• Eventi estremi e buone pratiche per la mitigazione del rischio
    CAE MAGAZINE n.86 - Maggio 2024
    Eventi estremi e buone pratiche per la mitigazione del rischio

Eventi estremi e buone pratiche per la mitigazione del rischio

In questo editoriale, ad un anno dagli eventi, ricordiamo l’alluvione che ha colpito la Romagna, sviluppatosi nell’arco di circa 18 giorni di piogge intense cadute a più riprese in aree vaste del territorio regionale. Diverse stazioni pluviometriche dell’area collinare e pedemontana segnarono oltre 600 millimetri di precipitazioni in quell’arco temporale. Il risultato, nonostante le allerte e l’imponente movimentazione di mezzi e persone, fu di 17 vittime, 36.000 sfollati e miliardi di euro di danni.

Dodici mesi più tardi, a metà di questo maggio, diverse regioni del nord e del centro-nord del nostro Paese sono state colpite da un’ondata di maltempo che ha causato difficoltà e danni in vaste aree del territorio.

In Veneto è stata colpita inizialmente la bassa padovana e poi soprattutto il Vicentino e Veronese. Nella conferenza stampa del 16 maggio il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha confermato l’apertura dell’unità di crisi per il maltempo e la dichiarazione dello stato di emergenza, con l'avvio della procedura dei rimborsi e di accesso ai fondi nazionali. In corso di evento, ha reso noto Zaia, sono stati aperti tutti i sei bacini di laminazione per le piene tra il Vicentino e il Veronese, che si sono riempiti per metà "e hanno evitato il disastro, specie a Vicenza. Il sistema idraulico ha funzionato ancora una volta".

Cambiando regione, è di questi giorni il calcolo dei danni causati dai nubifragi che hanno colpito il capoluogo lombardo negli stessi giorni. A causa del nubifragio di Milano del 15 maggio appena passato e delle esondazioni che ne sono conseguite i danni ammontano circa a 28 milioni di euro. Di questi, solo 4 si riferiscono a danni su strutture pubbliche: i restanti 24, quindi, sono determinati da case, cantine e negozi allagati, nonché automobili e garage inutilizzabili. Per questo motivo, la richiesta dello stato di calamità al governo è pronta.

Se si scende però lo stivale, si prende atto che il 6 maggio il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia, come richiesto nei giorni scorsi dalla giunta regionale, per una durata di 12 mesi, stanziando i primi 20 milioni di euro, con la possibilità di incrementare le risorse in tempi brevi già nel corso dell'attuazione dei primi interventi. Già agli atti una lista degli interventi necessari a ridurre gli effetti della crisi dovuta alla mancanza di piogge.

Gli accadimenti si susseguono. Il cambiamento climatico presenta periodi di siccità e gli episodi di pioggia intensa in rapida successione, i cui effetti combinati mettono a dura prova territori fortemente antropizzati. Per questo, come spesso abbiamo sottolineato dalle pagine del nostro Magazine, occorre mettere in atto buone pratiche di adattamento, volte a diminuire il rischio connesso a questi eventi estremi.

Un buon esempio viene dal progetto "AQUAGREEN (Acquiring Urban Resilience Against Floods and Droughts: a novel citizen-powered integrated Green& BlueSystem)" candidato dall’Unione della Romagna Faentina al Bando europeo EUI per l’individuazione di soluzioni innovative in grado di prevenire gli eventi estremi legati al cambiamento climatico, risultato in questi giorni tra le proposte vincitrici, superando la concorrenza di numerosi e forti competitors di tutto il continente.

L’Unione della Romagna faentina ha riunito un team progettuale composto da Università di Bologna, IUAV-Università di Venezia, Hera Tech, CAE San Lazzaro, CON.AMI, Associazione Borgo Durbecco e il supporto tecnico di ASSO, Agenzia per lo Sviluppo Sostenibile, con un unico obiettivo: non perdere nessuna opportunità per migliorare le condizioni future di sicurezza e di qualità della vita nei territori colpiti dalle alluvioni di un anno fa. In un contesto di scarsità di risorse economiche e di necessità di ripensare la città nel medio lungo termine, il progetto Aquagreen mira, infatti, a rendere l’area urbana di Faenza e dell’Unione della Romagna Faentina più resiliente. Un progetto italiano, quindi che attingerà a risorse economiche europee.

Il finanziamento ottenuto, per un budget complessivo di 5,5 milioni di euro e una durata di quattro anni, non sostituirà quindi i progetti e i contributi per la ricostruzione e la messa in sicurezza del territorio dal punto di vista idraulico ma andrà ad integrarla con soluzioni innovative di prevenzione e monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico.



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