• Crotone, Sardegna e provincia modenese: eventi straordinari o nuova normalità?
    CAE MAGAZINE n.48 - Dicembre 2020
    Crotone, Sardegna e provincia modenese: eventi straordinari o nuova normalità?

Crotone, Sardegna e provincia modenese: eventi straordinari o nuova normalità?

Avremmo voluto scrivere un editoriale di auguri, incentrato sulle strane Feste che ci apprestiamo a vivere. Invece, mentre si discute sulle priorità del Recovery Plan, le calamità che si sono susseguite negli scorsi giorni, dal Sud al Nord del Paese, ci costringono a proporvi numeri e riflessioni che riteniamo importanti. Gli eventi intensi e persistenti, che continuiamo a definire straordinari, sono la nuova normalità? I primi numeri a disposizione e le considerazioni a caldo del meteorologo Federico Grazzini ci suggeriranno una risposta. E allora appare ancora più chiaro che la prevenzione, da attuare bene e in tempi brevi, deve essere l’obiettivo condiviso di tutte le amministrazioni.

Il Centro Funzionale Multirischi dell’Arpacal, diretto dall'Ing. Eugenio Filice, ha trasmesso alla Protezione Civile Regionale ed all'Assessore all'Ambiente della Regione Calabria il rapporto di evento riguardante i fenomeni meteo-pluviometrici occorsi in Calabria dal 21 al 23 novembre 2020. Attraverso l'analisi dei dati meteo pluviometrici della rete di monitoraggio Arpacal, il rapporto spiega che nel periodo tra il 21 ed il 23 novembre in provincia di Crotone molte stazioni pluviometriche hanno registrato oltre 300 mm di pioggia cumulata. Il dato di pioggia giornaliera del 21 novembre relativo alla stazione pluviometrica del comune di Crotone, nonostante i 104 anni di osservazioni disponibili, risulta “eccezionale” e il più alto di sempre.

Pochi giorni dopo, il 28 novembre, in Sardegna, l’evento “straordinario” si ripete: nel territorio attorno a Bitti piovono oltre 300 millimetri di acqua in meno di 6 ore e le strade sono travolte da acqua e fango. Le tre vittime, dichiara il vertice delle Protezione Civile regionale Belloi, sarebbero potute diventare molte di più se non fosse stata annunciata l’allerta per tempo. Nel 2013 il maltempo aveva fatto danni simili in occasione del ciclone Cleopatra, o Ruven secondo la denominazione datagli dall'Università libera di Berlino, e in quell’occasione ci furono addirittura 19 vittime in tutta la Regione.

Passano pochi giorni e l’emergenza si sposta al centronord del Paese. Le allerte, predisposte per tempo, hanno permesso di organizzare la sorveglianza idraulica ed allertare i comuni più vulnerabili, ma la rottura di un argine del Panaro nel modenese e una serie di altre situazioni creano comunque paura e distruzione. Le reti di misura hanno supportato in tempo reale le operazioni di tutto il sistema di Protezione Civile e quegli stessi dati, nei prossimi giorni, forniranno gli elementi per i “report di evento” che ufficializzano misure e dinamiche delle piene. Tuttavia, sulla base delle osservazioni in tempo reale, peraltro pubblicate sui siti ufficiali dalla Regione insieme ai bollettini di allerta, sono già possibili alcune considerazioni.

Ci pensa Federico Grazzini, Meteorologo, esperto di scienze dell'atmosfera e del clima presso ARPAE-SIMC, a pubblicare su Facebook qualche estrapolazione: “…prendiamo la stazione di Monteacuto delle Alpi (Bo), sullo spartiacque fra Reno e Panaro. Dalle 6 di venerdì 04/12 alle 6 di oggi (6/12), sono caduti 370mm, record dall'inizio delle misure nel 1921”. È lo stesso meteorologo a ribadire il concetto, più volte espresso in passato, che “questa volta basta chiamarlo evento eccezionale, diciamo pure che ci troviamo di fronte ad una nuova tipologia di fenomeni, più intensi, con precipitazioni anche persistenti (come accade normalmente in autunno inverno) ma allo stesso tempo intense e temporalesche (tipiche dell'estate) anche in inverno. Ieri ci sono stati temporali anche sulle Alpi.”

Se è vero, come appare ormai chiaro, che gli eventi intensi e persistenti sono sempre più frequenti in ogni stagione, allora la prevenzione diventa centrale per la salvaguardia della popolazione. Gestione e manutenzione del territorio, realizzazione delle opere necessarie, predisposizione di sistemi di monitoraggio e allerta, informazione e preparazione del cittadino. Il Sistema Nazionale di Allertamento è ben strutturato in Italia, una solida base su cui si potrebbero velocemente incardinare una serie di rafforzamenti e ammodernamenti. Siamo alla vigilia di un periodo in cui le risorse del Recovery Fund potrebbero dare nuova linfa ad importanti investimenti in questi ambiti. Chiudiamo quindi l’anno con l’auspicio che questi eventi calamitosi, pur nella catastrofe, siano l’elemento scatenante di una nuova stagione di prevenzione.

Auguriamo a tutti i nostri lettori un felice periodo festivo e un sereno 2021.



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