Intervista a Cacciamani: aggiornamenti da ItaliaMeteo

Analizzare il clima che cambia, utilizzando non solo le tecnologie più innovative, ma anche un sistema organizzativo che riesca a rendere più efficiente e omogeneo il monitoraggio, migliorando anche la previsione degli eventi localizzati. Abbiamo intervistato Carlo Cacciamani, climatologo e direttore dell'Agenzia ItaliaMeteo, per capire in quale direzione si sta muovendo il monitoraggio e quali strumenti vengono utilizzati, dalle reti tradizionali ai sistemi di raccolta dati via satellite.
ItaliaMeteo ha come obiettivo l’integrazione delle competenze dei sistemi regionali? Quali sono i vantaggi? Quali sono i prossimi passi?
"Sicuramente ItaliaMeteo ha l’obiettivo di integrare e valorizzare le competenze presenti nel sistema meteorologico nazionale, costituito dall’Agenzia stessa e dagli Enti meteo che operano a livello nazionale e all’interno delle Regioni. Questo perché ad oggi il sistema, pur essendo molto ricco, sia per quanto concerne le modalità di monitoraggio e previsione, sia per quanto riguarda le competenze disponibili, è estremamente disomogeneo. Non ci sono standard comuni di monitoraggio, nella manutenzione delle reti, nelle modalità di acquisizione e di elaborazione dei dati, nei sistemi di comunicazione, ad esempio, delle previsioni meteo che vengono diffuse. Inoltre, esiste anche una sovrabbondanza di sistemi di previsione modellistica, che certamente rappresentano una potenziale ricchezza, ma al tempo stesso non sono inquadrati in una governance nazionale stabilita.
Avere un’Agenzia nazionale che svolga un ruolo di coordinamento può ridurre queste problematiche e contribuire a dare una visione più coerente di quanto effettivamente esiste nel nostro Paese. Il risultato di questa azione permette anche di presentare l’Italia nel palcoscenico meteorologico internazionale in modo molto meno frammentato rispetto a quanto sta accadendo oggi. In questo modo si può ambire a cogliere opportunità che oggi non sono raggiungibili.
Le convenzioni con gli Enti Meteo, alcune già stipulate e altre in via di definizione, rappresentano uno strumento di governance per mettere a sistema le competenze e stabilire modalità di collaborazione efficaci.
Relativamente al futuro, senza dubbio l’aspetto principale è il consolidamento dell’organico, che si è reso possibile solo dall’agosto del 2024 (con l’approvazione della Legge 111 dell’8 agosto), che permette all’Agenzia di assumere nuovo personale a tempo indeterminato, superando i blocchi assunzionali tuttora vigenti per la pubblica amministrazione.
Questo passaggio permetterà di raggiungere la piena operatività ed erogare tutti i servizi che servono al Paese".
Come si può fare per migliorare le previsioni degli eventi localizzati?
"Come noto, le previsioni meteorologiche hanno un margine di incertezza che si amplia, sia all’aumentare della scadenza temporale della previsione, sia all’aumentare del dettaglio spaziale a cui la previsione è mirata. Nel futuro quindi gli obiettivi a cui tendere devono perseguire questo doppio target: da un lato migliorare la previsione anche su un orizzonte temporale maggiore e dall’altro diminuire l’incertezza in termini di localizzazione nello spazio e nel tempo dei fenomeni meteo, in particolare di quelli molto intensi che possono causare danni.
Per raggiungere questi obiettivi occorre operare su più fronti: certamente è prioritario da un lato migliorare i sistemi di modellazione fisico-matematica dell’atmosfera, dall’altro utilizzare al meglio tutte le fonti di dati disponibili nel processo di inizializzazione di questi sistemi modellistici, quello che in gergo si chiama data assimilation. L’Agenzia ItaliaMeteo sta già lavorando in tale direzione, ad esempio per quanto concerne l’assimilazione dei dati da satellite è impegnata nel definire i metodi di utilizzo più adeguati. Infatti, i dati da satellite offrono, tra i tanti vantaggi, anche quello di fornire informazioni in aree geografiche, come ad esempio sopra i mari, dove in genere quelle fornite dalle reti di monitoraggio tradizionale (dati al suolo, dati di radiosondaggio atmosferico) sono lacunose.
Relativamente alle previsioni, e in particolare degli eventi localizzati, va poi detto che queste devono essere necessariamente espresse in termini probabilistici per tenere conto dell’incertezza che è inevitabilmente ad esse associata. Questo è un aspetto veramente cruciale, non solo per la difficoltà tecnica di fornire previsioni probabilistiche, ma per la difficoltà di comunicazione delle stesse che costituisce un altro obiettivo da raggiungere.
Da ultimo, le nuove frontiere offerte dall’Intelligenza Artificiale, specialmente il Machine Learning, offrono un’importante opportunità di migliorare le previsioni meteo in quanto permettono di sfruttare al meglio tutta la gran mole di informazione meteorologica acquisita, anche nel passato, e utilizzarla per la costruzione di scenari futuri. In tutti questi ambiti l’Agenzia ItaliaMeteo si cimenterà, facendo rete con gli altri soggetti che stanno lavorando nel settore".
I dati che servono all’Agenzia vengono acquisiti dalle centraline localizzate sul territorio. Chi gestisce queste reti di monitoraggio? Che tipi di dati vengono raccolti?
"I dati osservati sono essenziali per avere un’informazione dello stato fisico dell’atmosfera e del mare, e predirne l’evoluzione futura, oltre che per le valutazioni climatologiche basate sulle analisi delle serie storiche. Ad oggi il sistema di monitoraggio nazionale conta oltre quattromila stazioni, gestite da molti Enti meteo che operano sia a livello nazionale che all’interno delle Regioni e delle Province Autonome, che li acquisiscono e li rendono disponibili in modalità difformi.
L’Agenzia al momento non ha reti di proprietà e utilizza i dati in tempo reale raccolti dalle stazioni al suolo del sistema di monitoraggio nazionale, relativi a diverse variabili meteorologiche (come temperatura, pressione, umidità relativa, precipitazione, vento) e i dati acquisiti dalle reti osservative marine (per esempio, boe ondametriche, mareografi, stazioni meteorologiche in mare).
ItaliaMeteo sta lavorando, insieme agli Enti meteo, alla definizione di standard comuni per costruire una piattaforma open di dati che tenga conto anche delle esigenze degli stakeholder del settore. Ha già avviato contatti e siglato convenzioni con Enti che operano sul territorio, e che necessitano di tali dati per ottimizzare le loro filiere di attività".
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