• Progettare l'assetto idrogeologico: in Calabria con #Italiasicura
    CAE MAGAZINE n.9 - novembre 2016
    Progettare l'assetto idrogeologico: in Calabria con #Italiasicura

Progettare l'assetto idrogeologico: in Calabria con #Italiasicura

Progettare l'assetto idrogeologico: in Calabria con #Italiasicura

Si è svolto il 26 ottobre a Rende, ospitato dall’Università della Calabria, il seminario “Progettare l’assetto idrogeologico”, organizzato dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza e dall’Ordine dei Geologi della Calabria nel contesto dei seminari che Italiasicura, la Struttura di missione di Palazzo Chigi contro il dissesto, sta svolgendo in tutta Italia in collaborazione con il MATTM, le Regioni, le Università, il Consiglio Nazionale dei Geologi e il Consiglio Nazionale degli Ingegneri.

Nel corso dell’evento, moderato da Alessandro Astorino, consigliere dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Cosenza, sono state presentate le Linee Guida di Progettazione di #italiasicura. Un appuntamento importante, contraddistinto da una grande partecipazione, che ha visto la presenza di professionisti, amministratori, accademici ed imprese. Ne è emerso un quadro incoraggiante, in un contesto regionale ricco di eccellenze e di buone prassi, dove molto è stato fatto e molto è in programma per il prossimo futuro.

L’intervento del Direttore della struttura di missione Mauro Grassi ha acceso i riflettori sull’importanza di finanziare opere valutate in base allo stato della loro progettazione ed alla bontà del progetto presentato. L’intenzione dichiarata è quella di introdurre criteri meritocratici ed oggettivi per la scelta dei progetti da finanziare e di diminuire il tempo che passa fra lo stanziamento dei fondi e la realizzazione dell’opera.

È stato il professor Giovanni Menduni, docente al Politecnico di Milano, a sviluppare i concetti tecnici chiave che, alla luce dei programmi sviluppati dalla Struttura, dovrebbero contraddistinguere una progettazione efficace, descrivendo i contenuti delle 12 schede che compongono le linee guida e che sono disponibili sul web all’indirizzo: http://italiasicura.governo.it/site/home/dissesto/linee-guida.html. Sono gli stessi protagonisti della struttura di missione a definirle come una sorta di “strumento-wikipedia” per sottolinearne lo spirito operativo e la genesi partecipata. Fra questi concetti ricordiamo la necessità di un approccio multidisciplinare alla progettazione, che consideri l’insieme degli effetti dell’intervento e non solo quello locale; l’importanza di progettare opere utili in diversi scenari di evento e non solo durante gli estremi; l’utilità di valutare fin dalla fase di progettazione anche gli oneri che le diverse opzioni considerate implicano per la manutenzione delle nuove opere.

Le Linee Guida di Progettazione suggeriscono anche, nella loro versione 2.0, che il progettista descriva le diverse opzioni di intervento che lo scenario di rischio individuato può prevedere, non dimenticando fra queste i possibili interventi non strutturali, per poi valutarli in un’ottica di rapporto costo-beneficio.

Inoltre, passo estremamente importante del documento, il progettista è invitato ad indicare quale sia lo scenario di rischio post-operam e proporre eventuali misure non strutturali per la sua gestione e mitigazione. Il cosiddetto “rischio residuo” deve essere considerato ed eventualmente affrontato con soluzioni che, se rientranti nella sfera di competenze tipiche della Protezione Civile, devono essere concertate con le autorità regionali ad esse preposte.

Il Presidente della Regione Mario Gerardo Oliverio ha voluto sottolineare l’attenzione che la politica sta dedicando alla mitigazione del rischio idrogeologico. Fra le priorità della sua amministrazione ha citato l’utilizzo efficiente delle strutture regionali già esistenti, da impiegare al meglio anche per la manutenzione del territorio, oltre alla necessità di spendere bene e velocemente i fondi che sia l’Europa, sia il Governo, mettono a disposizione. 

Ha poi ricordato i lavori, finanziati sulla base di una vecchia programmazione, che impiegano i primi 250 milioni di Euro disponibili in Regione, e ha l’arrivo di 400 milioni di Euro per nuovi lavori a breve, concertati con la Presidenza del Consiglio dei Ministri in relazione alla programmazione coordinata dalla struttura di missione #italiasicura.

