• Una sfida continua per la soddisfazione dei clienti
    CAE MAGAZINE n.16 - Speciale 40 anni
    Una sfida continua per la soddisfazione dei clienti

Una sfida continua per la soddisfazione dei clienti

Il primo impatto con l’azienda…

“Quando sono entrato in CAE avevo 20 anni, era il 1980. Feci il colloquio giovedì e il lunedì successivo ero al lavoro. Pensai che sarei rimasto pochi mesi invece eccomi qui. Mi colpì l'atmosfera di grande entusiasmo.”

“Il primo giorno di lavoro in CAE, mi presentai alle 7.30 del mattino. Mi sembrava un orario consono. Il primo collega arrivò invece alle 9, “Non male” pensai, ma scoprii subito che se la mattina l'orario era comodo, la sera un orario non c'era, si lavorava fino a tardi, fino a che ce n'era bisogno.”

“Il primo giorno di lavoro in CAE l'ho trascorso interamente insieme a uno dei soci a fare commissioni esterne. Tornammo a casa alle 10 e 30 di sera. “Non si preoccupi – mi disse ridendo – non sarà sempre così!”. Ma qualche settimana dopo mi misero in mano una valigia-radio e una valigia-attrezzi e mi dissero: “Vai!”. E da allora non mi sono più fermato.”

“Ero in polizia, ma da sempre sognavo di lavorare con l'elettronica, era la mia passione. Scelsi allora di lavorare in CAE, ma rimasi un solo anno in laboratorio, poi cominciai ad occuparmi delle installazioni esterne. Niente più elettronica, ero sempre fuori. A volte mi sono chiesto “Chi me lo ha fatto fare? Ne valeva la pena?” la risposta è stata “Assolutamente sì”, semplicemente perché mi piace il mio lavoro.”

“Lessi un annuncio sul giornale, mi piaceva la meteorologia e decisi di provare. Entrai in CAE nel novembre 2004, quindi proprio in un momento di passaggio tecnologico, con la migrazione da una generazione tecnologica, quella delle SP200, alla successiva, ovvero il sistema SIR20.”

“Entrare in CAE è stato un atto di fede. Sono un geologo, e stavo per concludere un accordo con Eni, a Milano, in una realtà più grande, con uno stipendio più alto, però il settore di CAE mi interessava di più. Non sapevo nulla di elettronica, ma l'azienda aveva deciso di puntare sulla conoscenza dei fenomeni idrogeologici, in vista della svolta verso il settore del multirischio, aggredibile in maniera più concreta con il nuovo datalogger Mhaster, presentato nel 2013, anno successivo al mio arrivo.”

Una sfida continua per la salvaguardia della popolazione…

Quella di CAE è una vera e propria missione per la salvaguardia della popolazione. Quando si lavora per finalità come questa non si può lasciare niente al caso e l’ascolto attento delle esigenze del cliente è stato ed è tutt’ora fondamentale.

“Da subito ho percepito che più che di un lavoro si tratta di una sfida da affrontare ogni giorno. Al centro di ogni progetto c’è la soddisfazione del Cliente, il lato economico è da sempre in secondo piano.”

“Non ho mai sentito un socio dire “Facciamo così perché costa meno”, tutti hanno sempre lavorato con spirito di abnegazione e grande passione.”

“Fummo i primi in assoluto a sviluppare un idrometro ad ultrasuoni in Italia. L'input ci era venuto dall'ufficio Reno di Bologna, che necessitava di “Uno strumento che misurasse il livello dell'acqua dei fiumi senza andare a bagno”; le stazioni idrometriche di allora erano infatti tutte meccaniche e a galleggiante. Grazie a questo prodotto l'azienda si aggiudicò diverse importanti commesse, dal CNR di Perugia, al Magistrato delle Acque di Venezia, alla Regione Piemonte e ci portò per la prima volta a misurarci per davvero con la concorrenza. L'ascolto puntuale delle richieste del cliente fu determinante e lo è tuttora.

“Qui si costruiscono sistemi che salvano vite e che sgravano di molto il lavoro di chi deve occuparsene. Per questo è importante lavorare in stretta collaborazione col cliente ed instaurare un rapporto di reciprocità. Dal cliente arrivano gli input sulle esigenze del territorio e va ascoltato con la massima attenzione.

