Il sistema di allerta locale di Cesenatico e la prevenzione del rischio costiero - IL VIDEO
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Il quinto episodio del podcast “Può la tecnologia salvare il mondo? La mitigazione dei rischi ambientali in epoca di cambiamento climatico”, dal titolo “Il sistema di allerta locale di Cesenatico e la prevenzione del rischio costiero”, approfondisce il tema del rischio idrogeologico dal punto di vista dei territori affacciati sul mare. I protagonisti di questa puntata raccontano la mitigazione del rischio costiero attraverso la descrizione del sistema di allertamento locale di Cesenatico, Comune della costa romagnola. II rischio zero non esiste e ricerca scientifica, tecnica e tecnologia da sole non mettono al riparo da tutto. Quale dunque l’utilità dell’allerta locale? Quali i dati per l’emissione dell’allerta?
Monitoraggio, previsioni e allerta locale partendo dal nodo idraulico realizzato nel Comune di Cesenatico. Approfondiamo i contenuti del podcast, accompagnandolo con un video illustrativo. Intervengono in questo episodio: Andrea Giuliacci – Meteorologo; Matteo Gozzoli – Sindaco del Comune di Cesenatico (FC); Chiara Benaglia – Dirigente Area Tecnica, Lavori Pubblici, Urbanistica e Ambiente del Comune di Cesenatico (FC); Luisa Perini – Geologa senior, Regione Emilia-Romagna; Andrea Valentini – Servizio Idro-Meteo-Clima ARPAE; Guido Bernardi – Presidente di CAE S.p.A. Conduce il giornalista Andrea Gavazzoli.
La costa italiana si estende per 8.300 km, e secondo Ispra, quasi il 10% è di natura artificiale con opere radenti la riva, porti, moli, strutture sopra imposte alla gran parte dei litorali. È per questo che parliamo del rischio costiero e della sua prevenzione, un rischio diffuso che vede i territori spesso schiacciati tra quella che è la pressione delle mareggiate da una parte, e il contenimento e smaltimento delle piogge abbondanti dall'altra.
Il primo dei protagonisti dell’episodio è il meteorologo Andrea Giuliacci, che sottolinea come il cambiamento climatico porti i fenomeni estremi e pericolosi sempre più spesso anche lungo le coste. Gli eventi climatici sono più frequenti e più violenti. Le perturbazioni quindi portano piogge particolarmente concentrate che poi il territorio fa fatica a smaltire, soprattutto se fortemente urbanizzato. I venti particolarmente intensi causano anche violente mareggiate, da qui dunque la necessità di proteggere maggiormente le nostre coste di fronte a questi eventi estremi. La soluzione secondo Giuliacci risiede nella prevenzione che significa comprendere che, come il clima sta cambiando, dobbiamo modificare il nostro territorio, prepararlo. L'urbanizzazione selvaggia non è più qualcosa che ci possiamo permettere ma la scienza, la tecnologia ci danno gli strumenti che servono per affrontare il cambiamento climatico quindi sta a noi utilizzarli al meglio.
Il Comune di Cesenatico, affacciato sul Mare Adriatico, proprio a causa dei ripetuti fenomeni di allagamenti e straripamenti anche della rete dei canali minori, ha investito sulla prevenzione per aumentare la propria resilienza e capacità di adattamento. Il Sindaco Matteo Gozzoli, insieme alla Dirigente tecnica, Chiara Benaglia, spiega le azioni pratiche intraprese a tutela di questo territorio.
