Fondi Europei, approfondimento sui "POR FESR 2014-2020"
I Programmi Operativi Regionali legati al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, i cosiddetti POR FESR, sono fra gli strumenti più utilizzati per finanziare progetti di modernizzazione o potenziamento delle reti di monitoraggio e allertamento per la mitigazione dei rischi naturali.
Una delle funzioni di questi programmi è favorire, tramite il cofinanziamento di progetti di investimento della Pubblica Amministrazione e non solo, lo sviluppo dei territori che in Europa risultano non allineati a determinati standard, per farli convergere con le aree più sviluppate.
Per questo motivo in Italia la maggior parte delle risorse del fondo FESR è di regola stanziata per i Programmi Operativi delle Regioni del meridione e delle isole. E’ importante sapere però che tutte le Regioni italiane dispongono di un POR FESR.
La somma delle disponibilità dei Fondi Strutturali per l’Italia, dai quali i POR FESR attingono e dei quali rappresentano una parte significativa, ammontava per il settennato 2007-2013 ad un totale di 28,7 miliardi di Euro. Questa cifra era poi più che raddoppiata dal cofinanziamento nazionale.
Duole osservare che la spesa effettiva (anche se non ancora certificata) al 31 agosto 2015 era ferma all'81,2%. Per le tre regioni del sud più in ritardo nella spesa e di cui abbiamo i dati, al 31 ottobre 2015 la stessa era ancora al 75% in media, con 2,7 miliardi di euro da spendere in due mesi.
Nonostante questo ritardo generalizzato, non mancano casi di successo in materia di sicurezza dei cittadini e misure non strutturali a difesa dal dissesto idrogeologico e da altri rischi naturali. Ricordiamo per esempio il progetto che ha permesso l’acquisto, l’installazione e la messa in opera della rete ondametrica regionale della Campania, realizzato nel 2008 ad opera del Settore Programmazione Interventi di Protezione Civile della Regione.
Altro esempio virtuoso di spesa è stato il progetto, affidato anch’esso tramite gara d’appalto, per l’aggiornamento e potenziamento della rete idrometrica regionale in telemisura per i corsi d’acqua del distretto idrografico della Sicilia. Finanziato dalla linea d’intervento 2.2.1.3 fra le azioni di aggiornamento e implementazione degli strumenti di pianificazione settoriale di monitoraggio, anche al fine di renderli conformi a quelli previsti dalle direttive comunitarie esistenti (Piano di Gestione del Distretto Idrografico Regionale), in questo caso l’ente appaltante fu il Servizio Osservatorio delle Acque della Regione siciliana.
Nella programmazione 2014-2020, ogni Regione ha già approvato un piano settennale per suddividere i fondi a disposizione secondo i diversi Obiettivi Tematici che ritiene più strategici e i vincoli imposti dal grado di sviluppo del proprio territorio. Seguendo uno schema che si ripete in ogni Regione, il piano settennale indica già oggi quante risorse ogni Amministrazione regionale programmi di dedicare per il raggiungimento di specifici Risultati Attesi. Per ogni Risultato Atteso è già indicato un ventaglio di azioni che potranno essere messe in opera per raggiungere lo scopo.
Guardiamone qualcuna insieme. Per il raggiungimento del Risultato Atteso 5.1, ovvero la “Riduzione del rischio idrogeologico e di erosione costiera”, le Regioni possono prevedere di mettere in campo Azioni di “Integrazione e sviluppo di sistemi di prevenzione, multirischio anche attraverso meccanismi e reti digitali interoperabili di allerta precoce”.
Allo stesso modo, fra le Azioni utili al raggiungimento del Risultato Atteso 5.3, ovvero la “Riduzione del rischio incendi e del rischio sismico”, rientra una Azione descritta come “Integrazione e sviluppo di sistemi di prevenzione multirischio, anche attraverso reti digitali interoperabili di coordinamento operativo precoce”.
Anche il raggiungimento del Risultato Atteso 6.4, che consiste nel “Mantenimento e miglioramento della qualità dei corpi idrici e gestione efficiente dell’irrigazione”, può essere perseguito dalla Regione attraverso Azioni come l'“Integrazione e rafforzamento dei sistemi informativi di monitoraggio della risorsa idrica”.
E’ quindi sufficiente una verifica del POR settennale per sapere se la propria Regione abbia sia le risorse, sia l’intenzione politica di investirne una parte sul monitoraggio in tempo reale e/o sull'allertamento in materia di dissesto idrogeologico, incendi boschivi o altre tematiche legate alla risorsa idrica o in generale all’ambiente.
Poiché i progetti che realizzano sistemi di monitoraggio e allertamento per i rischi naturali sono sia misurabili sia di veloce realizzazione, è naturale che un Dirigente pubblico interessato alla modernizzazione o al potenziamento delle reti meteo-idrogeologiche del territorio, possa trovare una importante fonte di risorse finanziare nei Programmi qui presi in esame.
I complessi meccanismi che regolano l’effettivo utilizzo delle risorse pianificate nel POR FESR richiedono la piena collaborazione tra strutture tecniche, amministrative e politiche delle Regioni.
La speranza è che sempre più regioni riescano ad allineare gli sforzi dei molti uffici coinvolti in questi meccanismi, riconoscendo la necessità e l’urgenza di misure di monitoraggio multirischio per l’adattamento al cambiamento climatico e la salvaguardia dei cittadini. Solo così sarà possibile realizzare, anno dopo anno, ancora più progetti di successo e sfruttare al 100% questa opportunità che l’Europa ci offre.