• Seminario a Catanzaro: Il ruolo del monitoraggio nel contrasto del rischio idrogeologico. Problemi aperti e prospettive
    CAE MAGAZINE n.12 - marzo 2017
    Seminario a Catanzaro: Il ruolo del monitoraggio nel contrasto del rischio idrogeologico. Problemi aperti e prospettive

Seminario a Catanzaro: Il ruolo del monitoraggio nel contrasto del rischio idrogeologico. Problemi aperti e prospettive

Bisogna passare dalla struttura di missione “Italiasicura”, con un programma ormai ben definito e consolidato, alla creazione di “Casa Italia”, un vero e proprio dipartimento capace di dare un futuro a quanto già impostato. In questo modo sarebbe possibile assicurare nel medio e lungo termine la qualità e la coerenza degli interventi di riduzione del rischio idrogeologico e di protezione sismica, utilizzando al meglio il monitoraggio per prevenire i danni causati dai fenomeni atmosferici e naturali. Tutto questo comporta una mobilità da parte dei tecnici, delle associazioni, dei professionisti e della stessa società perché il mondo della politica ne recepisca l’importanza ed il valore, arrivando a compiere le scelte necessarie assieme agli opportuni ed adeguati investimenti finanziari.

Lo ha sostenuto Mauro Grassi, di Italiasicura, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a conclusione della prima sessione dei lavori del seminario sul tema: “Il ruolo del monitoraggio nel contrasto del rischio idrogeologico – Problemi aperti e prospettive”. L’evento, organizzato presso la Cittadella Regionale dall’Associazione Idrotecnica Italiana, è stato promosso dal prof. Armando Brath, e dalla Cae SpA che da quarant’anni si occupa di offrire soluzioni per il monitoraggio idrometeorologico, trasformandole in vere e proprie infrastrutture tecnologiche per la mitigazione di molteplici rischi.

L’evento è stato occasione per analizzare gli interventi, strutturali e non, utili a fronteggiare il rischio alluvionale, guardando sia a casi e fenomeni nazionali, attraverso le relazioni del prof. Armando Brath, dell’Università di Bologna, e del prof. Giovanni Menduni, del Politecnico di Milano; sia a casi, problematiche e fenomeni prettamente calabresi, fino ad entrare nel dettaglio dei relativi investimenti adottati dalla Regione Calabria in difesa del territorio, che non sono pochi, con 400 milioni di euro previsti nell’ambito del Patto per il Sud, per i quali si stanno definendo velocemente le forme più idonee di attuazione. Ne hanno parlato il Presidente del Governo Regionale, Gerardo Mario Oliverio, e l’Assessore all’ambiente, Antonella Rizzo, rimarcando l’attenzione posta nella programmazione per risolvere i problemi legati alla difesa del suolo e alla sistemazione idrogeologica. “Lo abbiamo fatto – ha sostenuto il Presidente Oliverio – nel Por, nel Psr e nel Patto Calabria, siglato lo scorso aprile con il presidente Renzi e che sta entrando ora nella fase operativa. Abbiamo dato spazio a queste problematiche perché riteniamo che in generale, e in particolare in una regione come la Calabria, non sia sostenibile nessuna ipotesi di sviluppo che non parta dal territorio”.

La fragilità del territorio calabrese è ben nota e la tematica è stata affrontata da vari esperti, dirigenti ed autorità regionali, tecnici e ricercatori del CNR, docenti dell’Università della Calabria. Ne è emerso che conoscenza e consapevolezza sono fondamentali per la prevenzione e per tutelare la popolazione, come anche il monitoraggio, che fornisce gli strumenti necessari per consentire, attraverso dati analitici, di fare prevenzione e la manutenzione delle opere che garantisce la resistenza nel tempo di questi strumenti.

È importante lavorare sulla formazione, sul coinvolgimento degli strumenti di comunicazione e di informazione, che debbono svolgere un ruolo di stimolo quanto di lavoro coordinato nelle fasi di allerta e pericoli derivanti dalle manifestazioni di intemperie climatiche, dissesti franosi e fenomeni sismici.

Il prof. Giuseppe Frega, presidente della sezione calabrese dell’Associazione Idrotecnica Italiana, che insieme a Salvatore Saccà, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro, hanno coordinato le due sessioni di lavoro, ha sostenuto che: “Una corretta informazione tecnica e scientifica rivolta all’opinione pubblica può guidare le scelte pubbliche e le provvidenze politiche, per cui è importante stringere un intenso rapporto di dialogo e collaborazione tra le istituzioni regionali e i comuni del territorio calabrese”.

Argomenti trattati con precisione ed argomentazioni professionali da Arcangelo Francesco Violo, Fausto Guzzetti, Salvatore Siviglia, Carmelo Gallo, Raffaele Niccoli, Giuseppe Mendicino, Pasquale Versace. Quest’ultimo ci ha portato a conoscere le attività di lavoro del laboratorio CAMILab dell’Università della Calabria, che ha come obiettivo la realizzazione di sistemi in grado di prevedere la possibile attivazione di un movimento franoso o inondazione, con l’obiettivo di ridurre il numero delle persone coinvolte. “Anche in questo caso è necessario – ha sottolineato il prof. Pasquale Versace - che gli amministratori locali e i cittadini siano informati su quel che può accadere e su quello che devono fare per la loro incolumità”.

Ufficio stampa

 

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