• L’intervista a Francesco Vincenzi: come combattere e prevenire il problema della siccità, tra sistemi all’avanguardia e idee innovative
    CAE MAGAZINE n.30 - Aprile 2019
    L’intervista a Francesco Vincenzi: come combattere e prevenire il problema della siccità, tra sistemi all’avanguardia e idee innovative

L’intervista a Francesco Vincenzi: come combattere e prevenire il problema della siccità, tra sistemi all’avanguardia e idee innovative

Nel corso dell’incontro “Il sistema di allertamento nazionale: competenze e tecnologie per la mitigazione dei rischi naturali”, organizzato il 28 marzo da CAE a Bologna, Francesco Vincenzi, in qualità di presidente ANBI, Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari, ha parlato della recente siccità al nord, causata dal cambiamento climatico, e delle modalità con cui può essere combattuta – come l’innovativo bancomat dell’acqua.

In questi giorni il problema della siccità è tornato alla ribalta, come abbiamo letto sulla stampa, su vari giornali locali e non solo. Qual è la situazione attuale e come si può contrastare la siccità?

Oggi il problema della siccità non è solo legato all’attualità, ma è strutturale e infrastrutturale nel nostro paese. Negli ultimi 10 anni abbiamo parlato di siccità più di cinque volte – e questo fa pensare che non è più un evento eccezionale, ma una realtà con cui fare i conti tutti i giorni. I cambiamenti climatici stanno facendo vedere i loro effetti in particolar modo sulla disponibilità della risorsa acqua. La situazione attuale ad oggi è preoccupante, in quanto, oltre a non avere le portate sull’asta del fiume principale, come il fiume Po, abbiamo la mancanza dell’acqua nei laghi alpini, oltre a un manto nevoso abbastanza scarso rispetto a alle esigenze per arrivare almeno al riempimento parziale di questi bacini. L’Italia sembra rovesciata, soprattutto se pensiamo che in Meridione, anche grazie agli investimenti fatti in passato, abbiamo una quantità d’acqua sufficiente per affrontare la stagione estiva. Per contrastare la siccità bisogna arrivare innanzitutto un utilizzo nazionale della risorsa idrica, con un piano di investimenti infrastrutturali che preveda, oltre all’adeguamento delle infrastrutture irrigue per distribuire la risorsa all’interno delle aziende agricole, anche un piano nazionale che mette in sicurezza la risorsa idrica stessa. Serve dunque un piano degli invasi, che ne preveda un diverso uso, ma che soprattutto recuperi quel gap infrastrutturale che abbiamo avuto negli ultimi 50 anni – in quanto, ormai, da 50 anni a questa parte non si parla più di quel tipo di investimenti di cui abbiamo bisogno, pur essendo l’Italia un Paese del Mediterraneo, un Paese del Sud dell’Europa, che per poter continuare a fare agricoltura è obbligato ad avere a disposizione una giusta quantità di acqua.

Che strumenti di allertamento utilizzate generalmente in questi casi?

In quasi tutti i consorzi di bonifica sono presenti le infrastrutture di telecontrollo che servono per gestire, non solo le criticità della mancanza dell’acqua, quindi della carenza della risorsa, ma anche per gestire quei momenti di criticità idraulica per cui, durante quei momenti dell’anno in cui piove molto, abbiamo necessità, oltre della presenza dell’uomo, di gestire questi impianti. La sfida del futuro è quella di automatizzare al massimo tutte le reti, per evitare dei prelievi inutili, ma soprattutto per gestire sia le emergenze che la quotidianità, rispetto a una risorsa idrica che ha sempre più bisogno di essere tutelata. Questa è anche una sfida culturale, che deve proteggere un sistema da quelle criticità che, in passato, hanno portato all’accusa nei confronti dell’agricoltura e comunque dei Paesi del Mediterraneo, di utilizzare troppa acqua. Ma poter o meno utilizzare l’acqua è un tratto distintivo e un fattore di competitività dei Paesi del Mediterraneo, di queste agricolture che hanno necessità di sempre maggior tutela della risorsa stessa. A questo proposito, con Spagna, Portogallo e Francia abbiamo costituito Irrigants d’Europe, un’associazione che vuole andare a incidere sulle comuni tematiche internazionali.

Che cos’è il bancomat dell’acqua?

Il bancomat dell’acqua non è nient’altro che un sistema che mette l’acqua a disposizione degli agricoltori, attraverso una scheda che dà la possibilità d’accesso alla risorsa. Questo sistema ci permette di sapere in tempo reale chi sta utilizzando l’acqua e qual è la giusta quantità di acqua da utilizzare in quella determinata fase della coltura – perché solo l’acqua di cui si necessita in quel momento può essere prelevata. Tutto questo nasce anche da una questione di trasparenza, di legalità, che permette ai consorzi di bonifica e a tutti coloro che partecipano a questi enti di avere la certezza che chi utilizza l’acqua lo faccia in giusta misura, e che questa venga remunerata da chi la utilizza con il giusto compenso. L’abbiamo già introdotto in buona parte del Sud del Paese, dove abbiamo un’importante infrastruttura di rete tubata – proprio grazie alla quale l’acquacard ti permette di avere il massimo dell'efficienza d’utilizzo.    

A cura di Giovanni Peparello


L'intervista è disponibile a questo link
Il video dell'intervento completo è disponibile a questo link


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