Screening sierologici e distanziamento: CAE pronta a ripartire
Nelle scorse settimane le attività produttive che partecipano a filiere essenziali o di pubblica utilità, come quella in cui opera CAE, hanno continuato ad operare per garantire i servizi minimi di garanzia. Adesso che l’Italia entra in “Fase 2” e si torna gradualmente verso la normalità produttiva, alle aziende viene chiesto di mettere in campo particolare cautela, perché i virus come il COViD-19 possono facilmente provocare ondate successive. Ad oggi CAE non registra casi di contagio accertato fra i suoi dipendenti. Tuttavia, pronta da sempre ad affrontare le emergenze, l’organizzazione si adatta e mette in campo il suo piano di resilienza: mascherine e gel igienizzante in quantità per tutti i propri dipendenti, lavoro agile, turni al servizio mensa, distanziamento delle postazioni. L’azienda sta anche seguendo con attenzione, insieme a Confindustria, gli sviluppi del programma di screening sierologico della Regione Emilia-Romagna.
Nelle due settimane precedenti al lockdown definitivo, che nella Provincia di Bologna è iniziato il 9 marzo, l’azienda aveva immediatamente predisposto il telelavoro per i suoi dipendenti più a rischio. Sempre in quei giorni, con lungimiranza, CAE aveva predisposto la piattaforma di supporto al lavoro agile per tutti. Tra le altre misure messe in campo per la salvaguardia della salute durante la “Fase 0”, insieme alla nomina di un “coordinatore misure COViD-19” al suo interno, citiamo l’adozione di prodotti appositi per le disinfezioni giornaliere degli ambienti, il distanziamento delle postazioni di lavoro con la relativa riallocazione dei desk, i turni per la mensa e l’interruzione delle visite da parte di personale esterno.
A partire dal 9 marzo inizia il lockdown generalizzato e l’Italia entra in “Fase 1”. CAE ottiene immediatamente il riconoscimento prefettizio come impresa di pubblica utilità. Questo riconoscimento permette di fare squadra con i fornitori della filiera, tutti impegnati per scongiurare l’interruzione dei servizi. Tuttavia vengono sospese immediatamente le attività non essenziali dell’azienda, quelle che possono essere posticipate senza mettere a repentaglio il funzionamento dei sistemi di monitoraggio e allertamento dei clienti, quindi la pubblica sicurezza. Parte dell’azienda si spegne e vengono attivati gli strumenti che il Governo ha predisposto a supporto delle attività produttive “sospese” per il lockdown. Tutti i clienti, che in larga parte sono impegnati in attività di Protezione Civile e quindi rimangono attivi anche in questa fase, vengono aggiornati sull’evoluzione: il servizio di telemanutenzione rimane attivo così come le manutenzioni di emergenza ed i ripristini sono garantiti.
Per molti giorni l’azienda è in gran parte vuota, come appare normalmente solo fuori da orario di ufficio: i servizi essenziali sono in prevalenza garantiti da personale in telelavoro o trasfertista. La supply chain, il magazzino e la produzione lavorano a tratti, per garantire lo stretto necessario per le manutenzioni. Le installazioni e le forniture sono prevalentemente sospese. Continuano in modo parziale, sostanzialmente in telelavoro, alcune attività di ricerca e sviluppo, del reparto commerciale, dell’amministrazione e dei servizi informativi.
Passano le settimane e si arriva a fine aprile. I tragici numeri del contagio, riassunti giornalmente dal Dott. Borrelli del Dipartimento di Protezione Civile, iniziano a dipingere un quadro nazionale in progressivo miglioramento. Nel frattempo i dispositivi di protezione personale come le mascherine diventano finalmente reperibili. CAE si attiva immediatamente e se ne procura alcune centinaia da subito, prenotando forniture per altre 4.000 mascherine grazie a Confindustria Emilia. Vengono scelte mascherine di varia tipologia, così da poter garantire sempre il dispositivo più adatto alle diverse esigenze lavorative.
Il 4 maggio, data prescelta dal Governo per un ritorno alla quasi normalità lavorativa della “Fase 2”, si avvicina. La voglia di tornare al fianco dei clienti per nuovi progetti e per le attività più ordinarie è tanta, ma la situazione richiede particolare attenzione. In questo contesto Giorgio Bernardi, Direttore Generale dell’azienda, dichiara: “il ritorno alla capacità di lavoro pre-crisi sarà graduale e dovrà essere perseguita mettendo al primo posto, sempre, la salute di tutti i nostri collaboratori e dei clienti. Il piano aziendale viene adattato settimana per settimana, in conseguenza dei decreti ministeriali e dell’evoluzione dello scenario complessivo, ma alcune linee guida per il prossimo futuro sembrano essere già chiare”. Per questo il Dott. Bernardi aggiunge: “sicuramente torneremo ad adottare tutte le misure già messe in campo a fine febbraio e le potenzieremo. Passeremo un periodo in cui il lavoro agile continuerà ad essere prezioso per allargare gli spazi a disposizione e continueremo a fornire mascherine e gel igienizzante a tutti i dipendenti, con protocolli di utilizzo ben definiti. Inoltre, aggiornati dalle informative di Confindustria Emilia Area Centro, abbiamo aderito al programma di screening sierologico della Regione Emilia-Romagna, dando disponibilità ad eseguire periodicamente i test previsti. In conclusione, dopo aver garantito i servizi di base durante la fase più acuta della pandemia, adesso torniamo progressivamente ad una nuova normalità”.