• Intervista a Dei Cas, Trigila e Iadanza sulle Linee Guida per il monitoraggio delle frane
    CAE MAGAZINE n.58 - Novembre 2021
    Intervista a Dei Cas, Trigila e Iadanza sulle Linee Guida per il monitoraggio delle frane

Intervista a Dei Cas, Trigila e Iadanza sulle Linee Guida per il monitoraggio delle frane

Intervista a Dei Cas, Trigila e Iadanza sulle Linee Guida per il monitoraggio delle frane

L'Ing. Carla Iadanza e il Dott. Alessandro Trigila, ricercatori dell'Ispra, insieme al Dott. Luca Dei Cas Dirigente di Arpa Lombardia, si sono occupati del coordinamento editoriale delle Linee Guida per il monitoraggio delle frane. CAE Magazine li ha intervistati per approfondire gli aspetti più importanti di una pubblicazione che rappresenta "un unicum a livello nazionale".

Così scopriamo che l'idea del progetto nasce nel 2019, "nell'ambito del Tavolo 'Rischi naturali e Clima' al RemTech-SNPA di Ferrara, a cui hanno partecipato rappresentanti dell'Ispra, dell'Arpa e aziende del settore". Il documento è stato poi approvato dal Consiglio del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA) il 12 luglio 2021 con la delibera n.132/2021.

"Le Linee Guida intendono rappresentare un punto riferimento per il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente", secondo Iadanza. "Hanno l’obiettivo di armonizzare le procedure e fornire riferimenti e criteri per la progettazione, l’installazione, la gestione e la manutenzione delle reti di monitoraggio delle frane, nonché per la diffusione dei dati. Abbiamo scelto un'impostazione pratica e operativa perché volevamo valorizzare il patrimonio delle esperienze maturate e delle conoscenze acquisite, fornendo ai destinatari gli elementi per un corretto ed efficace approccio metodologico, per effettuare scelte mirate e consapevoli, per dare uniformità a livello nazionale ai nuovi progetti di reti di monitoraggio".

Gli obiettivi da raggiungere sono quindi molteplici, così come i soggetti coinvolti in un lavoro esaustivo e allo stesso tempo complesso. Non sorprenderebbe se il percorso che ha portato al testo definitivo fosse stato segnato da diverse difficoltà ma, "assolutamente no", precisano, non è stato così. E ci spiegano perché. Carla Iadanza chiarisce come la realizzazione del testo "ha visto il coinvolgimento oltre di ISPRA, ARPA Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto e Sardegna, anche di strutture tecniche regionali, provinciali e comunali (Regione Autonoma Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano, Comune di Ancona) e di Enti pubblici di ricerca e Università". Le Linee guida "sono state poi sottoposte a un processo di peer review interna a cura degli autori. E in attuazione dei principi dell’open government di trasparenza e partecipazione, sono state sottoposte ad una consultazione pubblica per 30 giorni mediante la pubblicazione delle stesse sul sito SNPA, con l'obiettivo di aprire un confronto aperto e trasparente appunto, con il mondo della ricerca pubblica e con gli altri soggetti interessati al monitoraggio dei fenomeni franosi".

Allora qual è il quadro complessivo in Italia sull'emergenza frane? Lo sa bene Alessandro Trigila, responsabile segreteria tecnica del Progetto IFFI (Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia): "l'Italia è il Paese con più frane in Europa, l'IFFI ne ha recensite oltre 624 mila". Il fenomeno si caratterizza per "il 28% come frane a cinematismo rapido", spiega "quindi parliamo di crolli, colate rapide di fango e detrito, caratterizzati da velocità elevate, fino ad alcuni metri al secondo, e da un'elevata distruttività, spesso con gravi conseguenze in termini di perdita di vite umane. Ogni anno si verificano circa un migliaio di frane e qualche centinaio di queste causano morti, feriti, evacuati nonché danni a edifici, beni culturali, infrastrutture primarie di comunicazione e reti di servizi".

