• Intervista a Luigi Mille: “Innovazione e collaborazione tra gli enti alla base della rete fiduciaria di allertamento”
    CAE MAGAZINE n.32 - Giugno 2019
    Intervista a Luigi Mille: “Innovazione e collaborazione tra gli enti alla base della rete fiduciaria di allertamento”

Intervista a Luigi Mille: “Innovazione e collaborazione tra gli enti alla base della rete fiduciaria di allertamento”

GUARDA l'intervista a Luigi Mille
GUARDA l'intervento completo di Mille al convegno CAE

 

Luigi Mille, Direttore Generale dell’Agenzia Interregionale per il Fiume Po, intervenuto anche nel corso dell’incontro “Il sistema di allertamento nazionale: competenze e tecnologie per la mitigazione dei rischi naturali”, organizzato il 28 marzo da CAE a Bologna, a margine di quella stessa giornata ha approfondito ha parlato degli innovativi sistemi di allertamento sul fiume Po, con uno sguardo al Lago di Garda, un’eccellenza. 

Quali sono i sistemi di allertamento e di mitigazione del rischio sul fiume Po?

I nostri sistemi di allertamento si basano sulla rete fiduciaria di monitoraggio del Po, cioè una rete che tiene conto delle specifiche necessità di monitoraggio e sorveglianza in tempo reale, e su una serie di altre nostre stazioni, che sono circa 73, distribuite su tutto il bacino, con alcune postazioni finalizzate alla gestione di manufatti idraulici importanti, quali le casse di laminazione o i nodi idraulici – per esempio quello di Milano. Altre casse importanti sono quelle dell’Emilia Romagna, come ad esempio Parma, Crostolo, Enza e Panaro. Compiti delle stazioni sono quelli di monitorare in modo efficiente tutta l’asta Po, migliorare la gestione dei manufatti di laminazione e monitorare e gestire nodi idraulici particolarmente critici. Con questa strumentazione abbiamo poi sviluppato dei modelli previsionali che ci danno modo di stabilire il livello di criticità. Sono stati basati attraverso i colori, cioè verde, giallo, arancio e rosso, che cambiano al cambiare della criticità. Questi livelli di criticità fanno riferimento alle altezze idrometriche nei corsi d’acqua. Il nostro compito è proprio quello di gestirle. In questo contesto, appare chiaro quanto siano importanti le strumentazioni e la loro resa in termini di misure affidabili.

Quali sono le nuove esigenze che emergono proprio in questo settore dell’allertamento per quanto riguarda il fiume Po?

Le esigenze generali scaturiscono dalla necessità di lavorare insieme e di mettere a disposizione dei vari enti le nostre informazioni. Non a caso abbiamo un accordo globale con il Dipartimento di Protezione Civile, con le regioni, con le Arpa, con Aipo. Questo accordo prevede la gestione di modellistiche sofisticate, chiamate in gergo Fius. Gli anni scorsi sono state usate solo per le piene, ma adesso le useremo anche per i periodi di magra. L’accordo è in fase di sottoscrizione ed è fondamentale, perché lavorare insieme significa mettere a disposizione le conoscenze di tutti. Si possono prendere decisioni condivise nel miglior modo possibile.

Qual è la situazione del Lago di Garda?

Innanzitutto devo dire che il lago di Garda è un po’ un fiore all’occhiello personale: seppure adesso io sia direttore, prima sono stato dirigente per la Lombardia di Aipo. Al nascere di Aipo, siamo stati proprio noi a gestire il lago di Garda, ereditando una competenza del Magistrato alle Acque. Il sistema di monitoraggio e telecontrollo nasce proprio da una mia volontà personale. Frutto del lavoro con CAE, lo abbiamo dal 2009. Il sistema ci dà la possibilità di avere in tempo reale anche manovre basate sulle previsioni degli eventi meteorologici e sull’andamento del sistema complesso, quale il nodo di Mantova, e sulle situazioni idrometriche.

Non è un caso, ma nasce da una gestione comune con tutti gli stakeholder, quindi con gli utilizzatori agricoli, gli utilizzatori turistici, gli utilizzatori idroelettrici, se in questo momento di scarsità idrica confrontiamo le percentuali di riempimento degli altri laghi importanti, come il Lago Maggiore al 28%, il Lago di Como addirittura al 6%, il Lago d’Iseo al 10%, con il dato del Lago di Garda, che ha un grado di riempimento superiore al 90%. Questi dati hanno un significato preciso: vogliono dire che qualcosa di qualitativo nella gestione è stato fatto – dato che in tutte queste zone è piovuto nello stesso modo. Il merito va dato anche a CAE e al suo sistema innovativo.


a cura di Giovanni Peparello


Torna all'indice delle notizie