• Italiasicura a Milano: “I Prototipi 10/10”
    CAE MAGAZINE n. 15 - Luglio 2017
    Italiasicura a Milano: “I Prototipi 10/10”

Italiasicura a Milano: “I Prototipi 10/10”

Lo scorso 20 giugno, con un evento a porte aperte al Politecnico di Milano, sono iniziati i lavori per dare un seguito duraturo a quanto impostato negli scorsi due anni dalla Struttura di Missione contro il dissesto idrogeologico di ItaliaSicura. Per sua natura una Struttura di Missione è destinata a concludere il suo operato in un tempo ristretto, ma la volontà di tutti coloro che stanno partecipando ai lavori è di “lasciare un segno” nel tempo.

L’idea che la prevenzione sia la scelta più efficacie ed efficiente per affrontare il dissesto idrogeologico, una priorità strategica meritevole di un coordinamento nazionale, è stata promossa ormai in tutta Italia durante le decine di conferenze che hanno accompagnato la presentazione delle linee guida di progettazione. La necessità di non abbandonare il percorso intrapreso, che deve avere per forza di cose un orizzonte di lungo periodo, è supportata dai numeri (bassi) sugli investimenti fatti negli scorsi decenni e da quelli (alti) sulle spese per le emergenze sostenute nello stesso periodo. Il messaggio ha un valore certamente politico ed è ancora una volta lanciato da Erasmo D’Angelis, coordinatore della Struttura di Missione istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha poi rassicurato la platea sul fatto che i fondi, anche con questo Governo, ci sono: servono progetti di qualità perché i finanziamenti devono essere erogati in base al rapporto costo-beneficio delle soluzioni proposte ed alla loro cantierabilità effettiva.

Proprio sui progetti e sui temi tecnici si è focalizzata la Giornata di Studio dal titolo "Linee guida per le attività di programmazione e progettazione degli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico - i Prototipi 10/10”. Il convegno è stato organizzato dal D.I.C.A. di Milano, da ItaliaSicura, dal Ministero dell'Ambiente, dall'ISPRA, dal Consiglio Nazionale dei Geologi e da Rete Professioni Tecniche. Dopo gli interventi iniziali dei rappresentanti delle diverse Istituzioni organizzatrici, fra cui anche quello del Prof. Bernardo De Bernardinis, al termine del suo incarico in ISPRA e quindi carico di un significato e di un pathos speciale, si è entrati nel vivo della discussione tecnica. 

La gestione della sessione è stata affidata al Professor Renzo Rosso, ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia del Politecnico di Milano e autore del recente libro, quanto mai centrato con gli argomenti del seminario, dal titolo evocativo “Bombe d'acqua. Alluvioni d'Italia dall'Unità al terzo millennio”.

Il Professor Menduni del Politecnico di Milano, già attivo nella redazione delle Linee guida e forte promotore della giornata, ha aperto la sessione proponendo una schematizzazione chiara: 10 tipologie di fenomeno e 10 classi di esposto per coprire la maggior parte dei casi di dissesto, perché un alluvione che lentamente inonda i campi coltivati ed un debris flow che minaccia una scuola sono due scenari diversi che richiedono attenzioni progettuali specifiche. Proprio questa griglia, organizzata in un apposito database geografico, potrebbe quindi essere il riferimento per una piattaforma di condivisione di esperienze di intervento organizzate in casi d’uso.

E’ seguito l’intervento del dott. Michele Torsello di ItaliaSicura, che ha ribadito l’importanza della valutazione costo-beneficio nella scelta della soluzione progettuale migliore per un determinato tipo di dissesto. Il Professor Brath dell’Università di Bologna, anch’esso impegnato nei mesi scorsi nell’attività di divulgazione delle Linee guida, ha focalizzato il suo intervento su uno degli aspetti utili a valutare il beneficio che un’opera genera, concentrandosi sul significato di opera resiliente, spiegandone l’importanza e portando alcuni casi applicativi.

Sono poi intervenuti con contributi scientifici ed un ampio portafoglio di casi di studio i Professori Ballio, Mancini e Becciu del Politecnico di Milano, il Professor Casagli dell’Università di Firenze, il Professor Claps del Politecnico di Torino e la Professoressa Di Maio dell’Università della Basilicata. Sono state quindi coperte tematiche nel campo dell’idraulica, idrologia, geologia e geotecnica, sempre evidenziando i riferimenti alla schematizzazione “Prototipi 10/10”. Molti dei contributi alla discussione hanno evidenziato l’opportunità di valutare il ricorso anche ad interventi non strutturali per la mitigazione del rischio in modo sinergico o addirittura alternativo alle opere passive, come per esempio l’adozione di sistemi di monitoraggio e allertamento in tempo reale.

In conclusione, a distanza di un anno dalla presentazione delle Linee guida di progettazione, il team che ne ha coordinato la redazione ha voluto dare avvio ad una seconda fase: lo sviluppo di una discussione più specifica, relativa alla declinazione operativa degli interventi sul territorio. Il metodo sarà lo stesso già usato fino ad oggi: una procedura partecipata ed inclusiva.

 

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