• Incendi boschivi: la parola d'ordine è prevenzione
    CAE MAGAZINE n.7 - settembre 2016
    Incendi boschivi: la parola d'ordine è prevenzione

Incendi boschivi: la parola d'ordine è prevenzione

Incendi boschivi: la parola d'ordine è prevenzione

Quando non sono altre terribili tragedie a riempire i TG della sera, i protagonisti estivi per eccellenza nella lista nera delle calamità sono gli incendi boschivi. Spettacolari e imponenti nelle immagini di sé che ogni anno ripropongono, disastrosi e devastanti per la rovina che si lasciano alle spalle. 

Ogni anno in Italia viene attivata da giugno a settembre, periodo di massima allerta per la facile diffusione di roghi, la campagna Aib (Antincendio boschivo) del Dipartimento della Protezione Civile, che coordina sul territorio nazionale la flotta aerea antincendio dello Stato attraverso il Coau - Centro Operativo Aereo Unificato.

La flotta aerea impegnata nella campagna antincendio è composta da Canadair e da elicotteri del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco del Corpo Forestale dello Stato, della Marina Militare, dell'Esercito italiano cui si aggiungono ulteriori mezzi dei Vigili del Fuoco, utilizzabili come supporto nelle attività Aib. Il numero dei mezzi disponibili varia di anno in anno e, terminato il periodo di massima attenzione, la flotta vene ridotta. 

I mezzi sono schierati su dodici basi aeree, lo schieramento della flotta viene stabilito sulla base di una serie di elementi (previsioni meteorologiche, statistiche storiche, disponibilità di mezzi regionali, disponibilità di fonti idriche, e consistenza della flotta statale) e può essere rimodulato sulla base delle necessità del momento.

In caso di incendio le prime forze ad intervenire sono le squadre di terra coordinate dalle Regioni. Se il fuoco è troppo esteso si può chiedere l'intervento dei mezzi aerei in dotazione alla Regione, se questi non sono a loro volta sufficienti la Regione richiede al Coau l'intervento della flotta dello Stato.

Come previsto dalla legge quadro sugli incendi boschivi, il Presidente del Consiglio dei Ministri fornisce alle Regioni, alle Province Autonome e ai Ministeri interessati le "raccomandazioni per un più efficace contrasto agli incendi boschivi, di interfaccia e ai rischi conseguenti", al fine di adottare tutte le iniziative necessarie a prevenire e fronteggiare il fenomeno. Nel documento sono richiamati i compiti, le responsabilità e le iniziative che enti e amministrazioni devono assumere per un'efficace azione e coordinamento delle forze in campo, e sono stabilite le attività diprevenzione, pianificazione e lotta agli incendi.

Quanto alle prime, viene ribadita l’importanza di incrementare il monitoraggio del territorio e le azioni di prevenzione, la sorveglianza delle condizioni meteo e l'attività di previsione delle condizioni di rischio incendi, attraverso la predisposizione di bollettini dedicati.

Anche nel campo dell'antincendio boschivo si evidenza quindi l’importanza cruciale della prevenzione e del monitoraggio costante.

“Occorre avere ben presente – ha dichiarato a questo riguardo il Capo del Dipartimento della protezione civile Fabrizio Curcio, – che una sola giornata in cui cala l’attenzione, rischia di vanificare tutto il lavoro fatto in precedenza”.

Ma diamo un'occhiata a come è andata nel 2016 (dato aggiornato al 15 agosto) la situazione incendi nel nostro Paese, quante volte si è reso necessario l'intervento della flotta dello Stato per spegnere gli incendi maggiori.

Dal 15 giugno, data di inizio della campagna estiva anti-incendi boschivi, al 15 agosto sono state 589 (contro le 607 nel 2015, 321 nel 2014 e, 262 nel 2013) le richieste pervenute dalle regioni al COAU del Dipartimento della Protezione civile per l’intervento dei mezzi della flotta aerea dello Stato a supporto delle operazioni svolte dalle squadre a terra e dai velivoli antincendio locali. Il dato comprende fra l'altro anche 12 richieste di intervento all’estero (a Cipro, in Francia e Portogallo). Complessivamente, sul territorio nazionale, la flotta aerea dello Stato in due mesi ha volato per 2.909 ore, effettuando più di 15mila lanci di acqua e liquido ritardante ed estinguente. 

Rispetto alle singole Regioni, si evidenzia in alcuni casi un aumento locale delle richieste: in particolare, in Sicilia, si è passati dalle 88 del 2015 alle 207 quest’anno; in Calabria le schede sono state 151, a fronte delle 83 dello scorso anno. Richieste più che raddoppiate anche in Sardegna - 68 quelle di quest’anno contro le 32 del 2015 – e in Puglia dove l’intervento della flotta dello Stato si è reso necessario 21 volte contro le 10 del 2015. Una notevole diminuzione si segnala, invece, nel Lazio (52 richieste nel 2016, 131 quelle dello scorso anno) e in Campania (50 nel 2016, 129 nel 2015).

Una situazione pesante dunque, che come ogni estate, vede un desolante panorama di boschi, sottoboschi, macchia mediterranea e splendide aree naturali irrimediabilmente devastati del fuoco.

E il peggio è che “la maggior parte degli incendi boschivi è causata da mano umana, da comportamenti superficiali o spesso dolosi – come non manca di ricordare la Protezione civile, che ribadisce quanto la collaborazione dei cittadini possa essere decisiva nel segnalare tempestivamente anche le prime avvisaglie di un possibile incendio boschivo, contribuendo in modo determinante nel limitare i danni all’ambiente.

Ma non ai soli cittadini è demandata la sorveglianza aib. Esistono infatti strumentazioni e sistemi  di monitoraggio e sorveglianza in grado di rilevare rapidamente l’innesco di un incendio e di prevederne l’evoluzione sul territorio, consentendo a chi dovrà operare sul fuoco di intervenire con tempestività, prima che questo aumenti di forza e di capacità distruttiva.

Tali sistemi sono solitamente composti da diversi elementi, con postazioni di avvistamento munite di termo e videocamere, su stazioni meteorologiche e su procedure software da utilizzare presso un Centro di controllo e supervisione. 

Tecnologie che, fra l'altro, sono riuscite a cogliere in flagranza di reato alcuni piromani, ripresi proprio nell'atto di appiccare il fuoco dolosamente.

Si tratta di sistemi in grado di controllare l’area circostante a 360° anche grazie a potenti zoom, queste apparecchiature garantiscono un monitoraggio ideale fino a diversi km di distanza. Una volta acquisiti, i dati e le immagini vengono inviati a una centrale di servizio: qui gli operatori venuti a conoscenza delle situazioni di pericolo o di un incendio in corso, avranno tutti gli elementi necessari per prendere decisioni sul da farsi e coordinare le operazioni di spegnimento da remoto.

Prevenire e intervenire tempestivamente è la regola fondamentale per far fronte a ogni piccola o grande emergenza, un mantra ormai noto che viene ripetuto e ripetuto ogni volta che si piange una vita o si contano danni, ma che oggi, nonostante i lutti e le devastazioni, non è ancora diventato consapevolezza comune, né nelle coscienze dei cittadini né, tantomeno, nei fatti.

Patrizia Calzolari

(fonte dati relativi agli incendi: Dipartimento di Protezione Civile)