• Intervista a Fausto Tomei di Arpae: un metodo di previsione in tempo reale per sistemi di allertamento flash-flood su piccoli bacini. Il caso del Torrente Ravone
    CAE MAGAZINE n.76 - Giugno 2023
    Intervista a Fausto Tomei di Arpae: un metodo di previsione in tempo reale per sistemi di allertamento flash-flood su piccoli bacini. Il caso del Torrente Ravone

Intervista a Fausto Tomei di Arpae: un metodo di previsione in tempo reale per sistemi di allertamento flash-flood su piccoli bacini. Il caso del Torrente Ravone

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Fausto Tomei, Funzionario dell’Osservatorio Clima - Arpae Emilia-Romagna, ha presentato un metodo di previsione che sfrutta l’utilizzo di algoritmi direttamente a bordo dei datalogger a campo e che è ancora in fase sperimentale, ma durante l’alluvione di maggio ha funzionato mostrando dati molto promettenti.

Il metodo di previsione in tempo reale sul torrente Ravone è stato predisposto prima della recente alluvione. In che modo è stato utile?

Con Federico Grazzini, Michele Di Lorenzo, mi sono occupato della realizzazione di un
metodo di previsione in tempo reale per sistemi di allertamento flash-flood su piccolissimi bacini, meno di 20 k2. Questo metodo permette di identificare il probabile superamento di determinate soglie idrometriche utilizzando soltanto i dati di precipitazione del pluviometro e un indice modellistico di capacità del bacino di trattenere acqua, che viene aggiornato ogni giorno da Arpae e acquisito ogni mattina dalla centralina del pluviometro via ftp. Lo abbiamo testato insieme a CAE, che ha installato per Arpae un pluviometro sul monte Paderno, nella sommità della parte alta del bacino del Ravone. Durante gli eventi alluvionali di maggio 2023, ci siamo resi conto che è possibile avere dati idrometrici con un anticipo di mezz'ora/1 ora rispetto a ciò che avviene a valle, quindi in città. Questo è quello che speravamo di ottenere con questo studio. Nonostante ci siano chiaramente ancora delle cose da affinare, in particolare su come vada ad incidere sui conti l’infiltrazione durante l’evento, ci sono buone possibilità di utilizzare questo sistema di allertamento per potere diramare un warning con anticipo rispetto agli eventi estremi.

Questo metodo potrebbe essere applicato anche ad altri torrenti tombati in Italia? E soprattutto, esiste una problematica relativa ai torrenti tombati in Italia?

Esiste assolutamente una
problematica di torrenti tombati in Italia, come ha dimostrato il caso del Fereggiano a Genova, il Rio Maggiore in Toscana, e il caso del torrente Ravone a Bologna. Questo modello è pensato per piccolissimi bacini che sono tipicamente tombati, quindi proprio come il Fereggiano e il Ravone. Per estenderlo ad altri bacini occorre effettuare una serie di analisi statistiche, avere dei dati, quelli che ci siamo procurati in questi 10 anni grazie agli idrometri sul Ravone, per poter calibrare i parametri chiave a quel punto. Il modello è estendibile a qualunque bacino della stessa tipologia.

Voi avete iniziato a pensare a questo metodo dopo Genova 2011, quindi con 10 anni di anticipo su quello che è successo a Bologna. Prevedete che succederanno altri eventi di questo tipo in futuro?

Non solo prevediamo che in futuro accadano ancora eventi del genere, ma ciò che prevediamo in sostanza sta già avvenendo. Se prendiamo ad esempio il caso del Ravone, anche se la tombatura degli anni ‘50 non ha mai dato problemi fino ai primi anni 2000, abbiamo già avuto i primi fenomeni di fuoriuscita dai tombini nel 2016, e poi successivamente su via Saffi, fino ad arrivare agli eventi maggio 2023. Possiamo quindi dire che c’è un intensificarsi degli eventi solo negli ultimi dieci anni.

Quali possono essere le opere di manutenzione da effettuare sul torrente Ravone nel breve periodo?

Sicuramente, la tombinatura
in particolare nel tratto di via Saffi che è fuoriuscita, va ripensata e rifatta ex novoperché risultano, alla luce del cambiamento degli eventi che si verificano, troppo strette per le portate che devono far defluire. Quindi non si tratta soltanto di portare avanti una buona manutenzione ordinaria, ma, in alcuni casi, anche di manutenzione straordinaria, bisogna rifare alcuni tratti di tombatura che non sono stati pensati per gli eventi che ora stanno avvenendo con sempre più frequenza.

 

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