Le alluvioni di maggio 2023 in Emilia-Romagna - IL VIDEO
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Il quarto episodio del podcast “Può la tecnologia salvare il mondo? La mitigazione dei rischi ambientali in epoca di cambiamento climatico”, dal titolo “Emergenza e previsione: le alluvioni di maggio 2023 in Emilia-Romagna”, approfondisce il tema del rischio idrogeologico dal punto di vista della previsione dell’emergenza e delle sinergie degli attori coinvolti. I protagonisti di questa puntata commentano gli eventi alluvionali di maggio fornendo un’utile panoramica della catena di previsione. L’innovazione tecnologica si conferma la soluzione quando la previsione meteorologica non basta. Quanto e come si può prevedere un’alluvione localizzata?
Monitoraggio, previsioni e allerte in occasione dell’emergenza alluvioni dello scorso maggio in Emilia-Romagna. Approfondiamo i contenuti del podcast, accompagnandolo con un video illustrativo. Sono intervenuti Sandro Nanni – Responsabile Struttura Idro-Meteo-Clima ARPAE Emilia-Romagna; Ing. Claudia Vezzani - Dirigente Area Tecnica Rischio Idraulico e Servizio di Piena, Protezione Civile Emilia-Romagna; Federico Grazzini – Meteorologo del Servizio meteo Regionale di ARPAE; Isabella Conti – Sindaca del Comune di San Lazzaro di Savena (BO); Roberto Nieri – Responsabile Gestione sistemi CAE S.p.A. Conduce il giornalista: Andrea Gavazzoli.
Gli eventi vissuti in Emilia-Romagna dai primi di maggio sono gravi e drammatici e hanno lasciato un segno indelebile nella memoria delle comunità coinvolte. Se, da un lato, restituiscono uno spaccato reale dello stato di fragilità idrogeologica permanente del nostro Paese, dall’altro offrono una nuova prospettiva, che vede la pianificazione e l’innovazione tecnologica al centro, per un’attenzione alle nuove esigenze del territorio attraverso strumenti innovativi di analisi.
Il primo protagonista dell’alluvione di maggio è stato il Centro funzionale regionale, preposto alla previsione e al monitoraggio in tempo reale dei fenomeni meteorologici e dell'evoluzione dei fenomeni al suolo, piene in primis. È l'ufficio che pubblica i bollettini di allerta ad uso di cittadini e autorità. Il dottor Sandro Nanni, Responsabile della Struttura idro-meteo-clima di ARPAE dove è collocato proprio il Centro funzionale, interviene in questo episodio per far luce sulle cause dei fenomeni partendo dai dati.
I primi dati allarmanti arrivano già tra le 12 del 1 di maggio e le 12:00 del 3 di maggio, quando vengono registrati dei dati di precipitazione già sui 200 mm in 48 ore. Sui bacini del Sillaro, del Montone e del Lamone in 100 e più anni di dati non si erano mai registrati valori così elevati. La precipitazione ha prodotto esondazioni, tracimazioni e rotture arginali. Dopodiché a giornate con precipitazioni assenti hanno fatto seguito due eventi il 9-10 maggio e il 13-14 maggio, che, di per sé non sarebbero stati significativi, ma che hanno prodotto una saturazione del suolo. Quindi, a suoli saturi, interveniva l’evento del 16-17 maggio, che in 36 ore ha segnato valori di precipitazione di nuovo sui 200 mm colpendo le medesime zone.
Ulteriori dati ci arrivano dalla Protezione Civile, responsabile del coordinamento a livello regionale delle operazioni durante le emergenze. L’Ing. Claudia Vezzani, Responsabile tecnico dell'Area rischio idraulico dell'Agenzia di Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna, racconta i vari interventi messi in campo sin dai primi giorni in un’area coinvolta stimata tra i 500 e i 700 chilometri quadrati. Sono stati coinvolti 30 piccoli corsi d'acqua, che vanno in piena molto rapidamente e che non si sono strutturati morfologicamente per sopportare questo tipo di evento. I centri abitati colpiti sono stati 75, tra cui: Faenza, Forlì, Cesena, Bagnacavallo, Sant'Agata. Entro i primi 10-15 giorni, la Protezione Civile ha avviato 75 interventi di somma urgenza con l’obiettivo di chiudere le rotte e di eliminare quelle che potevano essere le fonti di pericolo immediato, sono state rimosse occlusioni di materiale, installati sistemi di pompaggio e fatti altri interventi di emergenza.
