• L'OPINIONE DI... Mauro Grassi // Interventi già avviati nelle grandi città, ma l'Italia è tutta a rischio: servono cultura e consapevolezza
    CAE MAGAZINE n.11 - gennaio 2017
    L'OPINIONE DI... Mauro Grassi // Interventi già avviati nelle grandi città, ma l'Italia è tutta a rischio: servono cultura e consapevolezza

L'OPINIONE DI... Mauro Grassi // Interventi già avviati nelle grandi città, ma l'Italia è tutta a rischio: servono cultura e consapevolezza

L'OPINIONE DI... Mauro Grassi // Interventi già avviati nelle grandi città, ma l'Italia è tutta a rischio: servono cultura e consapevolezza

Riprendiamo gli argomenti trattati nello scorso numero, riguardo al convegno di Unindustria “Preparare le comunità e il territorio al rischio idrogeologico”, riportando l’importante contributo di Mauro Grassi, Responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, che ha sottolineato come le emergenze nazionali costino, al momento, circa 6 miliardi all’anno di danni diretti. La prevenzione e la progettazione sono un problema quantitativo e qualitativo ma la novità, secondo Grassi, è che oggi si supera la logica della legge di stabilità e il Governo intende fare investimenti che non saranno riscossi politicamente da questa legislatura.

“Per la prima volta - dice Grassi - è stato fatto un Piano Nazionale, un corpo unico che vede insieme Italiasicura, il Ministero dell’Ambiente, le Regioni, e che soprattutto prevede un unico coordinamento delle forze in campo”.

“Tutta l’Italia è a rischio. - continua - Noi siamo intervenuti sulle grandi città perché le Direttive europee ci impongono questo, ma tutto il sistema Italia è in difficoltà e deve fare prevenzione”.

- Nell’ambito della prevenzione, che ruolo hanno le comunità resilienti?

“Sono fondamentali e la prevenzione prevede giocoforza la consapevolezza dei cittadini, perché la singola persona e le sue azioni hanno un peso importante, in caso di emergenza”.

- E la comunicazione?

“Anche la comunicazione è fondamentale. E’ importante in fase di emergenza - ed è inutile dirlo, ma è importantissima in situazioni di normalità, di quiete: bisogna preparare le persone a quello che devono fare in caso di necessità. Spesso la gente muore perché non sa che cosa deve fare, o perché fa il contrario di ciò che andrebbe fatto”.

- In che modo i presidi non strutturali sostengono e aiutano le opere di prevenzione?

“Noi lavoriamo sui presidi strutturali, ma ci confrontiamo continuamente con la Protezione Civile, che con campagne come “IoNonRischio” forma e accresce la cultura della prevenzione. Bisogna avere la consapevolezza che c’è sempre un “rischio residuo” e che la comunità si deve auto-organizzare per affrontarlo, oltre appunto ad apprendere i comportamenti da mettere in atto in caso di emergenza”.