La conferma che molti risultati sono già stati ottenuti è arrivata con l’intervento dell’ing. Carmelo Gallo, dirigente regionale, designato come soggetto attuatore delle opere per la mitigazione del dissesto. E’ grazie al gruppo di lavoro da lui coordinato che negli ultimi due anni si è vista una accelerazione dell’impiego dei fondi disponibili, appunto i 250 milioni di Euro rimasti da una programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione. Nello specifico, da marzo 2015 a settembre 2016, gli interventi conclusi sono passati da 5 a 34 e quelli in corso da 22 a 103. 

Anche il prof. Gino Mirocle Crisci, Magnifico Rettore dell’Università della Calabria, ha voluto sottolineare l’importanza delle attività per la riduzione del rischio idrogeologico a 360°. Ha ricordato il contributo che l’Università sta già dando attraverso la creazione di strutture di ricerca di eccellenza, riconosciute anche a livello internazionale, volte in primis alla preparazione di persone competenti che possano lavorare ad una buona progettazione. 

Nel manifestare entusiasmo per le opportunità che questa nuova programmazione aprirà per i progettisti, gli ordini professionali hanno voluto sottolineare l’importanza di assegnare gli incarichi di progettazione con procedure chiare e trasparenti. Nella stessa direzione è andato l’intervento in teleconferenza della prof.ssa Ida Angela Nicotra, Consigliere dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione, che ha evidenziato l’utilità in questo senso del nuovo Codice degli appalti.

L’intervento del prof. Pasquale Versace ha posto l’accento sull’importanza di una strumento strategico come il Master Plan, che permetterebbe di progettare i singoli interventi con una maggior coscienza delle necessità che un territorio ha nel suo complesso. Il professore ha inoltre evidenziato l’importanza di migliorare la capacità di autodifesa dei cittadini, perché sia più chiaro per tutti come comportarsi in caso di allerte emesse dalle autorità.

Anche il prof. Giancarlo Principato ha sottolineato l’importanza dei Piani di Emergenza Dighe e degli altri strumenti che, in ottemperanza alle leggi in materia, andrebbero predisposti e applicati per garantire una migliore reazione in caso di eventi estremi o inattesi. Sempre sull’utilità dei piani si è focalizzato l’intervento della Protezione Civile regionale, che ha voluto sottolineare lo sforzo che sta compiendo per spingere i singoli Comuni a finire la redazione dei Piani di Protezione Civile comunale e a diffonderne la conoscenza fra i cittadini. 

L’ing. Raffaele Niccoli, Dirigente responsabile del Centro Funzionale Multi-Rischi regionale, ha illustrato il contributo che la sua struttura dà alla mitigazione del rischio idrogeologico, attraverso l’emissione di bollettini che vanno oltre la previsione meteorologica, spingendosi fino all’interpretazione dei possibili effetti al suolo, caratterizzandoli secondo le peculiarità dei diversi comuni della Regione e correggendoli con l’utilizzo dei dati misurati al suolo in tempo reale.

Guido Bernardi di CAE ha riportato una carrellata di situazioni in cui le tecnologie di monitoraggio in tempo reale e di allertamento al cittadino stanno contribuendo alla riduzione del rischio idrogeologico. Il prof. Giuseppe Mendicino, ha voluto evidenziare l’importanza di conoscere in tempo reale l’evoluzione dei fenomeni meteorologici estremi in quanto il cambiamento climatico genera fenomeni sempre meno prevedibili e sempre più veloci ed estremi, imponendo come misura necessaria l’utilizzo di tecniche di nowcasting per una corretta interpretazione del fenomeno già in atto.

Complessivamente, grazie alle novità espresse nelle linee guida di progettazione e ai sostanziosi contributi tecnici, è apparso sempre più importante il ruolo delle misure non strutturali alla mitigazione del rischio idrogeologico. La corretta predisposizione di piani per la gestione delle emergenze, la loro diffusione presso i cittadini, la corretta predisposizione di procedure, la formazione e informazione al cittadino e l’utilizzo di tecnologie possono e devono davvero affiancarsi alle opere per fare la differenza.