• Aula Magna completa per il seminario tecnico “Il rischio idrogeologico in Sardegna: passato, presente e futuro”
    CAE MAGAZINE n.26 - Ottobre 2018
    Aula Magna completa per il seminario tecnico “Il rischio idrogeologico in Sardegna: passato, presente e futuro”

Aula Magna completa per il seminario tecnico “Il rischio idrogeologico in Sardegna: passato, presente e futuro”

A 10 anni dall’alluvione di Capoterra, lo scorso 22 ottobre, l’Ordine degli Ingegneri di Cagliari ha organizzato una giornata di studio dal titolo “Il rischio idrogeologico in Sardegna: passato, presente e futuro”. Un tema quanto mai attuale, viste le piogge intense che hanno colpito l’Isola anche nelle scorse settimane ed hanno causato due vittime e ingenti danni a infrastrutture viarie, beni pubblici e privati. 

La giornata, che è stata introdotta e conclusa dal Presidente OIC Sandro Catta, si è svolta come da programma, ospitata presso la Facoltà di Ingegneria a Cagliari, nell’Aula Magna tutta esaurita. Particolarmente apprezzabile lo sforzo fatto dagli organizzatori per unire pubblica amministrazione, professionisti, accademia e impresa in un unico seminario. Si è parlato di opere, di misure non strutturali, di collaborazione tra Istituzioni e di tutto quanto concorre alla mitigazione del rischio idrogeologico.  Tantissimi sono stati i contributi di grande interesse per i lettori del nostro Magazine, fra i quali vi riassumiamo alcuni dei messaggi che abbiamo colto. 

Particolarmente toccante il racconto che il Sindaco di Capoterra, Francesco Dessì, ha voluto fare degli eventi recenti, avvenuti solo pochi giorni prima, ancora una volta a Capoterra.  Dalle parole del Sindaco è emersa ancora una volta l’importanza di essere preparati all’attuazione dei Piani di Protezione Civile Comunale, che hanno precisi protocolli da applicare in caso di “Allerta Arancione” da parte delle Autorità Regionali competenti. Tra le decisioni “chiave” prese la mattina stessa degli eventi, che hanno certamente diminuito il rischio per la cittadinanza, vi è stata la chiusura delle scuole annunciata tramite i social e il presidio dei ponti sui principali torrenti che attraversano l’abitato.

In apertura citiamo anche l’Assessore Regionale dei Lavori Pubblici, ing. Edoardo Balzarini, che ha preso spunto dalle parole del Sindaco per sottolineare come gli interventi strutturali, quelli volti alla realizzazione di opere di difesa passiva, siano importanti ma non sufficienti per mitigare in modo significativo il rischio idrogeologico. 

Anche il Prof. Ing. Corrado Zoppi, Presidente della Facoltà di Ingegneria e Architettura, ha sottolineato l’importanza di diffondere sul territorio, tramite la creazione di conoscenza e la preparazione di ingegneri competenti, una cultura diffusa di prevenzione e gestione del rischio. Il compito dell’ingegnere, ha tenuto a sottolineare, non è solo quello di applicare le sue competenze nella professione, ma di migliorare la consapevolezza e la preparazione dell’intera società civile.

Tra gli interventi tecnici che sono seguiti ricordiamo la presentazione dell’ ing. Alberto Vaquer, libero professionista che, nell’ambito del progetto Protezione Civile 2.0,  si occupa di aggiornare il Piano di Protezione Civile del comune di Viddalba. Il suo intervento è partito dalle peculiarità del territorio sardo e del territorio comunale nello specifico. Qui le condizioni locali variano in modo importante in periodi di tempo molto brevi, anche in considerazione di due dighe a monte, i cui apporti sommati a quelli degli affluenti di valle fanno sì che una esondazione nell’area possa svilupparsi addirittura in poche decine di minuti. 

L’ing. Vaquer si è quindi focalizzato su una delle possibili risposte: “L’integrazione dei sistemi di Early Warning nei Piani di Protezione Civile”. A questo proposito ha ricordato ai professionisti presenti in sala che le più moderne stazioni automatiche, già parte della rete fiduciaria di monitoraggio idropluviometrico della Regione Sardegna, possono essere utilizzate come fulcro sul quale progettare e costruire sistemi, anche automatici, per gestire scenari di rischio locale in tempo reale: non più solo stazioni di monitoraggio che portano dati aggiornati ad un Centro di Controllo, ma veri e propri elementi attivi per la gestione delle allerte sul territorio. Dall’intervento è emersa l’importanza che hanno tutti i componenti dei sistemi di allerta locale: non bastano le tecnologie, ma occorrono anche competenze di idraulica, con tutti i rilievi e le modellazioni utili alla calibrazione dei sistemi automatici, e soprattutto un forte impegno dell’amministrazione comunale nel coinvolgimento del suo personale e nella formazione e informazione alla cittadinanza.

L’intervento dell’ing. Sandra Tobia, Direttore Generale della Protezione Civile della Regione Autonoma della Sardegna, è stato aperto con un cenno al recente evento che nei giorni 10 e 11 ottobre ha costretto a dover gestire una emergenza non solo Capoterra ma anche in molte altre decine di comuni in Regione. “Questa volta” ricorda la Direttrice “il sistema di Protezione Civile ha reagito in modo molto preparato…. In questa fase storica del nostro Paese, che segue l’emanazione del recente Codice di Protezione Civile, Regione Autonoma della Sardegna è stata la prima, in questi giorni, a consegnare al Dipartimento Nazionale  il proprio Piano Regionale di Protezione Civile, offrendo la propria esperienza come test per tutte le altre Regioni d’Italia”.

Una giornata di studio, formazione, informazione e riflessione, che ha visto il contributo di persone con esperienze anche molto eterogenee, tutte quotidianamente impegnate in attività di riduzione del rischio idrogeologico. Una iniziativa gratuita e aperta a tutti i professionisti, organizzata dall’Ordine di Ingegneri di Cagliari, che CAE ha voluto supportare e che riteniamo sia stato un momento importante di confronto e aggregazione per l’intera comunità sarda duramente colpita, 10 anni fa come oggi, da eventi di pioggia così intensa da essere classificabili come estremi.

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