L’importanza di avere una visione a 360°…

“Ho cominciato nel 1981 come fac-totum, poi sono stato in laboratorio, in seguito ho imparato a tarare gli idrometri e oggi lavoro nel reparto Gestione sistemi”

“Molti di noi hanno svolto diverse mansioni in Azienda, questo ci ha consentito di ampliare il nostro bagaglio di conoscenze e di vedere le cose a 360 gradi. Avere una visione globale del prodotto e del problema, ti consente di lavorare e proporre soluzioni ad ampio spettro. Questo è l'esempio che ci è venuto anche dai 4 soci, sono stati dei maestri: tutti loro sapevano fare tutto in azienda.”

“Questa capacità di assistenza a tutto tondo ci ha sempre distinti sul mercato: sia quando gli interventi erano prettamente 'a campo' (in loco), ed i tecnici erano muniti di valigia-radio con stampante in grado di 'ascoltare' i dati e di stamparli, sia ora con l'assistenza da remoto.”

“Facevamo installazioni che duravano anche 15 giorni, lavorando fino a 20 ore al giorno. Si faceva di tutto, anche il montaggio dei pali, cazzuola, cemento e via. In Aspromonte abbiamo lavorato a 42,7 gradi sotto il sole cocente. In Alto Adige ci siamo arrampicati su un traliccio ghiacciato fino a 50 metri di altezza. Oggi mi occupo della gestione e della ottimizzazione delle istallazioni a campo. CAE offre un servizio completo “chiavi in mano”. Quando finiamo il lavoro, è tutto perfettamente impostato e funzionante, cosa particolarmente apprezzata dalle pubbliche amministrazioni.”

Innovazione e dedizione al cliente. Tirarsi indietro mai!

“Oltre alla massima qualità dei prodotti, i servizi sono sempre stati un punto di forza di CAE. Basti pensare che abbiamo portato una svolta tecnologica fondamentale nel settore: portare direttamente sul tavolo degli operatori della PA i dati provenienti dalle stazioni idro-meteo: dati qualificati, esattamente rispondenti alle diverse necessità, informazioni affidabili che permettessero ai decisori di avere il polso della situazione pur non essendo in loco. Soluzioni funzionanti e durevoli. Questa svolta portò ad un boom di installazioni, non semplici da gestire visto l’esiguo numero di dipendenti della neonata azienda, si partiva senza sapere quando si sarebbe tornati, in un momento storico in cui i telefoni cellulari non erano ancora diffusi e non era semplice comunicare a casa eventuali imprevisti.”

“Fin dal principio, quando si verificava un'urgenza, anche a notte fonda, si partiva, nessuna esitazione: “allacciamo le ciabatte” era il nostro motto. E poco dopo, assonnati forse, ma maldisposti mai, si partiva per andare a risolvere il problema.”

“Una volta rimanemmo per tre giorni bloccati dalla neve in un rifugio perché l'elicottero del soccorso non riusciva a venirci a prendere. Un'altra volta in Valmalenco, nonostante il tempo pessimo, ci portarono a 2000 metri per una installazione. Cominciò a diluviare, noi eravamo soli, sotto l'acqua battente, e nessuno veniva a riprenderci. Cercammo, senza trovarlo un sentiero. Poi non so come, dopo 5 ore di cammino, raggiungemmo un rifugio. Ci sistemammo un po' poi ripartimmo per raggiungere il cliente. Ci volle un'altra ora di cammino.”

“Il lunedì si preparano i materiali e dal martedì al venerdì si sta in giro per le installazioni e le manutenzioni programmate. Anche io ho svolto questa mansione per 11 anni. Ci sentivamo un po' pionieri e non avevamo chiara la concezione del “rischio”. Lo consideravamo una parte del lavoro. Ma arrampicarsi su pali, tralicci e sentieri poteva essere pericoloso. Siamo stati fortunati, nessuno di noi si è mai fatto male. Ovviamente da allora le cose sono molto cambiate, oggi abbiamo tutti la consapevolezza che si deve lavorare in sicurezza. L'azienda ha predisposto stretti protocolli in questo senso. Ora quando si lavora in montagna, ad esempio, siamo sempre accompagnati da una guida alpina o da un tecnico del Soccorso alpino.”

Ogni nuova sfida è raccolta con entusiasmo e come un’opportunità di apprendimento

“Nel 2013 sono iniziati i lavori per il sistema di monitoraggio della colata detritica di Cancia, nel bellunese, si trattava del primo sistema di allerta frane. Appena entrato in CAE fui assegnato a questo progetto che mi permise subito di mettermi alla prova su vari ambiti. Eseguimmo sopralluoghi per la progettazione esecutiva, feci anche un po' di alpinismo, ebbi modo di avere contatti diretti con i clienti e mi occupai del collaudo.”

