• Intervista a Giancarlo Boscaino: l'evoluzione del monitoraggio della Protezione Civile in Abruzzo
    CAE MAGAZINE n.64 - Maggio 2022
    Intervista a Giancarlo Boscaino: l'evoluzione del monitoraggio della Protezione Civile in Abruzzo

Intervista a Giancarlo Boscaino: l'evoluzione del monitoraggio della Protezione Civile in Abruzzo

Intervista a Giancarlo Boscaino: l'evoluzione del monitoraggio della Protezione Civile in Abruzzo

CAE Magazine ha intervistato Giancarlo Boscaino, Responsabile della rete di monitoraggio dell'Agenzia Protezione Civile che ha raccontato in cosa è cambiato il monitoraggio dall’alluvione del 1992, quali sono le novità tecnologiche e quali gli obiettivi per il futuro.

Com'è cambiato il monitoraggio dall'alluvione del 1992 ad oggi?

“Particolarmente significativi sono stati i cambiamenti conseguenti alla Direttiva 27 febbraio 2004 che ha rappresentato un vero e proprio spartiacque temporale tra un prima e un dopo. Prima della Direttiva non esistevano procedure così ben codificate che davano indicazioni su come effettuare monitoraggio e sorveglianza. In effetti gli ex Servizi Idrografici lavoravano prevalentemente con analisi in tempo differito, dopo il 2004 si controlla l’evoluzione di un evento meteo anche in tempo reale, grazie a reti in telemisura costituite da sensori sempre più precisi ed affidabili.

Ricordo che la Direttiva nacque dopo una serie di eventi tragici tra cui Sarno (5 e 6 maggio 1998), un evento disastroso, da cui si è poi generata la necessità di avere continuità sull'osservazione dei dati meteorologici, in particolare dei dati pluviometrici e idrometrici, ovvero delle piogge e dei livelli dei corsi d'acqua”.

Cosa succederebbe oggi a differenza del 1992 se il fiume Pescara si dovesse alzare oltre la soglia?

“Oggi abbiamo la rete dei Centri Funzionali Regionali, coordinati a livello centrale dal Centro Funzionale del Dipartimento di Protezione Civile, che h24, 365 giorni all'anno, seguono l’evoluzione di eventi meteorologici e dei conseguenti eventuali effetti al suolo attraverso l’emissione di un bollettino di previsione quotidiano. In particolare, quando sono previsti o in corso eventi meteorologici importanti e quindi una conseguente situazione di allertamento, secondo le procedure previste dalla Direttiva 27 febbraio 2004, scatta il monitoraggio in tempo reale di tutti i sensori presenti sul territorio che prevede l’allertamento ai Comuni se si ravvisato condizioni di pericolo”. 

Di quali sensori stiamo parlando?

“Parliamo di sensori di controllo in tempo reale dei quantitativi di pioggia e dei livelli idrometrici in particolare, cioè quelli che misurano la variazione del livello dei corsi d'acqua. Quindi abbiamo la possibilità di verificare superamenti di soglia che anticipano eventuali pericolosi fenomeni di esondazione di un corso d’acqua,  informazione questa fondamentale in particolare in prossimità dei centri abitati”.

Cosa abbiamo imparato a trent’anni dall'alluvione del fiume Pescara?

“Su previsione e monitoraggio tantissimo. Grazie all'impegno di tanti tecnici, geologi e ingegneri idraulici individuiamo soglie di allerta sempre più precise che precedono generalmente l’esondazione di un corso d’acqua e il conseguente rischio per i centri abitati circostanti. Questo tipo di procedura ci consente di allertare i Comuni preventivamente, con anticipo rispetto a un eventuale potenziale danno. I Sindaci, sulla base del piano di protezione civile locale, allertano tecnici e volontari di protezione civile per il controllo della situazione sul territorio, e attivano eventuali interventi come la chiusura delle strade oppure l'evacuazione di case in prossimità delle zone esposte a questo tipo di fenomeni”.

Per il futuro, quali settori vorreste implementare nel campo del monitoraggio?

“Ci sono alcune novità importanti: una riguarda l'allertamento per le frane pluvioindotte. Le frane sono un fenomeno più complesso da gestire e stiamo lavorando in questa direzione. Speriamo di poter applicare nei prossimi anni con maggiore precisione, le procedure di previsione  anche per i fenomeni franosi. Questa sarebbe la prima importante novità. C’è poi l'implementazione della rete; abbiamo bisogno di risorse per tenere viva ed efficiente la rete dei Centri Funzionali Regionali e implementarla installando nuovi sensori”.


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