Luca Dei Cas spiega che la Protezione Civile della Regione Lombardia richiede monitoraggi con due finalità differenti. La prima è conoscitiva, "attualmente stiamo gestendo 16 reti con questa finalità. La seconda è di allertamento e in questo caso ARPA Lombardia sta gestendo 29 di queste reti. È evidente, già nell’incarico che ci viene conferito, che le reti su cui è necessario porre una particolare attenzione siano quelle con finalità di allertamento. Scopo di queste ultime, come specifichiamo nelle Linee guida, è infatti la riduzione del rischio mediante la capacità di diminuire la probabilità di coinvolgimento di persone o cose al verificarsi dell’evento franoso. È però altrettanto chiaro che le reti con finalità di allertamento sono le più complicate od onerose, sia da progettare che da gestire".

In Italia sono monitorate complessivamente, o lo sono state in passato, oltre 1.100 frane. “È stata progettata un’anagrafe nazionale dei sistemi di monitoraggio che ad oggi conta con 579 sistemi gestiti dal Centro Monitoraggio Geologico di ARPA Lombardia, da ARPA Piemonte (Rete Regionale di Controllo Movimenti Franosi - ReRCoMF), da ARPA Liguria (rete di monitoraggio dei versanti - Remover), da ARPA Veneto, dalla Regione Autonoma Valle d'Aosta, dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, da ISPRA e da altri soggetti pubblici", dichiara Trigila.

Le informazioni sono consultabili sulla Piattaforma nazionale IdroGEO: https://idrogeo.isprambiente.it/app/iffi

Le Linee Guida sono state presentate quest'anno a Earth Expo di Firenze e al RemTech di Ferrara, lì dove è nata l'idea di questo progetto. Avere il riscontro dei partecipanti è stato il primo vero banco di prova e ha soddisfatto particolarmente i membri del coordinamento redazionale. "Devo dire che il ritorno di queste prime presentazioni (RemTech Ferrara, convegno di Milano e Corso ad Earth Expo Firenze), spiega Dei Cas, "è andato ben oltre le mie più ottimistiche previsioni. Sono stati moltissimi i tecnici che hanno voluto assistervi e per la quasi totalità si sono detti soddisfatti delle iniziative. In particolare, hanno evidenziato il grande valore aggiunto che d’ora in poi si possa far riferimento ad un testo individuato quale le Linea Guida. Non dobbiamo infatti dimenticare che, seppur certamente migliorabili con prossimi aggiornamenti, le Linee per il monitoraggio delle frane rappresentano un “unicum” a livello nazionale!

L’impressione ricevuta da queste prime uscite pubbliche è che finiranno ad essere utilizzate da Enti assai più numerosi di quelli del Sistema SNPA. Anche Iadanza e Trigilasperano che le Linee Guida possano diventare un utile strumento di lavoro per tutti coloro che operano sul territorio con finalità di previsione, prevenzione, monitoraggio, controllo dei fenomeni franosi e allertamento di protezione civile. "Il nostro auspicio è che si investa nel potenziamento delle reti regionali esistenti di monitoraggio delle frane e nella realizzazione delle stesse in quelle Regioni in cui non sono ancora presenti". Del resto "lo scopo delle Linee Guida è proprio quello di supportare, in special modo le Agenzie che non hanno ancora avviato le attività di monitoraggio geologico, l’installazione di reti di monitoraggio delle frane con caratteristiche il più possibile uniformi su tutto il territorio nazionale. Ci auguriamo quindi che le Agenzie evitino di operare come sistemi isolati, ma utilizzino perlomeno criteri e terminologie che, gli oltre venti soggetti pubblici che hanno contribuito alla redazione, hanno delineato nelle Linee Guida. Per la mia Agenzia in particolare - conclude Dei Cas - sarà estremamente utile poter far riferimento a concetti e costi di riferimento affinati grazie al confronto con gli autori delle Linee stesse nonché con la consultazione pubblica".

 

A cura di Laura Polverari



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