• Intervista a Rita Nicolini: con il “Proteggi Italia” più di 900 interventi in Regione contro il dissesto idrogeologico
    CAE MAGAZINE n.52 - Aprile 2021
    Intervista a Rita Nicolini: con il “Proteggi Italia” più di 900 interventi in Regione contro il dissesto idrogeologico

Intervista a Rita Nicolini: con il “Proteggi Italia” più di 900 interventi in Regione contro il dissesto idrogeologico

È un geologo modenese Rita Nicolini. È entrata 25 anni fa nella famiglia della Protezione Civile come funzionaria della Provincia di Modena, e per 15 anni è stata dirigente dell’assessorato Ambiente della Provincia. Dal 2019 ricopre l’incarico di Direttore dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile della Regione Emilia-Romagna.

Ha risposto ad alcune domande di CAEMagazine per fare il punto sulle principali attività dell’Agenzia, confidandoci che il suo punto di forza è soprattutto quello di poter fare affidamento su una squadra di personale che svolge il proprio lavoro con la passione e la responsabilità di chi vede in tutte le attività svolte, la sicurezza del territorio e dei cittadini emiliano-romagnoli. “Sono passione e competenze che permettono di svolgere attività normate e regolate, aggiungendo fattori abilitanti che devono permettere ai cittadini della Regione di sentirsi privilegiati”, spiega.

“L’Agenzia, che è ente strumentale della Regione, presidia processi e attività che coprono l’intero ciclo della sicurezza del territorio e della Protezione civile: dalla prevenzione strutturale e non strutturale, dalla previsione alla gestione delle emergenze e al superamento delle stesse per il ritorno alle normali condizioni di vita e alla messa in sicurezza del territorio.

Fra i rischi di cui si occupa l’Agenzia, sicuramente la gestione del rischio idraulico è uno dei processi più complessi e articolati, anche per le caratteristiche stesse dei bacini emiliano-romagnoli. I servizi territoriali di Agenzia svolgono il ruolo di autorità idraulica e sono responsabili della sorveglianza e del servizio di piena; svolgono interventi di messa in sicurezza e i primi interventi urgenti in caso di evento alluvionale. Le attività poi di manutenzione ordinaria e straordinaria degli alvei, e gli interventi per la gestione della vegetazione ripariale in un’ottica di sicurezza idraulica. In materia di rischio idraulico, la prevenzione non strutturale vede Agenzia impegnata nel rilascio dei nulla osta idraulici e nelle autorizzazioni per le eventuali interferenze di interventi o attività con il reticolo idrografico. Oltre a queste attività che attengono all’ambito di prevenzione strutturale e non strutturale, Agenzia si occupa dei processi connessi alla Protezione civile, quindi alla pianificazione di emergenza anche per il rischio idraulico e alla gestione delle emergenze in coordinamento con le altre autorità idrauliche del territorio, come AIPO e i Consorzi di bonifica e con il supporto alle Prefetture”.  

Quali sono oggi gli interventi in tema di alluvioni di cui vi state occupando?

“In questi anni stiamo gestendo numerosi interventi di manutenzione sia ordinaria sia straordinaria, e numerosi sono anche gli interventi di ripristino del danneggiamento connesso alle emergenze e alle relative dichiarazioni di stato di emergenza. Ogni servizio territoriale di Agenzia, poi, si fa tramite per sviluppare anche una programmazione di interventi affidati nella loro esecuzione al sistema degli enti locali, e dei gestori che concorrono con noi alla sicurezza del territorio.  Realizziamo inoltre interventi, anche strutturali, importanti, connessi alle risorse programmate con gli accordi quadro finanziati dal Ministero dell’Ambiente, e programmati dal Servizio difesa del suolo della Regione, che concorre, insieme a noi, al perseguimento della sicurezza del territorio. Un contenitore importante di risorse e interventi, molti dei quali già realizzati, o in corso di realizzazione, è il cosiddetto “Proteggi Italia”, che ha permesso di attivare numerose risorse programmate su tre annualità, favorendo in questo modo la realizzazione di interventi diffusi e ben coordinati su tutto il territorio regionale”.

L’ultima emergenza alluvionale che avete gestito è stata quella di dicembre?

“Sì, l’ultimo importante evento alluvionale è stato quello sul fiume Panaro, che ha reso necessario l’intervento della colonna mobile regionale per gestire il primo soccorso urgente, e con la partecipazione anche di colonne mobili di altre regioni, la pulizia di strade e abitazioni. Per l’evento è stato dichiarato lo stato di emergenza, è stato finanziato e realizzato un piano di interventi urgenti molti dei quali già in corso o già terminati; abbiamo gestito la pulizia del materiale e quella delle abitazioni e la realizzazione dei primi interventi urgenti. È prossima anche l’ulteriore deliberazione del Consiglio dei Ministri che permetterà di ristorare i primissimi danneggiamenti alle abitazioni e alle attività produttive, e finanzierà anche interventi urgenti di prima messa in sicurezza connessi all’evento di dicembre, che, peraltro, ha interessato non solo il fiume Panaro, ma molti territori regionali”.

Quali sono gli interventi più importanti che state gestendo ora grazie al “Proteggi Italia”?

“Sono più di 900 interventi, interessano i fiumi Panaro, Secchia ed Enza,  Reno,  Baganza, Montone, Savio e in generale tutto il reticolo idrografico della regione da Piacenza a Rimini, ecc.. (Ndr, Il Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico interessa tutte le regioni italiane. 11 miliardi di euro sono stati stanziati per interventi contro il dissesto del territorio nel triennio 2019-2021).

Sono ancora poche le donne in Italia che ricoprono ruoli di comando, il dibattito sulla disparità di genere è caldo e torna ciclicamente sulle prime pagine dei giornali. Innanzitutto, è stato difficile per lei conciliare vita privata e carriera?

“La regione Emilia-Romagna ha sempre dato spazio alle donne, o meglio, non credo abbia considerato il genere un elemento per selezionare i dirigenti e il personale. È difficile per una donna conciliare famiglia e lavoro, ma prima di tutto deve esserci, e io l’ho avuta, una totale collaborazione dei figli, del marito e nel mio caso della nonna… ma poi non posso certo dimenticare la collaborazione di una squadra di personale, femminile e maschile, di collaboratori che sostengono le attività anche di un dirigente. Io ho avuto sicuramente anche questo: una squadra potente di funzionari, capacissimi di interpretare “il fare squadra” per gestire le problematiche, a volte anche famigliari, affinché queste non interferissero con il lavoro. E questa squadra è ancora con me, anzi, è implementata di risorse e competenze. Tante donne fanno parte di questa squadra e mettono quella capacità di collaborazione e organizzazione che è sicuramente una skill femminile”.

Qual è il punto di forza di una donna in un posto di comando?

“Credo che una donna abbia una attitudine particolare all’organizzazione e alla pianificazione, competenze fondamentali nel nostro lavoro e forse anche per la gestione della complessità, dello stress e dello sforzo prolungato.  Allo stesso tempo ho trovato, sia qui a Bologna che a Modena, ambienti dinamici e organizzati che mi hanno permesso sempre di lavorare al meglio, a prescindere dalle questioni di genere.  

Credo però che la gestione della complessità sia una caratteristica e il punto di forza che una donna può dare in questo lavoro.  Mettere in sinergia vita privata, lavoro e cura della persona, quello che facciamo noi donne, significa saper gestire la complessità e questo è un valore fondamentale”.


a cura di Laura Polverari


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