• Opere pubbliche e territorio: l’importanza dei sistemi di monitoraggio e della loro manutenzione
    CAE MAGAZINE n.43 - Giugno 2020
    Opere pubbliche e territorio: l’importanza dei sistemi di monitoraggio e della loro manutenzione

Opere pubbliche e territorio: l’importanza dei sistemi di monitoraggio e della loro manutenzione

Opere pubbliche e territorio: l’importanza dei sistemi di monitoraggio e della loro manutenzione

Dal 9 giugno 2020 è disponibile online il convegno web dal titolo “Opere Pubbliche e Territorio: l’importanza dei sistemi di monitoraggio e della loro manutenzione” (per vedere i video di tutti gli interventi clicca qui).

L’Ing. Zambrano, Presidente del CNI (Consiglio Nazionale degli Ingegneri) e il Sen. Ing. Margiotta (Sottosegretario di Stato Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) hanno introdotto numerosi relatori che si sono espressi su rilevanti questioni quali sistemi di sorveglianza, di monitoraggio e la loro adeguata manutenzione su ponti, viadotti, gallerie e fabbricati.

L’ing. Mariani (Consigliere e referente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri per la geotecnica, il rischio idrogeologico, il consolidamento e restauro post-sismico delle strutture) ha dapprima passato in rassegna i più importanti terremoti degli ultimi decenni in Italia e i loro effetti sulle costruzioni, poi ha portato fra gli esempi “il bastione sulla cinta muraria di Todi che in maniera monolitica è arrivato a valle planando per una 50ina di metri”. Infine ha illustrato il fenomeno dei flash flood e dei debris flow: “un trasporto e rotolamento di materia in ambito liquido a velocità anche di 70 km/h per il quale la prevenzione è assoluta e necessaria: questi ambiti sono pericolosi e portano a vittime”. 

L’ing. Curcio (Capo Dipartimento Casa Italia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri) e il Prof. Ing. Dolce (Direttore Generale e consulente scientifico del Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale), così come anche dall’Ing. Gallo (già Soggetto Attuatore dell'Ufficio del Commissario per la mitigazione del rischio idrogeologico della Calabria), oltre ad aver trattato questioni legate ai fenomeni sismici, hanno anche parlato di dissesto idrogeologico, sottolineando un aspetto molto caro a CAE, ossia quanto il monitoraggio in tempo reale dei fenomeni e dei rischi naturali sia determinante ai fini di previsione, prevenzione, definizione di scenari di rischio, allertamento e protezione civile.

L’Ing. Dolce illustra come “il monitoraggio di un fenomeno può essere effettuato mediante un monitoraggio locale con vari sensori come ad esempio pluviometri, radar per l’individuazione di temporali, clinometri per i movimenti franosi, GPS e così via”, illustrando anche i sistemi multirischio: “sistemi di monitoraggio multi-parametrici, capaci di combinare più misure derivanti da monitoraggi locali e satellitari e di modellare il fenomeno da studiare sfruttando al massimo le informazioni ricavabili dai diversi monitoraggi”.

L’Ing. Gallo nella sua relazione riporta che “oltre il 90% dei comuni italiani sono interessati dal pericolo frane e alluvioni. Il territorio italiano è particolarmente fragile sotto l’aspetto idrogeologico. La conformazione geomorfologica del nostro territorio nazionale è tale da avere degli effetti improvvisi dalla rapida evoluzione richiedendo così la necessità di un coordinamento costante e possibilmente efficace che consenta di limitare il rischio per la popolazione e per il patrimonio pubblico”. L’ingegnere rimarca quindi l’importanza di un piano pluriennale di manutenzione in quanto “una manutenzione costante sulle opere ci da due grossi vantaggi: riduce la necessità di attuazione di interventi straordinari e aumenta la capacità di controllare il nostro territorio”. Tutto questo grazie al monitoraggio che come ricorda l’Ing. Gallo “riduce così i costi di manutenzione ed il rischio di perdita di vite umane”. 

I sistemi di monitoraggio consentono dunque di conoscere la pressione atmosferica, l’intensità e cumulata di pioggia, la temperatura e umidità dell’aria, l’intensità e la direzione del vento e della corrente marina e molte altre grandezze fisiche che possono essere monitorate. Si recuperano così informazioni utili sull’erosione costiera e dei versanti, precipitazioni, rischio frane e valanghe, scivolamenti e, durante le alluvioni, sottopassi allagati, flash flood. In buona sostanza i sistemi di monitoraggio contribuiscono a mitigare gli effetti degli eventi meteorologici estremi che causano rischio idrogeologico

La Prof.sa Arch. Moraci (componente del Consiglio di Amministrazione di Ferrovie dello Stato Italiane ed Ordinaria di Urbanistica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria), ha evidenziato l’esigenza di monitoraggio del dissesto idrogeologico e della messa in sicurezza del territorio e delle infrastrutture con un accento specifico sulla Rete Ferroviaria Italiana in quanto “su un totale di 16.787 km di rete ferroviaria, 3.756 km cadono in aree mappate di potenziale rischio fenomeni idraulici quali alluvioni, allagamenti ed erosione e 2500 km in aree a rischio di fenomeni gravitativi quali frane, crolli, subsidenze, per un totale di 6500 km soggetto ad instabilità idrogeologica. Dunque la dimensione del monitoraggio non è di poco conto: un sistema di allertamento frane sul territorio nazionale, attraverso l’utilizzo di pluviometri con cumulata di pioggia, clinometri etc. per definire dati oggettivi al fine di definire lo stato attuale di ponti e viadotti, per stabilire l’urgenza di interventi manutentivi di riparazione o adeguamento strutturale”. 

Il fine ultimo del meeting consiste nel confrontare varie esperienze di organizzazioni ed istituzioni, a supporto della presa di decisioni per la mitigazione dei rischi naturali ossia l'individuazione delle possibili sinergie tra le diverse attività svolte e di prospettare linee di sviluppo futuro.


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