il video riassuntivo dell'episodio n.2 a questo link.





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