• Dieci anni di fenomeni meteorologici estremi nei centri urbani
    CAE MAGAZINE n.48 - Dicembre 2020
    Dieci anni di fenomeni meteorologici estremi nei centri urbani

Dieci anni di fenomeni meteorologici estremi nei centri urbani

Dieci anni di fenomeni meteorologici estremi nei centri urbani

Lo scorso 25 novembre, Legambiente ha presentato il report CittàClima che fotografa un bel Paese flagellato da inondazioni, trombe d’aria e ondate di calore. 

10 anni di fenomeni meteorologici estremi che hanno colpito almeno 507 comuni italiani. Il rapporto dell'osservatorio CittàClima di Legambiente fotografa un bel paese flagellato da inondazioni, trombe d’aria e ondate di calore: 946, dal 2010 a fine ottobre 2020.



Dal 2013 il nostro Paese ha speso una media di 1,9 miliardi l’anno per riparare ai danni e soltanto 330 milioni per la prevenzione: un rapporto di 6 a 1 che è la ragione dei disastri che vediamo nel territorio italiano - dichiara Edoardo Zanchini, Vicepresidente di Legambiente - un rapporto nel quale abbiamo tracciato un bilancio degli ultimi dieci anni con numeri e una mappa aggiornata”.

Il rapporto è stato presentato lo scorso 25 novembre durante un webinar realizzato con il contributo di Unipol, la collaborazione scientifica di Enel Foundation, Ispra e Legambiente Emilia-Romagna. Tra gli ospiti, il Sottosegretario del Ministero dell’Ambiente Roberto Morassut, l’Assessore all’Ambiente dell’Emilia-Romagna Irene Priolo, l’Assessore all’Ambiente del Comune di Milano Marco Granelli e il Segretario dell’Autorità di Bacino Appennino Centrale Erasmo d’Angelis.  

“Ci dobbiamo rendere conto che la situazione è molto complessa. Nel 2019 abbiamo avuto tre dichiarazioni nazionali di emergenza. Insomma, non è stato un anno semplice. La Regione Emilia-Romagna sta presentando un piano che non guardi soltanto ai valori della sostenibilità, ma anche alle sue ricadute positive per quanto riguarda l’occupazione. Nello specifico, ci siamo focalizzati sul dissesto idrogeologico, con interventi per 195 milioni di euro”, ha spiegato l’Assessore Priolo.

Numeri e soluzioni

Sul territorio italiano, ci sono stati almeno 416 casi di allagamento da piogge intense. Di cui 319 si sono verificati in città. Fenomeni che hanno determinato interruzioni e danni alle infrastrutture, con almeno 80 giorni di stop a metropolitane e treni urbani. Per quanto riguarda le trombe d’aria, invece, sono stati conteggiati almeno 257 eventi. 35 casi di frane dovute alle piogge intense e 118 eventi (89 in città) caratterizzati da esondazioni fluviali.

Le conseguenze più significative sono state quelle causate dai fenomeni come le trombe d’aria che colpiscono le città costiere al Sud e le aree pianeggianti al Nord. Allo stesso tempo, le ondate di calore non sono state meno intense, soprattutto all’interno dei centri urbani: la temperatura media cresce a ritmi più elevati che nel resto del Paese. Per quanto riguarda le alluvioni, le precipitazioni che normalmente cadono in un anno si riversano nelle strade in poche ore, con effetti sulle infrastrutture e i territori. 

Gli interventi

Secondo Legambiente, è necessario cambiare le regole di intervento attraverso un patto tra Governo, Regioni e Comuni, con l’obiettivo di approvare una legge dello stato basata su una serie di interventi.

Vietare l’edificazione nelle aree a rischio idrogeologico, delocalizzare gli edifici in aree rischio elevato, salvaguardare e ripristinare la permeabilità dei suoli nelle aree urbane, vietare l’utilizzo dei piani per le abitazioni. Allo stesso tempo, è necessario mettere in sicurezza le infrastrutture urbane dai fenomeni meteorologici estremi, vietare l’intubamento dei corsi d’acqua e riaprire quelli tombati nel passato. 

Su tutto, però, è necessaria l’approvazione immediata del piano di adattamento climatico e allo stesso tempo il rafforzamento del ruolo dell'autorità di distretto e dei comuni negli interventi contro il dissesto idrogeologico. Insomma, le aree urbane devono diventare la priorità negli interventi di adattamento al clima, con norme più efficaci per garantire la sicurezza degli abitanti che vivono in quei territori. 


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