• La tragedia di Valencia
    CAE MAGAZINE n.91 - Novembre 2024
    La tragedia di Valencia

La tragedia di Valencia

Ci siamo lasciati parlando dell’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, e dopo appena 10 giorni è avvenuta la catastrofe di Valencia.

Nella giornata del 29 ottobre il maltempo estremo ha colpito la Spagna meridionale con piogge torrenziali che hanno toccato i 490 millimetri in meno di 8 ore a Chiva, nella Comunità Valenciana, di cui 340 millimetri in 4 ore. Sono accumuli estremi, paragonabili a quelli attesi in un intero anno nella zona (450-500 millimetri) ma caduti nell'arco di poche ore. Un’alluvione violentissima che, a quanto ci risulta, ha portato a 222 morti e incertezza sui dispersi, oltre 120mila sfollati, 300mila senza acqua.

Si è trattato di un fenomeno simile alla “goccia fredda”, termine con cui il fenomeno è più noto soprattutto a livello giornalistico. Semplificando un po', possiamo dire che “DANA” (Depresion Aislada en Niveles Altos) è un termine piuttosto specifico usato in Spagna, mentre “goccia fredda” è un termine più informale e meno specifico per quanto riguarda le cause e le conseguenze del fenomeno stesso.

Nello specifico, il DANA che ha provocato alluvioni e inondazioni in Spagna è lo stesso disturbo atmosferico che nei giorni precedenti ha provocato maltempo in alcune Regioni italiane, principalmente Liguria, Sicilia e Sardegna.

Questi temporali sono stati autorigeneranti e stazionari per via del blocco atmosferico e così hanno manifestato la loro violenza per ore nella stessa zona.

Un evento drammatico come quello che ha colpito la Spagna costringe a prendere atto che non è possibile imputare questi danni unicamente alla pulizia dei tombini o alla manutenzione degli argini dei fiumi: questi disastri sono dei drammatici punti di conferma che c'è un problema legato alla crisi climatica in corso.

I dati indicano che la stagione autunnale nell'area mediterranea assomiglia sempre più alla stagione monsonica dei tropici. I DANA sono fenomeni comuni, sono sempre avvenuti, però il cambiamento climatico ed il conseguente riscaldamento di atmosfera e mari, può aumentarne l'intensità, modificarne le caratteristiche e la frequenza, con conseguenti ingenti danni.


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