Buon Ferragosto e Buone Ferie da CAE
Gentili lettori,
Siamo alla vigilia di quella che per molti è la pausa estiva, in vista della quale preferiamo uscire con questa lettera di riflessioni e auspici, rimandando a settembre la pubblicazione di un CAE Magazine molto ricco di contenuti.
Il COP21 di Parigi, svoltosi a fine 2015, ci ha ricordato che siamo in un periodo in cui il cambiamento climatico, con la relativa estremizzazione dei fenomeni meteorologici e dei rischi connessi, impone l’implementazione di misure concrete in tempi brevi. Non si parla più soltanto di mitigazione del cambiamento climatico, ma anche dell’adattamento al clima che inesorabilmente cambia, se si vogliono ridurre i rischi che questo genera. Si tratta di opere e non solo. Fra i componenti fondamentali per la salvaguardia della popolazione sono oggi ricompresi anche il monitoraggio del territorio, il preannuncio dei fenomeni e la gestione degli eventi in tempo reale, l’allerta, la formazione e l’informazione al cittadino.
In questi giorni di caldo estivo si parla spesso di ondate di calore, desertificazione, scarsità d’acqua e ambienti favorevoli agli incendi boschivi, ma la questione che più ha catalizzato l’attenzione di opinione pubblica e politica nei mesi precedenti è senza dubbio il dissesto idrogeologico. L’implementazione della Direttiva 2007/60 e la relativa pubblicazione dei Piani di Gestione del Rischio Alluvioni, avvenuta nei primi mesi di quest’anno, rappresenta uno sforzo di pianificazione importante. In questi piani sono raccordati gli interventi strutturali, coordinati dai nascenti Distretti Idrografici e dalle Autorità di Bacino, con il mix di misure non strutturali espresso dal sistema di Protezione Civile. Questi piani devono però essere un punto di partenza e non di arrivo.
In questo senso è orientata la premessa alle linee guida di progettazione proposte dalla struttura di missione ItaliaSicura, firmata dal Direttore Mauro Grassi. Nel documento, la cui bozza è in discussione proprio in questi giorni, si legge infatti “Il progettista viene così chiamato ad una visione ancor più integrata del territorio e delle strategie complessive della gestione del rischio residuo. Ad esempio la catena della previsione, preannuncio, monitoraggio e contrasto dell’evento, non è più collocata in un “mondo separato” da quello delle opere ma ne costituisce un elemento complementare e sinergico…”.
Sembra quindi sancita la complementarietà, su un piano concettuale e progettuale, fra le opere e le attività che la Legge 100 del Luglio 2012 affida al sistema di Protezione Civile, nei suoi componenti nazionali, regionali e locali. Misure strutturali e non strutturali che rappresentano due facce di una stessa medaglia, per una più efficace mitigazione del dissesto idrogeologico.
Poiché siamo convinti che questa sia la strada giusta, la speranza è che questo approccio integrato, con le risorse che la Politica vorrà e saprà dedicare a questi temi, si concretizzi in breve tempo nelle fasi implementative dei programmi, dei piani e dei progetti all’orizzonte.
Nel ricordarvi che il prossimo numero di CAE Magazine uscirà nei primi giorni di settembre, vi auguriamo buon ferragosto e buone ferie.
Guido Bernardi