“Ho avuto l’occasione di lavorare ad Armogeo, progetto di ARPA Lombardia, per la realizzazione della più ampia rete di telerilevamento dei fenomeni franosi in Italia, capillare sull’intero territorio regionale, in capo ad un unico soggetto regionale. Un progetto ambizioso partito nel 2015 ed ancora in corso, le sue dimensioni e la sua complessità lo rendono una sfida sempre stimolante.”

“L’azienda per incrementare la tipologia di servizi offerti alla clientela, da quest’anno ha deciso di iniziare ad occuparsi internamente anche di topografia e modelli idraulici. Prima questi studi erano affidati ad esterni, oggi sono stati internalizzati a seguito dell’acquisto di attrezzature specifiche e di un’approfondita formazione. Per me è stata una nuova opportunità di crescita.

“Fra i progetti in evoluzione stiamo portando avanti quello relativo al monitoraggio incendi boschivi, un settore nuovo e complesso ma anche molto importante. È già stato installato un sistema in Calabria e sono in corso i lavori per un nuovo sistema in Puglia che, grazie a sensori per il rilevamento delle condizioni meteo, telecamere e termocamere, sarà in grado di individuare l'innesco di un incendio. Il sistema è studiato inoltre per prevedere come e dove si sposterà il fronte di fiamma considerando anche l'orografia e il materiale combustibile a terra (foglie secche, sottobosco, ecc ).”

Sempre e concretamente a fianco dei clienti

“Nel 1996 è nata la manutenzione da remoto delle stazioni idro-meteo installate presso i clienti. Un sistema a garanzia della continuità dell'operatività di tutte le nostre installazioni, che ci permette di vedere cose di cui a volte nemmeno il cliente si accorge. In questo modo CAE garantisce ai suoi clienti una sorveglianza totale e ininterrotta 365 giorni l'anno, 24 ore su 24. Ogni cliente riceve una mail quotidiana con il report delle attività del giorno e degli eventuali interventi correttivi; recentemente è stato predisposto anche un apposito portale al quale il cliente può accedere per controllare la situazione manutentiva.”

“Nel team di reperibilità abbiamo avuto tutti un affiancamento e una formazione accurata, ma la prima volta che ho lavorato in reperibilità notturna ero molto agitata e preoccupata. Sarei stata in grado di far fronte a eventuali problemi? Mi sentivo una grande responsabilità, ma non ci fu nemmeno una segnalazione quella notte.”

“Sono un tecnico della tele-manutenzione. Il nostro obiettivo è quello di accorgerci di eventuali anomalie: in questo modo possiamo segnalarle e procedere velocemente alla risoluzione. Di norma si tratta di problemi di lieve entità: solo una volta, qualche mese fa, quando c'è stato il cyber attacco del virus informatico Wannacry, abbiano dovuto far fronte a molteplici richieste di controllo dei server da parte dei nostri clienti, comprensibilmente preoccupati. Fortunatamente era tutto a posto.”

“Sebbene lavori in CAE da poco tempo, ho già avuto la possibilità di andare “a campo” presso la bonifica di Parma, per un calcolo delle portate e delle scale di deflusso. Un'esperienza stimolante, che mi ha permesso di mettere a frutto le mie competenze di ingegnere ambientale.”

Il rapporto umano e il passaggio del testimone

“Il rapporto umano in CAE è un fattore a cui viene data grande importanza. Sono arrivato in CAE da pochissimo tempo, a marzo 2017, ed era un periodo di grande fermento. Si stava lavorando per la fornitura e l'installazione di 43 nuove stazioni idro-meteo in Vietnam ed erano tutti sotto pressione. Ciononostante il clima che si respirava era molto collaborativo e positivo. Mi sono tuffato a capofitto nel nuovo lavoro, mi occupo di pianificazione acquisti. Ascoltare qui oggi, la storia dell'azienda, ricordi e aneddoti raccontati dai colleghi più “anziani”, mi ha dato una grande carica; aver “sbirciato” fra i tanti progetti e idee per il futuro mi fa ben sperare. Sono pronto ad “allacciarmi le ciabatte”.”

 

Si ringraziano per la partecipazione: Alex Cavalieri Foschini, Simone Colonnelli, Alessio De Faveri, Ivan Fini, Giulio Pelizzon, Andrea Peri, Giulia Sisca, Marco Tomasini, Luciano Turrini, Maurizio Zuccheri.

a cura di Patrizia Calzolari

 

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