Il terzo protagonista è il Servizio meteo regionale di ARPAE e l’ospite di questa puntata, il Dott. Federico Grazzini, meteorologo, spiega come per alcuni scenari di rischio molto veloci nella loro evoluzione e circoscritti anche nello spazio, occorrano soluzioni mirate per le quali la previsione meteorologica non è sufficiente. In previsione degli eventi di maggio la popolazione è stata avvisata con 1-2 giorni di anticipo della possibilità di fenomeni molto molto intensi e anche di conseguenti probabili allagamenti. Tuttavia, 1/2 giorni prima si possono dare solo informazioni abbastanza generiche sul pericolo in una zona piuttosto ampia. Quando occorre agire molto localmente, bisogna utilizzare strumenti che sono più che altro basati sulle osservazioni e su un utilizzo intelligente e rapido del dato che ci proviene dalle stazioni. ARPAE sta sperimentando un modello di monitoraggio e previsione sperimentale per piccolissimi bacini, piccolissimi torrenti, come il Ravone. In questo caso la sperimentazione è stata utilizzata durante l'alluvione di maggio dal Comune di Bologna, con il supporto di ARPAE, per gestire le tre esondazioni del Ravone. Si è rivelata molto utile soprattutto in uno degli eventi che è stato caratterizzato da uno scroscio molto forte di pioggia in collina quando in città non pioveva, quindi la popolazione non si aspettava l'aumento repentino del torrente. Grazie al preavviso è stata mandata la Polizia municipale su via Saffi che poi ha monitorato e ha chiuso la strada.
A proposito di sicurezza dei cittadini, la Sindaca Isabella Conti racconta la gestione dell’emergenza nel Comune di San Lazzaro di Savena. Conti sottolinea anzitutto l’importanza di fare prevenzione e di portare avanti un grande piano di adattamento ai cambiamenti climatici, sulla base di un'analisi delle criticità a livello nazionale. Dato che questi fenomeni non saranno sporadici occorre essere lungimiranti nel pensare alla messa in sicurezza dei territori. Già da novembre 2019, il Comune di San Lazzaro si è dotato di un piano preciso di evacuazione e delle tecnologie per comunicare direttamente con i cittadini nel caso di allerta rossa emessa dalle autorità regionali o al superamento di certe soglie idrometriche dei corsi d’acqua.
In conclusione, diventa fondamentale garantire che le informazioni e i dati arrivino in tempo reale. Questo avviene grazie alla tecnologia, come spiega l’ultimo ospite di questa puntata, Roberto Nieri, Responsabile del Settore Gestione Sistemi di CAE.I sistemi CAE sono pensati per andare a bilancio energetico o utilizzare mezzi trasmissivi dedicati, in modo da sopperire un'eventuale mancanza di una connessione cellulare, in momenti emergenziali potenzialmente soggetta a down o disservizi dovuti al sovraccarico. Inoltre, CAE offre vari servizi di manutenzione periodica preventiva o correttiva, che prevede un’attività di tele-assistenza anche in reperibilità 24 ore su 24 nel caso in cui sussistessero delle problematicità che necessitano di interventi a campo.
L’alluvione è tutt’ora viva nel quotidiano di chi l’ha drammaticamente vissuta, e degli Amministratori, chiamati a fare i conti con nuove strategie di pianificazione del territorio. Rigenerazione, capacità di adattamento e prevenzione, le parole chiave per la fase di ricostruzione, una prevenzione che trova nella tecnologia di allerta e di monitoraggio un alleato quanto mai prezioso per salvare vite.
Con il prossimo episodio del Podcast saremo in Provincia di Ravenna e torneremo sul tema della prevenzione e della gestione di eventi estremi attraverso l’analisi del sistema di allerta locale di Cesenatico, località di intreccio tra la pressione dell’acqua che arriva dal mare e quella che scende dalle montagne.
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