• Il clima che cambia e il monitoraggio in quota
    CAE MAGAZINE n.63 - Aprile 2022
    Il clima che cambia e il monitoraggio in quota

Il clima che cambia e il monitoraggio in quota

Finalmente la pioggia! Dopo un inverno con poche precipitazioni che ha portato una situazione di allerta in relazione alla disponibilità idrica per i mesi a venire, nei giorni che precedono l’uscita di questo numero buona parte del centro e nord Italia è stato interessato da una perturbazione. In ogni caso la risorsa acqua andrà gestita al meglio per riuscire a far fronte a tutte le diverse esigenze, questo anche per via del fatto che, come dichiarato da Hervé Stevenin del Centro funzionale della Regione Valle D'Aosta, purtroppo, anche se un maggio piovoso aiuterebbe a soddisfare in parte le necessità del territorio, non avremo una ricarica dello SWE, cioè dell’equivalente in acqua della neve, cioè in sostanza di risorsa idrica stoccata in alta quota che, attraverso un lento rilascio, si rende disponibile in primavera e inizio estate.

In pratica la neve in alta montagna funge da riserva idrica per tutto il periodo estivo svolgendo un ruolo chiave, ma purtroppo le nevicate dell’inverno appena concluso non sono state generose, in Valle d’Aosta è stato l'anno peggiore dal 2000 per quanto riguarda l'acqua stoccata sotto forma di neve: 400 milioni di m3 di acqua, contro i 900 milioni della media climatologica.

In Lombardia la situazione non è migliore, infatti, come spiegatoci dal glaciologo Claudio Smiraglia, all’inizio del mese di marzo l’equivalente in acqua del manto nevoso ammontava a poco più di 800 milioni di m3 a fronte di una media per il periodo 2006-2020 di oltre 2500 milioni di m3, il che significa una riduzione percentuale di quasi il 70%. È inoltre emerso che purtroppo è appurato che ci troviamo in una fase di intensa riduzione glaciale, in particolare per quanto riguarda il glacialismo alpino nel suo complesso si è passati da circa 2900 km2 negli Anni Novanta del secolo scorso agli attuali 1800 km2.

La misura dei parametri interessanti a questo riguardo passa anche attraverso le innovative e aperte reti di monitoraggio come quella della Regione Autonoma Valle d’Aosta, dove sono 28 le stazioni idro-meteorologiche e nivometriche installate sopra i 2000 m di altitudine, anche in condizioni estreme dove si raggiungono temperature rigidissime, anche fino a -35°C, in questo numero troverete un video suggestivo di una delle installazioni in alta quota.

Il vantaggio della riserva idrica stoccata sotto forma di neve è che si rende disponibile gradualmente, a differenza delle eccessivamente intense precipitazioni piovose che aumentano notevolmente il rischio di dissesti idrogeologici e alluvioni. In questo numero vi presentiamo a tal proposito il convegno organizzato dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile, il Comune di Pescara e l’Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo in occasione dei 30 anni dall’alluvione del fiume Pescara, un’occasione per tenere viva la memoria, rafforzare la prevenzione e costruire resilienza.

Buona lettura!


Torna all'indice delle notizie