• L’importanza delle stazioni meteo per il presente e il futuro dell’agricoltura. Intervista a Giuseppe Corti
    CAE MAGAZINE n.72 - Febbraio 2023
    L’importanza delle stazioni meteo per il presente e il futuro dell’agricoltura. Intervista a Giuseppe Corti

L’importanza delle stazioni meteo per il presente e il futuro dell’agricoltura. Intervista a Giuseppe Corti

L’importanza delle stazioni meteo per il presente e il futuro dell’agricoltura. Intervista a Giuseppe Corti

Giuseppe Corti è il direttore del Centro Agricoltura e Ambiente del CREA, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell'economia agraria. Ci siamo soffermati sull’importanza dell’agrometeorologia e sulla rete di stazioni meteorologiche. Dall’importanza dei dati attuali e del passato alle cause dei fenomeni siccitosi, un approfondimento sullo stato attuale della ricerca agrometeorologica. Buona lettura.

Cos’è il CREA e di cosa si occupa?
“Il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria è suddiviso in 12 centri sparsi in tutta Italia e svolge funzione di ricerca a tutto tondo nel campo dell'agroalimentare. Nello specifico, i suoi ambiti spaziano dal suolo alla produzione agricola. Il Centro agricoltura e ambiente, che io dirigo, è suddiviso in 5 sedi e 7 aziende agricole. Lavoriamo su diversi aspetti della ricerca: si spazia dal suolo all’agrometeorologia o allo studio delle api e del baco da seta”. 

Che cos’è la rete agrometeorologica nazionale?
“Si tratta di una rete di 49 stazioni di rilevamento meteo che misurano parametri fondamentali come la temperatura, la piovosità, la ventosità e l’eliofania, ovvero la durata del soleggiamento. Sono parametri che vengono misurati con stazioni recenti di ultima generazione. Si tratta di una rete sparsa su tutto il territorio nazionale, realizzata con l’obiettivo di connettersi con altre infrastrutture presenti in Italia. Il nostro obiettivo è quello di portare le 49 stazioni a 115. Per farlo sono stati investiti 2 milioni e mezzo di euro. Una cifra notevole. Allo stesso tempo, per guardare in avanti dobbiamo guardare indietro “. 

Ci spieghi meglio…
“Direi che è il caso di partire dagli archivi. Il nostro obiettivo è scansionare l’enorme archivio del Centro, che è composto da un milione e 800 mila fogli. Qui è possibile trovare anche serie storiche pluricentenarie, rilevate a mano. Si tratta di informazioni di particolare importanza, soprattutto quando vengono fatte previsioni sugli scenari. Gli algoritmi per essere efficaci devono essere addestrati sia sui dati del presente che con quelli del passato”. 

Insomma, dati di ieri e di oggi
Il dato di oggi è importante, ma altrettanto importante è metterlo in relazione con quello che è successo in passato. Il trend permette di fornire risposte e previsioni molto particolareggiate". 

Tornando un attimo indietro, focalizziamoci sullo strumento: a cosa servono i sistemi di monitoraggio?
“Per quanto riguarda il nostro settore, il compito di queste strumentazioni è quello di dare informazioni sull'andamento della stagione agraria, in un luogo determinato e specifico. Infatti, è importante avere una rete di rilevazione di questo tipo, per riuscire a focalizzarsi meglio sull'obiettivo”. 

Andando ancora di più nel dettaglio, quali sono i parametri misurati e qual è la loro importanza per quanto riguarda le previsioni sull’andamento della stagione? 
“Come dicevo sopra, i dati principali sono la temperatura, la piovosità, la ventosità e l’eliofania. I primi due sono molto importanti, per ovvi motivi, ma anche la ventosità è un parametro di grande importanza: proprio perché la presenza di vento può condizionare la evapotraspirazione, ovvero la quantità d’acqua che dal terreno passa allo stato di vapore. Nelle zone ventose, infatti, io mi posso aspettare una maggiore aridità anche in presenza di piogge importanti. Con una serie di misure effettuate a brevissima distanza di tempo, posso avere la possibilità di prepararmi all'eventualità di questi fenomeni”. 

Qual è lo stato di avanzamento della tecnologia?
“Direi che da un punto di vista tecnologico siamo molto avanti. Il segnale viaggia via satellite o via connessione dati. Per ovviare ai problemi di connessione, ad esempio in aree forestali o in zone montuose, si possono utilizzare i ripetitori che fanno rimbalzare il segnale dove non arriva” 

E le prospettive future?
“Spererei di fare rete con altri Enti, purché in ambiente agricolo. La condivisione delle informazioni è fondamentale”. 

Veniamo da un periodo di prolungata siccità, in che modo la tecnologia della raccolta dati e delle previsioni possono permettere di affrontare questo tipo di eventi. Penso al razionamento dell’acqua e alla gestione delle risorse idriche 
“Attraverso la raccolta dati si può fare un discorso di scenari, per prevedere gli eventi siccitosi. Ci tengo però a precisare che la siccità non è dovuta al cambiamento climatico, ma in larga parte alla presenza di un'agricoltura idrovora, eccessivamente idrovora, capace di esaurire le falde acquifere. Allo stesso tempo, a causa della tombatura e della riduzione del letto dei fiumi, c’è meno acqua anche in superficie”. 

Allora che fare?
“Bisogna mettere in pratica delle politiche di gestione dei sistemi agricoli, che siano differenziate in base ai diversi territori e alle mutazioni delle condizioni meteorologiche e ambientali, nel tempo”.


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