• Intervista al Generale Luca Baione: il ruolo dell’aeronautica nel monitoraggio meteorologico
    CAE MAGAZINE n.82 - Gennaio 2024
    Intervista al Generale Luca Baione: il ruolo dell’aeronautica nel monitoraggio meteorologico

Intervista al Generale Luca Baione: il ruolo dell’aeronautica nel monitoraggio meteorologico

Intervista al Generale Luca Baione: il ruolo dell’aeronautica nel monitoraggio meteorologico

16 novembre 2023, Firenze | Il Generale Luca Baione, Capo Ufficio Generale per l’Aviazione Militare e Meteorologica, interviene su CAE Magazine spiegando in che modo l’Aeronautica riesce a riunire le migliori tecnologie ed eccellenze nazionali per il monitoraggio degli eventi idrometeoclimatici estremi, per la protezione dei cittadini in uno scenario di rischio sempre più complesso e variabile, soprattutto alla luce del cambiamento climatico.

Per fronteggiare gli effetti catastrofici degli eventi idrometeoclimatici, resi sempre più frequenti e intensi dalla crisi climatica, bisogna fare affidamento a strumenti e metodi di monitoraggio sempre più avanzati e sofisticati, su cui anche CAE sta investendo moltissimo. In quest’ottica, è fondamentale lo scambio costante di esperienze e opinioni tra esperti del settore – come quello avvenuto all’Atelier Tecnologico dell’Earth Technology Expo a Firenze il 16 novembre scorso, con l’incontro dal titolo “Estremizzazione degli Eventi Idrometeoclimatici e Metodologia di Monitoraggio”. Il Generale è stato keynote speaker dell’incontro, di cui abbiamo parlato qui. 

Generale, come si configura la rete di monitoraggio dell’Aeronautica Militare?
L’Aeronautica Militare ha una rete di sensori sia al suolo che satellitari che consente la raccolta di dati e il monitoraggio. Questa rete di sensori, che si avvale del contributo di altri soggetti, consente di fare monitoraggio dell’atmosfera e degli elementi meteorologici, come pressione, temperatura, vento e umidità, grazie ai quali si riesce a fornire le informazioni sulle previsioni meteorologiche. Molto più importante è invece il ruolo che può essere svolto dall’Aeronautica Militare presso l’Organizzazione Meteorologica Mondiale – un ruolo di coagulazione e raccolta di tutte le eccellenze nazionali che esistono sul territorio, e che spesso, nonostante la loro quantità, risultano poco unite e poco raccordate tra loro. Tuttavia, queste eccellenze nazionali possono costituire un’ossatura veramente importante per affrontare le emergenze che si presentano a causa del cambiamento climatico.

A questo proposito, in che modo ci si organizza per affrontare i rischi portati dalla crisi climatica?
In Italia dobbiamo percorrere un binario a doppia traccia: un binario di adattamento per gestire gli eventi ormai inevitabili e che costituiscono la nuova normalità, e un binario di mitigazione per evitare che si arrivi a fenomeni che diventino ingestibili. Per fare questo l’Aeronautica Militare mette insieme tutte le eccellenze istituzionali, ma anche quelle che fanno capo ai centri di ricerca, alle fondazioni e al mondo accademico. In questo modo siamo in grado, anche con le tecnologie già oggi esistenti, di fare in modo di trovare la quadratura del cerchio, adattandoci al cambiamento climatico e agli eventi che sono sempre più estremi da un lato, più intensi e frequenti dall’altro.

Per quanto riguarda in particolare il cambiamento climatico, l’Aeronautica Militare opera insieme al Cnr-Isac, un centro di monitoraggio dell’atmosfera nell’ambito del Global Atmosphere Watch, un network mondiale sotto il controllo dell’Organizzazione meteorologica mondiale. Noi abbiamo una delle trentuno stazioni nel mondo, che opera sul Monte Cimone, in provincia di Modena, a 2165 metri slm. Questa stazione è oggetto oggi di espansione, in modo da trasformare questa eccellenza scientifica, tecnologica e di ricerca in un campus universitario, dove si possono fare corsi universitari e post-universitari, non solo con gli atenei nazionali che sono già stati coinvolti – Modena, Reggio Emilia e Bologna – ma anche con altri atenei nazionali e internazionali, perché i corsi che si intendono avviare sono corsi conformi ai protocolli formativi dell’organizzazione meteorologica mondiale, tenuti in lingua inglese e francese per studenti italiani e stranieri.

Per l’intervista video clicca qui.





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