• Rischio idrogeologico, prevenzione e resilienza
    CAE MAGAZINE n.10 - dicembre 2016
    Rischio idrogeologico, prevenzione e resilienza

Rischio idrogeologico, prevenzione e resilienza

“Preparare le comunità e il territorio al rischio idrogeologico” è il convegno, promosso da Unindustria Bologna il 25 novembre scorso, che ha visto la partecipazione di istituzioni, organizzazioni governative, professionisti e industrie per confrontarsi sulla fragilità del nostro territorio e su come potenziare la prevenzione, per ridurre gli effetti negativi delle emergenze.

Parole chiave dell’incontro sono state “resilienza”, “rischio residuale”, “cultura del rischio”, senza nascondere che il nostro Paese è, nel suo complesso, molto esposto a emergenze legate a fenomeni sismici e idrogeologici.

E proprio la nutrita presenza di esperti, tecnici, professionisti e aziende del settore, ha garantito la possibilità di mettere a fuoco le priorità di cui il nostro Paese ha bisogno in ambito di prevenzione del rischio idrogeologico. Partendo dal cambiamento climatico in corso e prendendo in considerazione le misure di mitigazione finora utilizzate e quelle d'ora in poi disponibili, grazie ai maggiori stanziamenti assicurati dal governo e ad una programmazione più lungimirante e di lungo periodo, i relatori hanno illustrato come da qui in poi si potrà lavorare maggiormente sulla prevenzione di lungo periodo.

Aperto da Paola Gazzolo, assessore della regione Emilia Romagna alla difesa del suolo e della costa, protezione civile e politiche ambientali e della montagna, a cui è seguito l'intervento del Ministro dell'ambiente Gianluca Galletti, il convegno ha dato voce e spazio al Professor Giovanni Menduni del Politecnico di Milano, a Mauro Grassi, Responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, al Professor Armando Brath dell'Università di Bologna, che hanno saputo affrontare temi complessi e fondamentali, con la sapienza tecnica di chi conosce la materia e la capacità divulgativa di chi intende condividerla con il maggior numero possibile di persone.

Il Ministro Galletti ha sottolineato come le risorse per affrontare le criticità ci siano e che il problema da affrontare, al momento, sia la "qualità della spesa" e i suoi tempi, che devono essere immediati seppur duraturi nel tempo. La struttura di missione #italiasicura è impegnata al raggiungimento di questi obbiettivi, inoltre anche la Legge contro il consumo del suolo, al momento ferma al Senato, va nella direzione di un intervento efficace e lungimirante, rispetto alla fragilità del nostro territorio.

Sugli stanziamenti che riguardano la prevenzione si è soffermato anche Mauro Grassi, evidenziando che mai come in questo momento le istituzioni hanno messo a disposizione risorse ingenti, che devono ora poter contare su una programmazione puntuale e mirata.

Alla tavola rotonda, moderata dal nostro Direttore Enrico Paolini e che ha seguito il convegno, hanno portato il loro contributo Maurizio Mainetti (Protezione Civile Emilia Romagna), Carlo Cacciamani (Arpae), Gabriele Cesari dell'Ordine dei geologi, Pier Giorgio Giannelli dell'Ordine degli architetti, Guido Bernardi a rappresentare il ruolo delle aziende private, come CAE, nel fronteggiare questa tipologia di rischio, Paolo Pini di Anbi Emilia Romagna, e il senatore Stefano Vaccari.

Quest’ultimo ha sottolineato come, dopo Parigi 2015, il nostro Paese debba mettere al centro del suo percorso il Piano di Adattamento e Mitigazione. Gli interventi più urgenti sono, a suo parere, la revisione della strategia energetica nazionale e l’aggiornamento degli strumenti con cui #italiasicura può lavorare, per superare i ritardi di pianificazione. Lo scopo è quello di costruire un futuro resiliente e ad emissioni zero.

Guido Bernardi, nel suo intervento, ha messo a fuoco il ruolo di CAE, che dal 1977 è al fianco delle istituzioni per fornire supporto per la sicurezza dei cittadini e che ha portato presidi elettronici in un mondo che era stato, fino a quel momento, esclusivamente meccanico. “L’evoluzione che stiamo percorrendo è fornire tecnologie multirischio per contrastare fenomeni difficilmente prevedibili. In questo senso rilevo due tendenze importanti: l’integrazione dei sistemi locali con le reti regionali e il concetto di inter-operabilità, ovvero il pieno supporto alle politiche “open data” delle pubbliche amministrazioni.” Ha poi concluso “E’ un momento di grandi opportunità e di progetti ambiziosi, le cui linee guida includono misure strutturali nella prevenzione del rischio”.

 

a cura di Lorenza Giuliani