• Dighe e sbarramenti tra Italia e Francia, il progetto RESBA favorisce la resilienza e la cultura della prevenzione
    CAE MAGAZINE n.42 - Maggio 2020
    Dighe e sbarramenti tra Italia e Francia, il progetto RESBA favorisce la resilienza e la cultura della prevenzione

Dighe e sbarramenti tra Italia e Francia, il progetto RESBA favorisce la resilienza e la cultura della prevenzione

Dighe e sbarramenti tra Italia e Francia, il progetto RESBA favorisce la resilienza e la cultura della prevenzione

Per poter prevenire il rischio rappresentato da una diga e da uno sbarramento, è necessario che la popolazione e l’intero territorio siano a conoscenza del rischio stesso, rappresentato proprio dalla presenza di questo tipo di infrastrutture. Il progetto RESBA (resilienza degli sbarramenti) nasce con l’intento di favorire l’approfondimento della conoscenza dei comportamenti e strategie da adottare nei territori alpini transfrontalieri tra Italia e Francia, in cui sono presenti numerosi sbarramenti e dighe. I destinatari del progetto sono tutta la società civile: dai liberi professionisti e i tecnici, agli amministratori e gli studenti. Il monitoraggio e la comunicazione del rischio sono temi fondamentali anche per CAE che da sempre è attenta alla diffusione della cultura della prevenzione.

Il concetto che muove RESBA è il tema della resilienza, il tutto con un approccio di tipo integrato, basato su strategie di comunicazione focalizzate sui comportamenti giusti da adottare. In particolare, per quanto riguarda la gestione e la prevenzione dei rischi, si parte dal monitoraggio, per valutare la vulnerabilità degli sbarramenti in zona transfrontaliera, fino ad arrivare all’aspetto del coinvolgimento da parte di tutti, con attività informative e di comunicazione. Senza dimenticare la formazione degli amministratori locali, dei tecnici, dei professionisti e delle scuole.

Insomma, l’iniziativa, finanziata dal fondo europeo di sviluppo regionale Alcotra, ha come obiettivo lo sviluppo di un sistema condiviso di valutazione della vulnerabilità e del monitoraggio degli sbarramenti, nonché di coinvolgere in maniera attiva la popolazione che vive nei territori esposti al rischio di collasso delle infrastrutture.

Il soggetto capofila del progetto è la Regione Valle d’Aosta, insieme a partner come la Regione Piemonte, la Città metropolitana di Torino, la prefettura della Savoia, università e istituti come il Politecnico di Torino e IRSTEA, l’istituto nazionale francese della ricerca in scienze e tecnologie per l’ambiente e l’agricoltura.

Il tutto in un territorio a cavallo tra le provincie italiane di Cuneo, Torino, la Valle d’Aosta e le regioni francesi della Savoia e dell’Alta Val Savoia. In questi territori sono presenti sbarramenti con caratteristiche comuni: ubicati in zone di montagna tra 1500 e 3000 metri di altitudine o in zone collinari ai piedi del massiccio, tra 500 e 1550 metri di altitudine. Queste strutture possono essere classificate in tre categorie: un gruppo di piccola e media altezza e con modesta capacità di accumulo, un gruppo in quota di altezza compresa tra 10 e 20 m e con media capacità di accumulo di volumi di acqua e, infine, una serie di grandi sbarramenti in quota utilizzati per la produzione idroelettrica. Il più importante è la diga del Moncenisio che, con una portata di 300 milioni di metri cubi d’acqua, è il sesto sbarramento più grande della Francia. Nonostante sia localizzato interamente in territorio francese, con una rottura dello sbarramento, l’acqua si riverserebbe nel territorio della Città metropolitana di Torino. Non è un caso, che uno dei passaggi del progetto sia proprio un’esercitazione pratica del piano di emergenza sul territorio nelle vicinanze della diga del Moncenisio.



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