Pioggia record in Romagna: esondazioni e rotte arginali fanno danni, 1.200 sfollati e zero vittime

Eventi meteorologici considerati straordinari, con tempi di ritorno oltre i 100 anni, accadono ormai settimanalmente nel territorio nazionale. La Romagna, ancora ferita dall’alluvione straordinaria di maggio 2023, si è trovata a fronteggiare un altro evento di pioggia record.
Le inondazioni causate dal ciclone Boris, prima che questo arrivasse in Italia, hanno devastato per giorni Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Austria, lasciando almeno 21 morti e decine di migliaia di sfollati, con città intere sommerse dall’acqua.
Le precipitazioni in regione sono iniziate la mattina del 17 settembre e hanno scaricato una quantità d'acqua superiore a quella record del maggio 2023. All’epoca furono 400-450 i millimetri d’acqua caduta, ma in due eventi succedutisi a distanza di un paio di settimane; ora, in un unico evento, si sono superati, in alcune aree, i 350 millimetri, con picchi massimi nella zona tra Ravenna e Brisighella.
Quattro i bacini interessati, nei territori tra Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, con tracimazioni e rotte arginali. Oltre un migliaio le persone evacuate, di cui 800 solo nel ravennate. Nessun morto e nessun disperso, una buona notizia, che dimostra la capacità di gestire l’emergenza da parte della macchina di protezione civile che è tuttora al lavoro.
Di fronte a fenomeni come questo ci si stente impotenti e occorre prendere atto della necessità di azioni immediate di adattamento. Il monitoraggio e la preparazione, affiancati alle opere strutturali necessarie, sono l’unica chance per poter far fronte agli effetti del cambiamento climatico in corso e la diminuzione del rischio collegato al dissesto idrogeologico.
Ci stringiamo a tutte le persone che si trovano per la prima volta o di nuovo senza una casa.
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