• Incrementato il numero di stazioni di monitoraggio nell’area del “Massiccio dell’Appennino Centrale”
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    Incrementato il numero di stazioni di monitoraggio nell’area del “Massiccio dell’Appennino Centrale”

Incrementato il numero di stazioni di monitoraggio nell’area del “Massiccio dell’Appennino Centrale”

dicembre 2021

L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale (ABDAC), a seguito degli eventi sismici del 2017, ha intensificato il lavoro con le Regioni interessate dal sisma, mettendo a disposizione della Struttura commissariale per la ricostruzione le proprie competenze tecnico-scientifiche e fornendo un quadro aggiornato del rischio idrogeologico dell’area per poter realizzare una ricostruzione in condizioni di sicurezza. Al fine di rafforzare ulteriormente questa collaborazione nell’autunno del 2018 è stato avviato il Progetto ReSTART Resilienza Territoriale Appennino Centrale Ricostruzione Terremoto”, finanziato dall’Agenzia per la coesione territoriale attraverso i fondi del PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020. Il Progetto durerà fino al giugno del 2022 mettendo in campo molteplici “azioni e tecnologie per la prevenzione e la pianificazione idrogeologica e antisismica.

Il progetto si articola attraverso 3 obiettivi:

1. supporto tecnico per la ricostruzione post sisma in condizioni di sicurezza idrogeologica da fenomeni pregressi e sismo indotti (FRANE e ALLUVIONI);

2. riprogrammazione delle risorse idriche a causa degli effetti sismo-indotti (RISORSA IDRICA);

3. modello pilota della governance e aggiornamento costante e continuativo del quadro conoscitivo dei fenomeni di rischio (PIANIFICAZIONE URBANISTICA e MODELLO DI GOVERNANCE).


Il secondo obiettivo consentirà di incrementare la base dati idrometeorologici attualmente esistente nell’area del cosiddetto “Massiccio dell’Appennino Centrale”, nel territorio delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, al fine di migliorare la conoscenza e la valutazione dell’impatto dei fenomeni sismici sui corpi idrici dell’area di ricarica idrica.

CAE, alla guida del RTI che si è aggiudicato l’appalto, ha dato il suo contributo al raggiungimento di questo secondo obiettivo, infatti, si sono quasi conclusi i lavori per la fornitura e installazione di stazioni automatiche in telemisura per il monitoraggio idrometrico, nivometrico e pluviometrico con implementazione nelle reti meteo idropluviometriche delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. Entrando più nel dettaglio, si tratta della fornitura e l’installazione di 15 stazioni di monitoraggio, di attività di misurazione delle portate e di manutenzione per 12 mesi delle stazioni installate. Successivamente dette stazioni passeranno nella competenza delle relative Regioni che già oggi vedono la propria rete incrementata.

La sensoristica utilizzata è dotata di uscite analogiche o seriali con protocolli Modbus o SDI12 e quindi aperti e documentati. Tutti i sensori garantiscono quindi la piena interoperabilità consentendo interfacciamento e acquisizione dati con eventuali altri datalogger, diversi da quelli previsti, che dovessero essere integrati.

La comunicazione avviene tramite un modem 4G, che presenta protocolli di comunicazione standard, adatto ad integrarsi su tutte le diverse reti coinvolte e che garantisce velocità di trasmissioni dati elevate.

Tra le tecnologie fornite da CAE non potevano mancare:


datalogger CompactPlus;

termoigrometri THS;

pluviometri PG10;

- idrometri radar.


Fieri di aver contribuito al progetto ReSTART che intende generare un modello diresilienza”, che pur nascendo specificatamente per il cratere del Centro Italia, ha caratteristiche e finalità che lo rendono esportabile in qualunque territorio (in Italia e nel mondo) colpito da calamità naturali.



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