Nel 1996 uno studio approfondito, di concerto con la Regione Emilia-Romagna e con il Dipartimento di protezione civile, ha portato alla realizzazione di un nodo idraulico con le porte vinciane a mare, un sistema di paratie e di chiuse nell'entroterra e l'alzamento dei canali arginali. Attesa a breve l’ultima implementazione di una cassa di espansione. Quando viene emessa un'allerta di protezione civile lo scattare di una serie di misure coinvolge l'amministrazione comunale, la protezione civile e in questo caso anche la Capitaneria di porto, il Consorzio di bonifica, e altri enti. Una volta che si va in decisione si parte subito con gli avvisi della popolazione, tramite telefono e tramite app. Il Comune di Cesenatico è sempre in allerta perché l'allerta regionale interessa un territorio molto esteso, e va analizzata e calata nel contesto. È consultata costantemente modellistica soprattutto di ARPAE Emilia-Romagna, e sono previste delle soglie nel piano di protezione civile sia di precipitazione che di velocità del vento che fanno partire certe procedure piuttosto che altre. È presente un sistema di telecontrollo sui corsi d'acqua con sensori di livello, profondimetri, anemometri, e tutti gli strumenti utili per misurare in tempo reale i livelli idrici, la velocità del vento, la direzione e l'intensità della raffica. Ogni anno mediamente le porte vinciane sono chiuse dalle 18 e le 20 volte per un totale di giorni chiusura che va dai 40 ai 50.
È evidente l’importanza che riveste l’allerta per poter prendere le giuste decisioni in tempi rapidi, la geologa senior della Regione Emilia-Romagna Luisa Perini, esperta delle aree macro-costiere, illustra le tipologie di dati utili per la costruzione dei bollettini, partendo proprio dall’assetto morfologico della costa emiliano-romagnola. Essa è caratterizzata da quote molto basse mediamente inferiori ai 2 m, e questo la rende molto vulnerabile alle inondazioni marine e alle mareggiate in senso generale. Perini spiga che i dati utili per l'emissione dell'allerta sono sostanzialmente di due tipologie: la modellistica meteo-marina e i dati territoriali, quindi, la conoscenza dello stato in cui versano i litorali nel momento in cui sta per avvenire una mareggiata. Nell'ambito del Centro funzionale sono stati quindi predisposti una serie di strumenti utilizzati per le valutazioni quotidiane, che permettono di visualizzare l’evoluzione dello stato e del livello del mare, nonché dei relativi indicatori di rischio.
L’esperto del Servizio Idro-Meteo-Clima di ARPAE Andrea Valentini analizza l’aspetto delle nuove frontiere progettuali degli indicatori avanzati e utili a rendere le allerte marittime così da essere sempre più fedeli alle attese. La Regione Emilia-Romagna sta investendo sulla conoscenza del territorio, implementando nuovi strumenti e nuove reti osservative proprio sulla fascia marino-costiera, storicamente più sguarnita. Tali strumenti servono per la creazione degli indicatori e quindi per la conoscenza dei trend, la corretta pianificazione poi delle azioni compiere sul territorio. Gli ultimi progetti riguardano proprio la conoscenza del livello del mare, tematica molto interessante, e parametro più sensibile dal punto di vista anche della pianificazione dei piani di adattamento. Sono stati installati due mareografi equipaggiati anche con una stazione GPS permanente, oltre a quello già presente a Porto Garibaldi, nel ferrarese. Un mareografo centrale installato a Cervia porto, e un mareografo invece nella parte sud presso il porto turistico di Cattolica, in modo da coprire la costa.
L’importanza e la straordinaria utilità del sistema di allerta locale permettono quindi di calare dei modelli generali destinati a porzioni vaste di territorio, in realtà con specifiche morfologiche particolari. Lo ricorda il Presidente di CAE, Guido Bernardi, evidenziando come questi sistemi aiutino a ridurre le tempistiche di allertamento e comunicazione dell’emergenza quando il normale giro di informazioni, su scala più ampia, tende a rallentare i processi. L’allertamento locale viene effettuato proprio dalle stazioni automatiche sul territorio, arrivando direttamente al cittadino. A fronte di uno studio degli scenari di rischio su un determinato territorio, l’integrazione dei piani di protezione civile con monitoraggio e allertamento locale e misure di formazione al cittadino può effettivamente fare la differenza. CAE si impegna proprio a sensibilizzare cittadini ed Enti locali in questo senso.
In una situazione complessa come quella attuale, se tecnologia e buon governo del territorio agiscono secondo logiche di prevenzione sicuramente diminuisce l’impatto del clima e si salvano vite.
Può la tecnologia salvare il mondo? torna a gennaio con un nuovo episodio, sempre con l’intento di raccontare le buone pratiche volte alla mitigazione dei rischi ambientali.
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